Archivi categoria: Mostre

Gli Anni ’60 Oggi

I curatori, per questa edizione della Quadriennale d’arte, hanno selezionato 43 artisti, presentati attraverso sale monografiche e nuovi lavori, con l’intento di delineare un percorso alternativo nella lettura dell’arte italiana dagli anni Sessanta a oggi.
“Abbiamo voluto connettere gli immaginari degli artisti più giovani e mid-career con le sperimentazioni di pionieri che non sempre hanno trovato posto nella narrazione canonica dell’arte italiana” – dichiara Sarah Cosulich – “Sono artisti che si confrontano e si sono confrontati con diversi campi disciplinari quali la danza, la musica, il teatro, il cinema, la moda, l’architettura e il design, dando vita a percorsi talvolta discontinui ma che arricchiscono la lettura del nostro passato artistico e fortificano quella prodotta nel presente”. E sottolinea Stefano Collicelli Cagol: “Per costruire una mostra visionaria ci siamo ispirati ad alcune linee di ricerca: l’espressione di desideri e ossessioni; l’esplorazione dell’indicibile e dell’incommensurabile; l’indagine delle tensioni tra arte e potere, rappresentate dalla metafora del Palazzo”.

La Quadriennale d’arte 2020 è il risultato di un triennio di lavoro caratterizzato da ricerche, incontri, visite a mostre, analisi di portfolio d’artista e studio-visit in un confronto continuo con la storia dell’istituzione e del suo archivio. Centrali sono stati anche il passato della Quadriennale e il suo rapporto con la città di Roma, la storia delle precedenti edizioni e quella del Palazzo delle Esposizioni.

La selezione degli artisti, rappresentati ciascuno da più lavori in mostra, il raddoppiamento degli spazi espositivi (oltre 4.000 metri quadri) insieme a un allestimento innovativo di Palazzo delle Esposizioni e a un progetto di storytelling sulla storia dell’istituzione, ambiscono a mettere in scena una macchina espositiva che esalti al massimo le opere d’arte e ne favorisca un’efficace leggibilità, dando la possibilità ai visitatori di creare relazioni tra opere, tematiche e approcci.


Fuori
La Quadriennale
Dal 30 ottobre 2020 al 17 gennaio 2021

Palazzo delle Esposizioni
Roma

A cura di Sarah Cosulich e Stefano Collicelli Cagol

Gli artisti selezionati sono: Alessandro Agudio, Micol Assaël, Irma Blank, Monica Bonvicini, Benni Bosetto, Sylvano Bussotti, Chiara Camoni, Lisetta Carmi, Guglielmo Castelli, Giuseppe Chiari, Isabella Costabile, Giulia Crispiani, Cuoghi Corsello, DAAR – Alessandro Petti – Sandi Hilal, Tomaso De Luca, Caterina De Nicola, Bruna Esposito, Simone Forti, Anna Franceschini, Giuseppe Gabellone, Francesco Gennari, Yervant Gianikian e Angela Ricci Lucchi, Diego Gualandris, Petrit Halilaj and Alvaro Urbano, Norma Jeane, Luisa Lambri, Lorenza Longhi, Diego Marcon, Raffaela Naldi Rossano, Valerio Nicolai, Alessandro Pessoli, Amedeo Polazzo, Cloti Ricciardi, Michele Rizzo, Cinzia Ruggeri, Salvo, Lydia Silvestri, Romeo Castellucci – Socìetas, Davide Stucchi, TOMBOYS DON’T CRY, Maurizio Vetrugno, Nanda Vigo, Zapruder.


La carica dei Caravaggeschi

Dopo tre mesi da incubo alcune attività culturali vanno pian piano risvegliandosi ed ai Musei Capitolini è stata presentata la mostra “Il tempo di Caravaggio. Capolavori della collezione di Roberto Longhi”. Si tratta di una cinquantina di dipinti provenienti dalla Fondazione Longhi istituita in memoria del grande studioso d’arte; la Fondazione ha sede in una pregevole villa antica nei dintorni di Firenze ed ospita la collezione di dipinti, la biblioteca e la fototeca.

Il Longhi, nato nel 1890 e morto nel 1970, sin da giovane si distinse nei suoi studi sull’arte ed insegnò in varie università; i suoi interessi spaziarono in varie epoche toccando numerosi artisti dal contemporaneo Morandi agli ottocenteschi Courbet e Renoir. Ma il suo amore si rivolse soprattutto al Caravaggio per il quale organizzò nel 1951 la celebre mostra “Caravaggio e i Caravaggeschi” che valse a riportare l’attenzione degli studiosi e del grande pubblico sul Merisi ed i suoi seguaci.

L ‘arte del XVII secolo fino ai primi del ‘900 era tenuta piuttosto nell’ombra a favore di altri artisti di differenti periodi storici più apprezzati dalla storiografia nazionalista dell’epoca che privilegiava l’arte del Medioevo e del Rinascimento ritenuta più genuinamente italiana. Invece il Longhi aveva interesse per la pittura del seicento in particolare per il Caravaggio e per i tanti artisti che, pur con infinite sfumature, a lui si ispirarono.

La raccolta longhiana iniziò nel 1928 con l’acquisto del dipinto del Caravaggio “ Ragazzo morso dal ramarro” e proseguì per anni acquisendo opere di numerosi pittori, italiani e stranieri, che elaborarono la lezione del grande artista riproponendola anche decenni dopo la sua morte. Per ricordare il cinquantenario della scomparsa del Longhi l’Assessorato e la Sovrintendenza di Roma Capitale con il concorso della Fondazione e l’organizzazione di Zetema e Civita avevano predisposto una mostra che, per i noti eventi, è stata aperta solo il 16 giugno e che espone una cinquantina di pezzi della collezione scelti tra i più significativi in relazione al titolo.

L’esposizione si apre con il famoso “Ragazzo morso dal ramarro” che è stato l’atto di nascita della collezione, seguono alcuni dipinti da autori tardo manieristi che mostrano quale fosse il clima culturale nel quale si formò il giovane Caravaggio, si continua con tele del Saraceni, del Caroselli, del Moncalvo, del Fetti.

I caravaggeschi napoletani sono presenti con opere di Ribera, detto lo Spagnoletto, e di Battistello Caracciolo mentre di stranieri sono i dipinti di Valentin de Boulogne, che espone la splendida “Negazione di Pietro”, dell’Honthorst, del Baburen, dello Storm.

Di grande fascino sono le opere di Viviano Codazzi, di Filippo Napoletano, di Bernardo Strozzi e di altri meno celebri artisti,. Il percorso museale si conclude con quattro tele, due di Mattia Preti e due di Giacinto Brandi operanti decenni dopo la morte di Caravaggio e che mostrano quanto sia rimasto valido il messaggio lasciato dal grande artista.


Il tempo di Caravaggio
Capolavori della collezione di Roberto Longhi
Dal 16 giugno al 20 settembre 2020

Musei Capitolini
Roma

Orario:
tutti i giorni dalle 9,30 alle 19,30

Catalogo:

Matsilio Editori

Informazioni:
tel. +39 060608


L’Arte Pandemica

Pandemic Objects (Oggetti Pandemici) è un progetto editoriale che raccoglie e riflette su oggetti che hanno assunto nuovi significati e scopi durante l’epidemia di coronavirus. Durante i periodi di pandemia, una miriade di “oggetti” spesso trascurati di tutti i giorni (nel senso più ampio possibile del termine) vengono improvvisamente caricati di nuova urgenza. La carta igienica diventa un simbolo di panico pubblico, un termometro frontale uno strumento per il controllo sociale, i centri congressi diventano ospedali, mentre i parchi diventano beni pubblici contestati. Compilando questi oggetti e riflettendo sul loro mutevole scopo e significato, questo spazio mira a dipingere un’immagine unica della pandemia e del ruolo chiave che gli oggetti svolgono al suo interno.


Pandemic Objects

Victoria and Albert Museum
Londra (Gran Bretagna)


Georges de La Tour: Il caravaggesco francese

La mostra riflette sulla pittura di Georges de la Tour, caratterizzata da un profondo contrasto tra i temi “diurni”, crudamente realistici, che ci mostrano un’esistenza senza filtri, con volti segnati dalla povertà e dall’inesorabile trascorrere del tempo e i temi “notturni” con splendide figure illuminate dalla luce di una candela: modelli assorti, silenziosi, commoventi. Un potente contrasto tra il mondo senza pietà dei “diurni” e la compassionevole rappresentazione delle scene “notturne” che colpisce ancora oggi. Dipinti che conservano il segreto della loro origine e della loro destinazione. Come rimane un mistero la formazione del pittore, compresa la possibilità o meno di un suo viaggio italiano.
La prima mostra in Italia dedicata a Georges de La Tour, attraverso dei mirati confronti tra i capolavori del Maestro francese e quelli di altri grandi del suo tempo – Gerritvan Honthorst, Paulus Bor, Trophime Bigote altri – vuole portare una nuova riflessione sulla pittura dal naturale e sulle sperimentazioni luministiche, per affrontare i profondi interrogativi che ancora avvolgono l’opera di questo misterioso artista.


Georges de La Tour
L’Europa della luce

Dal 7 febbraio al 27 settembre 2020

Palazzo Reale
Milano


Alberto Giacometti: Il pensiero dell’immagine

Alberto Giacometti è conosciuto soprattutto come scultore e pittore. Disegnava anche molto: era un modo privilegiato per cercare di conoscere la realtà, tramite lo studio delle opere d’arte di ogni epoca. Durante la sua vita, egli ha ugualmente realizzato un gran numero di incisioni e litografie. La produzione grafica di Giacometti è espressione di una profonda ricerca, rimasta meno visibile fino a oggi. Per questa ragione, il m.a.x. museo ha ritenuto di valorizzarla.
È esposta così, per la prima volta, una visione globale della sua opera grafica, con oltre quattrocento fogli: dalla xilografia all’incisione a bulino, dall’acquaforte alla litografia; non è infrequente che questi fogli siano legati all’illustrazione di libri. A essi si aggiungono alcuni dipinti, disegni, sculture e fotografie, nonché una scelta di tavole che fanno parte della raccolta intitolata Quarantacinque disegni di Alberto Giacometti, pubblicata da Einaudi nel 1963.
L’esposizione, che si avvale di prestiti di prestigiose istituzioni e collezionisti privati su tutto il territorio svizzero e anche a livello internazionale, è a cura di Jean Soldini, filosofo e storico dell’arte, e Nicoletta Ossanna Cavadini, direttrice del m.a.x. museo e dello Spazio Officina, e si inserisce nell’ambito del tema del Centro Culturale Chiasso per la stagione 2019-2020, ossia “confine”.


Alberto Giacometti 1901-1966)
Grafica al confine fra arte e pensiero

Dal 9 giugno 2020 al 10 gennaio 2021

Centro Culturale Chiasso
MAX Museo
Chiasso (Svizzera)

Catalogo:
Albert Skira
Milano/Ginevra, 2020
pp. 400, italiano/ inglese.
CHF 36.- o EURO 36