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Post d’Arte: Da Bouguereau al Merisi

William-Adolphe Bouguereau (La Rochelle 30 novembre 1825 – La Rochelle 19 agosto 1905)

Bougereau… ecco la tremenda trappola del “bello” superficiale, del grazioso, della delizia degli occhi!.. Una esplosione di zuccheri e melassa. Eppure in tanta vellutata beltà non c’è un grammo di sangue che possa commuoverci. Ecco il pericolo della pittura gratificante che inganna con le sue “avances” melliflue il già disorientato spettatore che qui si rasserena e si contenta del dipinto “confiture”!

Guido Gustavo Gozzano (Torino, 19 dicembre 1883 – Torino, 9 agosto 1916)

Gozzano, un poeta tutto da rivalutare, non un minore, come si disse, della poesia piccolo-borghese e salottiera, ma uno scrittore e poeta vero che rinunciò alla retorica accademica e patriottica per rifugiarsi nel mondo delle piccole, grandi emozioni che sono poi il senso e la realtà della nostra vera vita, lontana dal frastuono dei grandi eventi della storia nazionale… Un poeta intimista ma soprattutto pessimista riguardo alla stentorea proclamazione dei grandi temi sociali, delle rivoluzioni e dell’ottimismo progressista (lui come Leopardi del resto), e intento invece alla quotidianità dei sentimenti che è la storia delle nostre piccole esistenze, tessuto prezioso e malinconico del nostro umanissimo divenire.

Artisti generosi e artisti ritrosi

Al contrario dell’artista romantico e generoso nell’empito dell’atto creativo, direi che la condivisione emotiva con lo spettatore (necessariamente intelligente, sensibile e pur esso creativo) accade come conseguenza inevitabile dell’atto compiuto però nella essenziale solitudine della propria coscienza creativa. Mi viene in mente, all’opposto dell’artista che ama “darsi” nell’urgenza di comunicare, l’aristocratico atteggiamento dell’artista (Leonardo) che non ama esser divulgativo ma che addirittura pone tra sé e lo spettatore ostacoli e labirinti formali quasi a depistare l’invadente intromissione dell’ipotetico spettatore (che se è attento e fortunato può salire a bordo della nave, ma resta sempre un magnifico clandestino), spettatore che spesso equivoca naturalmente sulle intenzioni dell’artista; anche se comunque ogni opinione è già in sé un atto creativo.

Poveramente Concettuale

A proposito della cosiddetta arte “concettuale”, che ormai imperversa e spadroneggia da fin troppo tempo,vorrei dire che il suo problema non è tanto la ricorrente bruttezza o la sciatteria formale quanto il grave, gravissimo equivoco intellettuale su i suoi presupposti di valenze simboliche e contenutistiche che commerciano idee e ideuzze con i soliti alibi di importanti e fondamentali valori, appunto concettuali e filosofici. Questo vale ovviamente anche per la cosiddetta arte “povera” che più povera di così non si può… Una volta per tutte, da che mondo è mondo, e da quando artefici primitivi disegnarono sulle pareti di remote caverne, “l’idea” o il “concetto” non vale per sé,ma vale soltanto e diventa significativo se trova la sua forma adeguata con la quale l’idea si avvalora e diviene sostanza estetica!

Michelangelo Merisi, detto Caravaggio (Milano, 29 settembre 1571 – Porto Ercole, 18 luglio 1610)

Caravaggio, mi viene da dire, è l’unico vero erede e continuatore di Michelangelo… La sua umanità, glorificata e divinizzata dal Buonarroti in una specie di Empireo tragico ed eroico, discende nel Merisi e si umanizza nella nuova pur tragica miseria del quotidiano: dall’immanente al trascendente; dalla volontà dell’artista che realizza un’umanità di luce e di granito in una umanità carnale e pure eroicamente conclusa nel suo rivolgere lo sguardo non più alla solarità dei cieli e al suo riscatto ultramondano, ma rivolto alla terra e al suo terrestre destino.

Post d’Arte: da Caravaggio ai Fayyum

Caravaggio e Controriforma

Caravaggio, l’eroe della Controriforma (malgré lui!). L’artista che ridiede dignità umana e semplicità spirituale alla santità rivelata nella quotidianità e nella concretezza di uomini e donne “veri” e non più come meravigliose icone trascendentali… E’ buffo che poi proprio questi che erano i valori perseguiti dalla severa Controriforma trovassero nei prelati stessi scandalo e disappunto..

L’arte ai posteri

I mediocri e sciatti prodotti artistici che il nostro tempo lascerà ai cosiddetti posteri (arte povera, poverissima, vani e cervellotici giochi concettuali, performance assurde e grottesche) sono la traccia veritiera di questa nostra umanità dissacrata, impoverita, umiliata, che ignora o ha dimenticato di sè e del mondo, la grande ricchezza della nostra pur breve esistenza: il senso profondo e assoluto di appartenenza al miracolo del Creato… I grandi artisti del passato, pur vivendo meno e meno bene di noi, avevano in sé questa certezza e questa forza che dava alle loro opere un senso di eternità e alla loro pur breve vita una traccia imperitura..

L’equivoco Iperrealista

L’Iperrealismo è un equivoco concettuale basato sul forsennato virtuosismo in gara con la fotografia, ma che non produce nessuna vera emozione creativa se non lo stupore di quanto tempo e lavoro venga sottratto alla vera ricerca estetica.

Ritrattistica Fayyum

La serie dei ritratti del Fayyum mi ha sempre affascinato: prodotto della tardiva ritrattistica romana, la magnifica qualità pittorica di questi dipinti, addirittura commoventi nel rievocare ancor vivissima l’intensità psicologica degli uomini e delle donne trapassati, mi fanno sentire aldilà del tempo vicini e ancor vitali nella loro malinconia, lo sperare, l’esistere del loro quotidiano: ecco la vera bellezza, perché vera e disarmata… Eppure, a pensarci, sono solo ritratti funebri di povere mummie dimenticate… pensate alle squallide fotografie grigie e scolorite che illustrano i defunti nei nostri cimiteri!