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L’EVENTO IMMOBILE

L’esposizione Apparizioni conclude la rassegna, iniziata con la parternship del museo Man di Nuoro nel 2007, e si propone d’indagare, tramite le opere video di João Onofre (P), Robbert Weide (NL), Sean Rogg (UK), Helen Dowling (UK), Marrit Snel (NL), Hans Schabus (A), Ruben Bellinkx (B), Katrin Connan (D), Sophie Krayer (CH), la configurazione costitutivamente paradossale e indecidibile di apparizione.

L’evento odierno, segue le due giornate di studio tenutesi lo scorso maggio a Firenze  presso Ex 3 Centro per l’arte contemporanea – con interventi di Rocco Ronchi, Riccardo Panattoni, Elio Grazioli e la presentazione dell’opera video Echo di Hans Schabus – e a San Giovanni Valdarno – con gli interventi di Paolo Bertetto, Marco Senaldi e l’opera video Untitled, Vulture in the studio di Joao Onofre e contestualmente, a Casa Masaccio,la mostra Enplein air di Paolo Meoni -.

Cosa appare attraverso l’apparizione? L’atto puro e transitivo che si salda a tutto ciò che l’apparizione fa o magari qualcosa che scompare attraverso ciò che essa s’incarica proprio di far apparire intransitivamente?

Nello spirito della rassegna L’evento immobile che, sin dalla prima edizione, indaga la dimensione incoativa dell’evento, proponendosi di analizzare ciò che di permanente e di fisso resiste ed insiste in ogni immagine in movimento, le opere in mostra, per la maggior parte inedite in Italia, si misurano con il tema dell’Apparizione non in maniera frontale e diretta ma tramite uno sguardo obliquo che nel luogo del confronto pare dissolversi, ritrarsi in ciò che di se appare più irriducibile.

L’apparizione può apparire per nascondere o dissimulare qualcosa? Oppure accade che l’apparizione si fermi, si congeli senza divenire nient’altro che la propria irriducibile impossibilità a non apparire in sé, scavando sempre di più la distanza che l’ha separata, la separa e la separerà dall’immagine d’ogni possibile rimando?

Un doppio legame, una doppia ingiunzione, una doppia interdizione dunque; adesso ciò che appare sembra apparire nonostante e attraverso di sé, in quel ritardo irriproducibile che non cessa di sigillarsi nella flagranza inaudita di un anticipo sempre già riprodotto, per la prima volta.

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San Giovanni Valdarno (Arezzo)
Casa Masaccio
Centro per l’Arte Contemporanea

L’EVENTO IMMOBILE
Apparizioni

Dal 3 al28 novembre 2012

Tel.055/9126283
http://www.casamasaccio.it

 

GLI OGGETTI DI UNA STORIA MIGRANTE

L’iniziativa espositiva [S]oggetti migranti: dietro le cose le persone ha come fulcro il tema dei viaggi di migrazione intrapresi dagli oggetti conservati nei musei etnografici come il Museo Pigorini, presenti nel deposito. Oltre 150 opere, molte delle quali mai esposte, per portate in primo piano le storie passate e presenti dell’umanità che si cela dietro quegli oggetti.

La mostra nasce nell’ambito del progetto europeo READ-ME 2 (Réseau européen des Associations de Diasporas & Musées d’Ethnographie), del quale il Museo Pigorini è l’Istituto capofila in partenariato con il Musée royal de l’Afrique centrale di Tervuren (Bruxelles), il Musée du quai Branly di Parigi, il Museum für Völkerkunde di Vienna e in collaborazione con le associazioni della diaspora di Italia, Belgio, Francia e Austria.

L’esperienza della migrazione è presentata nei suoi risvolti storici ma soprattutto umani e contemporanei, resi più espliciti da un allestimento scenografico che vuole amplificare le possibilità interpretative del tema proposto e dà densità alla pluralità delle prospettive in gioco.

Oggetti esposti sono una testimonianza della presenza delle persone che hanno intrapreso il viaggi di migrazione e i risvolti storici ma soprattutto umani e contemporanei, resi più espliciti da un allestimento scenografico che vuole amplificare le possibilità interpretative del tema proposto e dà densità alla pluralità delle prospettive in gioco. L’itinerario della mostra si articola procedendo dalla Terra Madre che ci ha generato, fino alla Terra di qui che oggi ci accoglie, attraversando nel mezzo tempi e luoghi del grande Viaggio che fa la storia delle persone e delle cose che abitano il nostro pianeta, nel quale ci possiamo considerare tutti, da sempre, migranti.

Alla mostra sul patrimonio museale seguiranno, nella sezione Idee migranti, quelle degli artisti selezionati attraverso un appello-concorso di idee sui temi della migrazione. Installazioni, performance e incontri, per aprire uno spazio di confronto pubblico sui fenomeni migratori contemporanei, i diritti di cittadinanza e la promozione del patrimonio culturale nell’era delle diaspore.

La selezione ha preso in esame le proposte che attraverso diverse modalità e linguaggi espressivi, illustrano i molteplici sguardi provenienti dalle diverse prospettive sul tema della migrazione al fine di mostrare contributi inediti su un fenomeno spesso raccontato e rappresentato attraverso semplificazioni e stereotipi.

Un panorama artistico che coinvolgerà nei prossimi mesi anche le realizzazioni di: Claudia Bellocchi, Elisabeth Frolet, Salomòn Adrian Levy Memùn, Eleonora Del Brocco, Elena Pinzati, Serge Uberti, per indagare in realtà sconosciute ai molti come in Visit India, la piccola India a Sabaudia, di Patrizia Santangeli o l’incontro con Veronica Ferreri Home and Identity – sulla presenza di rifugiati somali a Damasco. 

 

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Roma (EUR)
Museo Nazionale Preistorico Etnografico “Luigi Pigorini”
piazza Guglielmo Marconi 14

[S]OGGETTI MIGRANTI
Dietro le cose le persone
IDEE MIGRANTI

Dal 20 settembre 2012 al 2 aprile 2013

Informazioni:
tel.06/54952269
http://www.pigorini.beniculturali.it/
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E X T R A T E R R E N I

Viaggio multimediale nei prati dell’eternità di Valeria Paniccia Giovedì1 novembre 2012 dalle ore 9.00 alle 16.00 proiezioni continue al CIMITERO ACATTOLICO Roma via Caio Cestio 6 http://www.cemeteryrome.it Cimiteri monumentali Passeggiate televisive di Valeria Paniccia “Quella sua affascinante voce da bambina, una voce inventata, mi aveva trascinato al Campo Verano”. Inizia così il racconto in video di Valeria Paniccia, autrice delle passeggiate televisive nei cimiteri monumentali, in compagnia di guide eccellenti per Raisat Extra. Extraterreni è una serie tv che diventa teatro per poi trasformarsi in racconto filmato. E’ un viaggio multimediale sulla passione della vita, sul perdersi nelle città senza tempo e lasciarsi guidare da chi ha conosciuto sepolti che forse non sono mai morti. L’idea del viaggio è nata inseguendo le sonorità seducenti di Marilyn Monroe. Cercando la data di nascita di Rosetta Calavetta, doppiatrice della star americana, per caso, Valeria Paniccia è finita al cimitero Verano dove è sepolta la Calavetta. Lì scopre un luogo niente affatto spettrale, in grado di sprigionare meraviglia ad ogni angolo. Il racconto narra anche di cari estinti per niente celebri e di storie cimiteriali scoperte sul momento, sfuggite, per necessità, alla telecamera. A volte, guardare dentro i sepolcri riserva delle sorprese. Lungo i viali di un luogo e di una condizione che i più tendono a rimuovere, viene spontaneo regalare sostanza, non solo alle parole dette, ma anche all’atmosfera. L’autrice sembra volerci invitare alla pratica di un turismo nuovo, insolito e suggestivo. Un’esperienza che di certo arricchisce. In video i virgili delle passeggiate in tivù: Massimo Cacciari, Gae Aulenti, Toni Servillo, Giorgio Albertazzi, Margherita Hack, Franco Cordelli, Pupi Avati, José Saramago, Oreste De Fornari, Giovanni Sartori, Piero Chiambretti, Demetrio Volcic. Dalle Teche Rai appariranno Gaber, Gadda, Volonghi, Monroe, Pasolini, Pound.

[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=TSidLhkVQUk[/youtube]

UN PERSONAGGIO SALGARIANO

A cura della Fondazione Roma si tiene a Palazzo Sciarra una mostra dedicata ad un sovrano indiano vissuto quasi mezzo millennio fa e le cui vicende rammentano quelle dei personaggi che popolavano i libri di avventure che facevano sognare i ragazzi delle generazioni presessantottine. Il nostro eroe è Jalaluddin Muhammad Timurid più noto come Akbar “il più grande” che fu Gran Moghul, sovrano cioè di gran parte dell’India dal 1556 fino alla sua morte nel 1605. Nacque nel 1542 figlio di Humayan e nipote di Babur, discendente del Tamerlano, fondatore qualche decennio prima della dinastia che durò per secoli, sia pure in progressiva lenta decadenza, fino a metà ‘800, allorché fu soppressa dagli Inglesi dopo aver domato la rivolta dei “Cipays”, truppe indigene al servizio della Compagnia delle Indie Orientali. L’infanzia del giovane fu tribolata da tradimenti, congiure, rivolte, guerre contro Afgani e Persiani finché il sovrano, abile generale anche se analfabeta, riuscì ad ottenere la supremazia su larga parte dell’India Settentrionale.
Originariamente mussulmano si trovò a regnare su sudditi mussulmani, indù, buddisti e una piccola minoranza cristiana destreggiandosi abilmente e rispettando le varie credenze, tentò anche senza successo di elaborare una religione sincretista che prendesse il meglio della varie fedi ma con scarsi risultati. Sebbene analfabeta, secondo moderne teorie mediche sarebbe stato dislessico, fu cultore di ogni tipo di arte, fece costruire bellissimi edifici e si interessò soprattutto di manoscritti miniati che fece raccogliere, copiare, tradurre. Ebbe contrasti con il figlio primogenito Jahangir, che gli si ribellò più volte, ma sempre lo perdonò e lo designò come successore dopo la sua morte. Spostò più volte la sua capitale ad Agra, Lahore ed in una nuova città che fece costruire in pochi anni e che chiamò Città della Vittoria. Con una serie di vittoriose campagne riuscì a costituire un grande impero che abbracciava gran parte dell’India, del Pakistan e dell’Afghanistan e su di esso regnò con grande saggezza unificando legislazione e sistema monetario. Ma ciò in cui si distinse dai suoi successori fu la politica di tolleranza religiosa nei riguardi soprattutto di buona parte dei suoi sudditi di religione indù, per dimostrarlo sposò come prima moglie una principessa indù che permise mantenesse la sua religione.
La mostra si articola in cinque sezioni che comprendono sia l’intera vita del sovrano che lo sviluppo della civiltà indiana nella seconda metà del XVI secolo. Vengono esaminate in successione la vita a corte, l’edificazione e l’urbanistica, arti e artigianato, guerre e caccia, religione. Gli oggetti esposti sono 130 e consistono soprattutto in miniature, in stile persiano, provenienti dall’India e da vari musei occidentali, tra loro spicca una serie proveniente dal Palazzo a Vienna di Schonbrunn e posta ad arredamento della “Stanza del Milione” allestita nella metà del ‘700 dimostrazione di apprezzamento all’epoca dell’arte orientale. Sono esposte due bellissime teste di leone in bronzo dorato e poi parecchie armi, scimitarre e pugnali finemente lavorati ed ornati di pietre preziose e poi mobiletti ed oggetti con fini intarsi; interessante un tavolino con intarsi in madreperla, una scritta in scorretto latino ed una scena con angeli che adorano il Sacramento, forse un oggetto di alto artigianato destinato alla colonia Portoghese di Goa. Seguono bei tappeti ed una serie di miniature su cotone con inchiostro, acquarello opaco ed oro, ora in museo a Vienna, commissionate da Akbar per illustrare la vita e le avventure di Hamza zio di Maometto. L’ultima sezione, la religione, mostra varie miniature con episodi religiosi di varie fedi e tra loro si notano “Sacra Famiglia”, “Crocefissione” e “Deposizione” in stile indo-persiano.
L’allestimento della mostra è in stile orientaleggiante.
All’esposizione sono collegati due diversi eventi: una rassegna cinematografica dal titolo “Bollywood Film Meeting Roma” che presenta presso il cinema Quirinetta una serie di film della cinematografia indiana ed un ciclo di conferenze che si terranno a Palazzo Sciarra e che illustreranno la vita di Akbar e l’India del suo tempo.

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AKBAR
Grande Imperatore dell’India
Dal23 ottobre 2012al3 febbraio 2013

Roma
Museo Fondazione Roma (Palazzo Sciarra)

Informazioni:
Tel.06/39967888

Orario:
da martedì a domenica
dalle10.00alle20.00

Catalogo:
Skira

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La rassegna di cinema indiano
Teatro Quirinetta
Dal 29 novembre al 9 dicembre 2012

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PIZZI CANNELLA: “Il SOGNO DELLE COSE”

Culto mito fascino delle “cose”che ci accompagnano

ci guardano e ci completano

“cose” che amiamo credendole eterne

“cose” che raccontano nel tempo

il nostro sogno di immortalità.

Per questo le amiamo come amiamo l’arte

”sublime del falso” figlia e madre che ci supera

che “vive”impregnata di noi come di un profumo

che ci racconta più di quanto sappiamo.

E noi…che amiamo le “cose” chiamandole oggetti,

che le abbiamo avute con passione o distrattamente

che le accarezziamo pensando di spostarle

che le guardiamo essendone gelosi

noi non sappiamo…quanto passiamo in loro

né quanto resta di loro in noi

e attraverso quante vite le cose oggetto

ci continueranno.

PIZZI CANNELLA

evoca l’anima e il profumo delle “cose”

e dal pennello intriso d’ombra

appaiono rimpianti e nostalgie:

visioni di cupole, paesaggi con voli di uccelli,

ventagli e cattedrali, lampade, gioielli, favolose mappe

e sfila un mondo silenzioso

culminante nel sogno delle vesti,

sospiri di colore tra neri e creme doré

mentre affiorano canti di invisibili regine della notte.

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 Al primo incontro…stupiscono e incantano

le creature-oggetto di Piero Pizzi Cannella

elementi animati della “favola”

o poesia di magici amuleti sul filo del ricordo?

Ma quando i quadri virano in racconto

ricreati nel gioco visionario della mente

allora avviene il mutamento e appaiono miraggi

come di volti, mani, corpi in movimento

figure sospese rivelate dall’artista che,

mentre a volte la pittura muore,

soffia su un mondo inanimato

nel quale accende il battito del cuore. 

 

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PIERO PIZZI CANNELLA
Cinquanta opere divise in tre sezioni

Dal 18 ottobre al 20 gennaio 2013
Roma
Galleria Mucciaccia
Piazza d’Aracoeli, 16

Orario:
lunedì 15.30-19.30
dal martedì al sabato 10.00-13.30 / 15.30-19.30

Informazioni:
Tel. 06.69923801