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Quando i legami familiari non sono degli affetti

Il viaggio nel profondo della natura umana alla scoperta delle verità nascoste inizia quando Teddy, docente di un’università americana, ritorna con la moglie Ruth a Londra dopo anni di lontananza per presentarla al padre Max, allo zio Sam e ai fratelli Lenny e Joey. Elemento estraneo e perturbatore in un universo di cinque uomini misogini, Ruth scatenerà reazioni inaspettate ed effetti sconvolgenti all’interno del nucleo familiare che vedrà sovvertiti i ruoli tradizionali dall’unico personaggio femminile in scena. Cognata e nuora degli uomini di casa, Ruth diventa vittima e carnefice di un gioco al massacro che la svelerà in seguito come dominatrice di quella comunità maschile su cui imporre le proprie condizioni di donna libera e intraprendente.

In questo dramma feroce scritto nel 1964 da Pinter, uno dei più importanti autori di teatro del Novecento, si parla della crisi dell’uomo contemporaneo nella famiglia e dello scontro uomo-donna, utilizzando sulla scena il linguaggio ironico e bestiale di personaggi sgradevoli, terribili e crudeli.

Fino a qui, per sommi capi, la trama che Peter Stein non tradisce sia nell’ambientazione che nello spirito, con una scena essenziale e accenni filosofici sull’essenza del tavolo e del suo ruolo nel contesto universale. Bravi gli attori con Paolo Graziosi nel ruolo del volgare padre Max, Alessandro Averone caratterizza il personaggio Lenny come un dandy fasullo, Elia Schilton è commovente nel suo essere il trasognato zio Sam, mentre a Joey. il pugile a tempo perso e po’ suonato 24 ore su 24 è Rosario Lisma a dargli voce, Teddy, il docente di filosofia che si ritiene affrancato dal fetore della Londra postbellica è Andrea Nicolini, mentre Arianna Scommegna è una Ruth che da una titubante iniziale presenza in un contesto famigliare scardinato da ogni affetto, senza gruppi di sostegno o terapie di gruppo, prende possesso dello spazio non solo fisico, ma soprattutto mentale, rendendo il pugile Joeyla vittima darwinianamente predestinata.

Ogni personaggio è da solo, con la sua violenza e passività, a osservare gli altri come oggetti che parlano in una idiosincrasia nelle azioni.

Pinter dipinge a grandi macchie un’umanità grottesca, imprigionata negli individualismi microcosmici di fantasie egoistiche e illusioni ipocrite. Illusorie menzogne e sogni egocentristi in ordine sparso, salvo quando si ritrovano tutti uniti nello sfruttare l’ultima arrivata nel club maschilista.

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06 Teatro Palladium Il ritorno a casa Pinter regia di Peter Stein foto  indexTeatro Palladium

piazza Bartolomeo Romano 8 (Garbatella)

IL RITORNO A CASA

14 – 26 gennaio 2014

di Harold Pinter

traduzione Alessandra Serra

regia di Peter Stein

con Paolo Graziosi, Alessandro Averone, Rosario Lisma, Elia Schilton, Andrea Nicolini e Arianna Scommegna

scenografia Ferdinand Woegerbauer

costumi Anna Maria Heinreich

assistente alla regia Carlo Bellamio

Informazioni:

tel. 06/684000311 (ore 10-14/15-19 lunedì riposo)

Sito web http://romaeuropa.net/palladium/

Orari spettacolo:

tutte le sere ore 21.00

giovedì e domenica ore 17.00

sabato ore 19.00

lunedì riposo

Durata: 3 ore

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 06 Teatro Palladium Il ritorno a casa Pinter regia di Peter Stein foto.1