Archivi tag: Dracula

Vampiri classici

L’uomo fin dalle suo primo pensare. ha voluto dare corpo alle sue paure, attribuendogli sembianze terrificanti; erano creature difficilmente identificabili con una sola identità e il cui solo hobby consisteva nel nutrirsi di sangue e carne umana.

Le divinità terrestri, infernali, “ctonie”, eternamente contrapposte alle entità superne, celesti, olimpiche, fin dal primo barlume di religiosità nell’uomo primitivo hanno assunto una importanza basilare nel determinare l’assetto spirituale della società tribale. Proprio questo contrapporsi dell’entità oscura-interna all’entità luminosa-estema, questa complementarità era (e sempre lo è stata, fino alla religione cristiana) necessaria all’equilibrio del naturale e soprannaturale.

L’entità demoniaca anzi, per la sua maggiore. terrestre vicinanza alle quotidiane necessità dell’uomo, in un certo senso spiegava e catartizzava le fondamentali sue paure e ossessioni.

Queste entità in genere appartenevano all’olimpo il1feriore; ai piani “bassi” della natura: abissi, caverne, ipogei; o simboleggiavano i piani inferiori, oscuri dell’umano: le energie negative dell’odio, la vendetta, la crudeltà, la sessualità sfrenata; o infine presiedevano al mistero fatale e insolubile della morte e dell’aldilà.

Notevole, nell’antichissima civiltà minoica, il mito del Minotauro, uomo-toro che periodicamente si nutriva di giovane carne umana nei recessi orridi del suo Labirinto.

Quello del mostruoso toro è un importante archetipo che ritorna in molte tradizioni religiose, dal sacrificio del dio Mitra alle rituali corride, toro che incarna l’energia tellurica, sotterranea, del mondo primordiale al quale si contrappone il luminoso eroe (Teseo, Mitra) che lo vince e lo aggioga al nuovo ordine cosmico.

Interessante la spiegazione legata alla nostra cultura psicoanalitica che vede nel Minotauro, la colpa rimossa e nascosta nei recessi della Psiche-Labirinto, forza divorante che affiora ciclicamente.

Spostiamoci nell’Olimpo dell’antichità greca dove appaiono non solo bellissime ed armoniche entità celestiali, come comunemente si crede, ma pur numerose divinità e semidivinità infernali, mostruose e deformi.

Possiamo anzi dire che i greci, maestri di sintesi spirituale. più di ogni altra civiltà hanno saputo genialmente e poeticamente rappresentare il mistero delle oscure forze umane. iniziamo dallo stesso Cronos, l’antenato d’ogni divinità, l’orco primordiale, simbolo della forza cieca e divoratrice, colui che si nutre dei propri figli, curiosa immagine perversa del padre nell’enigma edipico. Le Erinni, le sanguinarie dee della vendetta (Megera, Tisifone, Aletto), tormentavano fino alla follia l’omicida colpevole. Altre infernali sorelle le tre Gorgoni (Medusa, Eurialo, testa folta di serpenti, zanne sporgenti dalle labbra, impietrivano solo con il loro orrendo apparire, deformazioni mostruose della psiche.

Ecate, dea dei morti, presiede alle apparizioni dei fantasmi e ai sortilegi: donna con tre corpi e tre teste, accompagnata dai lupi è posta nei crocicchi, antenata delle streghe medioevali.

Alla corte di Ecate era Empusa, spettro dal piede di bronzo, sorta di vampiro in fonna di donna seducente, si nutriva di sangue e carne umana; poi Eurinomo, demone che divora le carni appena seppellite, lasciandovi le ossa; e ancora le Chere, altre divinità vampiresche che emergono dal profondo per rapire, sui campi di battaglia, i corpi degli agonizzanti e succhiarne il sangue: esseri alati neri, con grandi denti bianchi e unghie.

Si sarà certo notata la assoluta predominanza del mostruoso al femminile nell’immaginario degli antichi, forse sintomo di un diffuso misoginismo o convinzione che la donna fosse legata alla spiritualità inferiore come umanità più terrestre ed elementare?

I Lemuridi, apparizioni spaventose delle anime dei morti, che con le proprie inquietudini vengono a tormentare i vivi, venivano scongiurati con le feste annuali dette “Lemurie”, descritte da Ovidio nei Fasti.

Così siamo passati all’antica Roma che del resto tutto, o quasi tutto deve, come panorama soprannaturale spirituale alla Grecia classica. Ma sopratutto Roma eredita dagli Etruschi quasi per intero la tradizione simbolica infernale.

Gli Etruschi abbondarono, per fertile fantasia e cupa immaginazione, popolare il mondo sotterraneo ultramondano, che era poi un modo per esorcizzare il loro fondamentale orrore della morte.

Tipiche del misterioso rapporto fra le ombre e la potenza sessuale la rappresentazione delle “Animu1e” filiformi, forze primordiali ed essenziali, o il demone (“genius” dei romani) che rappresenta e conserva il principio vitale trasformato nel simbolo sessuale puro e semplice. Tipici demoni etruschi i mostri Charon (dal Caronte greco): corpo verdastro, naso adunco, denti da belva, alato e armato di mazzuolo per tramortire i morenti, terribile personificazione del trapasso, e Tuchulcha, altro uccello rapace dalle lunghe orecchie appuntite. Infine il lupo, già divinità infernale greca e poi latina, della cui pelle si coprono talvolta i demoni etruschi, Mormo1ike, creatura dell’Acheronte con cui si ammutolivano i bambini disobbedienti, minacciandoli con la sua apparizione.

EcoTipo – L’Evasione Possibile

Demoniache presenze

Dalla vampirografia un elemento risulta chiaro: la persistenza (stavamo per dire l’immortalità) del conte Dragula. In quanto archetipo, il vampiro esiste da sempre e riesce a sopravvivere anche senza scrittura: ne fanno fede film di serie B di cui neanche si conosce il nome del regista, più migliaia di fumetti e di romanzi di consumo, pubblicati in decine di lingue. Inoltre, pur condizionato dalle sue insolite esigenze fisiologiche, il vampiro presenta notevoli capacità di  adattamento ambientale: tanto per fare solo due esempi nella Russia zarista de La famiglia del Vurdalak di A. Tolstoij, i nostri oscuri amici non possono muoversi oltre i confini del loro terreno, in quanto servi della gleba come i vivi, mentre in Vamp (1986) sono perfettamente inseriti in un ambiente metropolitano. Anche la connotazione di classe si adegua: l’aristocratico conte Dracula è affiancato ora da figure più comuni, figlie tutte della democrazia. E le vampire?

Certo Lucy o Clarimonde o Vespertilia sono ben più raffinate della volgarotta Vampirella o dell’impresentabile Sukia. Ma è il principio quello che conta.

Tuttavia, in mano al grande artista, Nosferatu (il non-morto) attinge al Sublime: diventa Eroe, Antieroe, Titano, Lucifero: Stoker, Dreyer e Murnau riscattano da soli tutti gli altri.

La chiave di volta è nell’aver creato una tensione morbosa, un meccanismo demoniaco di attrazione e repulsione che attira il protagonista, immancabilmente venuto da fuori, in una sorta di ragnatela. Si può arrivare a una forte intellettualizzazione: nelle Rivelazioni in Nero di Karl ]acobi la vittima di turno viene attirata dalla lettura del diario di un vampirizzato. Né mancano i manoscritti, l’ultimo dei quali è, stato … scoperto da Marin Mincu. Ora, Jerome K. Jerome l’autore di Tre uomini in barca) afferma çhe i personaggi delle tragedie mancano sempre di buon senso. Ma nell’Horror siamo a livelli ben peggiori: gli avvertimenti sono inutili, ci si avventura da soli di notte per tombe e cripte, si irridono tutte le maledizioni incise sulla pietra.

Questo perché il protagonista sente sempre la profonda affinità che lega i vivi ai morti. Quel che è peggio, intuisce o scopre non solo l’essenza del Vampiro, ma anche la propria. Non è solo Dracula ad aver paura dello specchio: il rischio maggiore lo corrono i vivi, che infatti diventano vampiri.

Basta un dettaglio del genere per capire l’antichità del culto: il carnevale stesso o Halloween fanno uscire i morti trai vivi, e questi ultimi non trovano soluzione migliore che mascherarsi da morti, cioè diventare morti. Ma esiste l’altra soluzione: è l’Eros, unico antagonista appunto della Morte, di Thanatos, Nosferatu viene intrattenuto dalla moglie della vittima fino all’alba: la donna – si chiami Ellen ci Lucy Harker non importa – conosce infatti la vera debolezza dei vampiri.

Nosferatu davanti alla Luce svanisce: in realtà è stato integrato e assimilato.

Ma sentiremo parlare ancora di lui…

EcoTipo – L’Evasione Possibile

Variazioni in punta di canini

Alcuni personaggi letterari hanno avuto maggior fortuna di altri sullo schermo e nei fumetti. Nascono dal folclore popolare per vivere di luce propria nelle diverse versioni cinematografiche e televisive, nei fumetti e nei cartoon, sino ai videogame.

Nell’anno appena trascorso si sono inaugurate due mostre per rendere omaggio a due personaggi come Tarzan e Dracula, nati dalle leggende e dai miti delle varie culture per dar vita ad un immaginario globale.

Tartan e la sua leggenda di un uomo allevato dalle scimmie, debuttò, grazie alla penna dello scrittore americano Edgar Rice Burroughs nel 1912 sulle pagine della rivista “All – Story Magazine”. Nello stesso anno moriva l’irlandese Bram Stoker, lo scrittore che, nel 1897, pubblicò il romanzo dedicato a Dracula.

La saga cinematografica dedicata al signore della foresta inizia con Tarzan delle scimmie (Tarzan of the Apes) nel 1912, mentre è di dieci anni dopo il debutto del Vampiro, ma ora i destini dei due personaggi si incrociano attraverso Kellan Lutz, ex vampiro in Twilight (2008), che è Tarzan nel film di Reinhard Kloos in uscita nel 2013.

Tradizione orale di paure arcaiche per concretizzarsi sulla carta e offrire differenti letture di un umano allevato dagli animali, possono essere lupi o scimmie, in Europa o in Africa, magari in India, per esaltare in Tarzan l’eroe positivo, anche prima di Kipling, che vede il Mondo con occhi ingenui senza contemplare l’inganno come modalità di vita.

Mentre il personaggio di Dracula non rimane rinchiuso nella lettura stereotipata del cattivo contro il buono. con gli anni Dracula e il resto del Mondo si confondono in un vortice di bene e male. Da l’orrorifico Nosferatu di Murnau ai bellocci vampirotti di Twilight che saltellano tra le sequoie dell’Oregon, dal linguaggio metaforico del cinema espressionista alle atmosfere rarefatte di un’immaginaria provincia del profondo sud-est statunitense di True Blood, è un’interminabile elenco di riletture e stravolgimenti di un personaggio identificato dai timori più atavici di ogni cultura come il male, sia come Vampiro o Ghul, Gorgone o Sfinge, ben prima di opporsi a Cristo.

Vampiri che disdegnano il palesarsi all’umanità e quelli che vivono tra le persone e le persone ne sono amici o ostili, sino a ipotizzare una guerra al “diverso”.

La mostra milanese “L’urlo di Tarzan” si è conclusa a settembre, quella dedicata a Dracula e il mito dei vampiri sarà possibile visitarla sino al 24 marzo 2013 negli spazi della Triennale.

Un omaggio all’immortale vampiro, principe della notte, antesignano di una lunga serie di emuli più o meno fascinosi. Dai lontani trascorsi folclorici allo sviluppo nell’ambito illuministico, sino alla contemporaneità della “vampiromania” che continua a sedurre adolescenti e non solo.

Un centinaio di opere tra dipinti, incisioni, disegni, documenti, oggetti storici, costumi di scena e video – affronta e indaga la figura del vampiro per antonomasia, partendo dalla dimensione storica per procedere alla trasfigurazione letteraria, fino ad arrivare alla trasposizione cinematografica e, infine, alle implicazioni sociologiche del mito di Dracula. Un vero e proprio viaggio nel mondo vampiresco che, al contempo, analizza il contesto storico e quello contemporaneo, passando in rassegna oggetti d’epoca e design dei nostri giorni, miti antichi e divi di oggi, per contribuire alle celebrazioni per il centenario della sua scomparsa di Bram Stoker.

L’anniversario della morte di Bram Stoker è stato anche l’occasione della lettura di Dracula nella rubrica di Ad Alta Voce su Rai Radio3.

Un testo, anche se datato, che aiuta ad avere un ampio panorama, con tutti i limiti di una pubblicazione con trent’anni di longevità, sulle coinvolgenze vampiresche, nei vari ambiti dell’umana conoscenza, dal folclore alla storia, passando per le varie espressività artistiche, è I vampiri di M.D, Cammarota Jr. (Ed. Fanucci).

********************************************************

Manifesto Dracula
Manifesto Dracula

Milano

Triennale

DRACULA

e il mito dei vampiri

Dal 23 novembre 2012 al 24 marzo 2013

Tel. 02/72434208 – 45496874

 

ARIDATECE DRACULA!

EcoTipo 1993 Dracula