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L’Europa a piedi

In Italia manca una letteratura di viaggio: esploratori in passato, siamo oggi sedentari, mentre invece gli inglesi si qualificano come grandi viaggiatori. Ho letto i libri di Bruce Chatwin; mi sono appassionato alle imprese di sir Ranulph Fiennes (vedi articolo), ma ignoravo le imprese di Patrick Leigh Fermor, di cui il giovane Nick Hunt ripercorre le tappe. Si direbbe un hobby nordico: Geert Mak segue a distanza di cinquant’anni i viaggi americani di Steinbeck, Dick North ripercorre in Alaska e Canada le orme di Jack London a ottant’anni dalla corsa all’oro. “Paddy” Fermor aveva viaggiato attraverso l’Europa tra il dicembre del 1933 e il gennaio del 1935, rielaborando in seguito la sua esperienza in tre libri: A time of Gifts (1977), Between the Woods and the Water (1986), e The Broken Road: Travels from Bulgaria to Mount Athos (postumo nel 2013) (1). La trilogia, grazie alla vasta e poliedrica cultura dell’autore, risulta arricchita da digressioni storiche, artistiche, antropologiche e politiche. Il nostro giovane seguace non ha di queste pretese e quindi Camminando fra i boschi e l’acqua non è una Guide du Routard aggiornata al 2011, anno del viaggio che da Rotterdam l’ha portato fino a Istambul. L’autore, all’epoca trentenne, è nipote dell’alpinista John Hunt (Everest, 1953) e ha per Fermor una sorta di sacra riverenza, al punto di non avergli mai scritto una lettera. Fermor viveva in Grecia e muore proprio nel 2011, senza sapere che un suo lettore ne stava ripercorrendo i passi. L’Europa di Fermor è quella degli anni Trenta: industriale e insieme agricola, urbana e rurale, ma con una rete stradale ancora embrionale se paragonata a oggi. Molte comunità erano di fatto isolate e autonome, né la tv aveva omologato culture e stili di vita. Fermor però in Germania si scontra presto con la brutale volgarità dei nazisti, non ancora al potere ma ben affermati a Monaco e in provincia. Fermor pochi anni dopo combatterà i nazisti a Creta come incursore di Sua Maestà, arrivando persino a rapire un generale tedesco e consegnarlo ai partigiani greci, ma nel 1933 ancora non può immaginare di cosa saranno capaci le SS. Quando poi seguendo il Danubio passa in Mitteleuropa, da buon inglese è quasi sempre ospitato dalla piccola nobiltà di campagna, classe sociale già in crisi dopo la prima guerra mondiale ma spazzata via dalla seconda grazie ai sovietici, che provvederanno anche a distruggere il carattere multietnico e multiculturale delle grandi città. Per il resto, il paesaggio rurale ungherese e romeno descritto da Fermor sembra ancora quello del secolo prima: contadini e pastori vestiti come nei quadri di genere, strade piene di buche e carri trainati da cavalli, anche se nel fondo possiamo indovinare il gusto inglese per il pittoresco.

E passiamo al nostro Nick Hunt; nel 2011 non può più farsi ospitare da improbabili signorotti di campagna, ma ricorre a una rete internet di ospitalità temporanea o si arrangia come può. Parte d’inverno da Rotterdam per risalire il Reno e poi seguire il corso del Danubio, arrivando in primavera a Vienna e continuando per l’Ungheria, che sente come un’isola separata dall’Europa, per continuare in Romania dopo le Porte di Ferro, il punto dove il Danubio si apre a forza un varco tra le montagne e irrompe in Romania. Nel libro ci sono alcune scarne cartine, ma chi abbia un minimo di conoscenze geografiche non ha difficoltà a seguire un percorso, che grosso modo coincide con il Limes dell’Impero romano. E infatti appena lo varca si accorge di quanto l’Europa orientale sia diversa in tutto e quanto superficialmente sia stata annessa all’Unione Europea. Ma andiamo per ordine: risalendo il Reno con la bussola e il libro di Fermor in mano, Hunt ritrova ogni tanto le vecchie osterie e chiese di provincia descritte nel libro, ma il tessuto connettivo è ora scandito dalle autostrade, dai centri commerciali, dalle industrie e dalle dighe, e marciare a piedi non è previsto dall’urbanistica, a meno di non andar per boschi e paludi dove ancora esistono. Le aree golenali ancora intatte sono parchi naturali, altrimenti ci sono sbarramenti ovunque e le periferie delle grandi città si somiglian tutte. Diverso il paesaggio da Bratislava in poi: sembra la descrizione di un dopoguerra, dove gran parte di quello che ha costruito il Socialismo sembra ora aver l’aspetto di un rottame arrugginito e dove le varie etnie prima unificate dall’internazionalismo proletario oggi hanno in comune solo l’odio verso gli zingari, i musulmani e l’Europa. Hunt a Budapest segue anche un comizio di Orbàn e ne rimane scosso, pur senza capire – ovvio – una parola di ungherese. Il viaggio poi continua con ampie escursioni in Transilvania, prima di riprendere la rotta verso sud. Ma non entro nei dettagli e invito invece a leggere il libro e magari anche quello di Fermor (di cui Hunt riporta comunque ampie citazioni), ma non prima di dire qual è il vero pregio di entrambe le opere: la sorpresa dell’incontro. I luoghi possono esser descritti da una Guide Bleu Michelin, da un Baedeker o dal Touring Club, mentre le persone con cui i nostri autori entrano in contatto sono un patrimonio esclusivo del viaggiatore, ma condiviso con i lettori. Chi ospita il viaggiatore vuol sempre ascoltare una storia e ne racconta di sue fino a notte fonda. Esperienza unica: uomini e donne incontrati lungo il percorso sono un campionario anche bizzarro di dialetti, usi e costumi e stramberie di ogni genere, anche divertenti, tutte annotate dal nostro viandante curioso. Quando invece si parla di politica, salta invece fuori quell’educato disinteresse di chi nulla capisce dei problemi nazionali o locali altrui. Ampie sono le digressioni su pranzi, cene e serate in birreria, tipiche di chi viaggia a piedi e ha sempre una fame da lupi. Lunghe descrizioni di dolori fisiologici: stranamente, Hunt non si è allenato alla marcia nei mesi prima e quindi soffre di stiramenti ai tendini, dolori muscolari e quant’altro. Costretto ogni tanto al riposo assoluto, ne approfitta però per scrivere…

NOTE

  1. Traduzioni italiane: Tempo di regali : a piedi fino a Costantinopoli : da Hoek Van Holland al medio Danubio (2009) ; Fra i boschi e l’acqua : a piedi fino a Costantinopoli : dal medio Danubio alle Porte di Ferro (2013) ; La strada interrotta : dalle Porte di Ferro al Monte Athos (2015).

Camminando fra i boschi e l’acqua.
Da Hoek van Holland al Corno d’Oro sulle tracce di Patrick Leigh Fermar
di Nick Hunt
Traduttore: Laura Prandino
Editore: Neri Pozza, 2020, pp. 365
Prezzo : € 19,00

EAN: 9788854519022

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