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Tumblr addio?

Per chi non la conosca, Tumblr è una piattaforma in rete simile a Istagram, dove convergono da una decina d’anni soprattutto le esperienze grafiche e fotografiche di tutto il mondo. Ora la doccia fredda: dopo il 17 dicembre Tumblr ha deciso di eliminare dal portale tutte le immagini sessuali non artistiche. Leggi: pornografia, ma non solo, visto che sono state censurate anche le foto erotiche del grande Grigori Galitsin. Sono leggibili le nuove regole, con esempi grafici che sembrano risalire ad altri tempi: il seno femminile è permesso solo se è una madre che allatta, o se è un quadro di un museo; la nudità è concessa in un contesto medico o elioterapico. Sembra di rivedere i ragazzi di una volta mentre sfogliano un atlante di anatomia per artisti o le riviste germaniche di nudismo balneare. Si sono attivati strani algoritmi che ovviamente prendono pure qualche buffa cantonata, ma conducono una folle operazione – si tratta di milioni se non miliardi di immagini – per bonificare un portale che nel migliore dei casi perderà molti clienti e quindi anche la pubblicità, diretta o indiretta che sia. Come il Codice Hayes, è una censura esterna alle istituzioni e per questo più efficace. Ora, il motivo di tale iniziativa non è chiaro, ma merita qualche commento. Il primo è che la censura è un fiume carsico che ogni tanto ricompare impetuoso, ma trova ormai un ambiente diciamo saturo: non c’è settore della nostra vita sociale che non sia sessualizzato, né si creda che questa sia un’esclusiva occidentale: proprio su Tumblr c’era anche ampio spazio per la pornografia islamizzante, soprattutto malese e indonesiana. Piuttosto, il vero problema della censura è che da anni sbaglia il proprio obiettivo: è ossessionata dal sesso ma miope di fronte alla violenza. Proprio su Tumblr ci sono una serie di blog che mostrano immagini di crimine violento, di sadismo, di tortura. Altri blog inneggiano al nazismo, all’intolleranza religiosa, all’islamismo aggressivo, allo sterminio della razza bianca e – viceversa- alla supremazia dei bianchi sui neri. Se le donne sono vestite, allora tutto è permesso? Strano criterio. E se difendiamo il diritto di opinione di un islamista o di un nazista, perché vietarlo a chi ha fatto del sesso la sua cultura? Fermo restando il limite del rispetto della persona (che, diciamolo, nel porno è raro: la donna è sempre passiva e disponibile), il problema non è drammatico. Rispetto alle censura di cinquant’anni fa il mondo è cambiato, ma non pe questo la società si è sfasciata, mentre l’imitazione della violenza è molto più pericolosa. E’ la violenza che permea i videogiochi, i rapporti sociali, il cinema. In prima serata si possono vedere anche atti violenti nelle varie serie televisive “poliziottesche”, ma una breve scena di nudo integrale nelle puntate de L’amica geniale è stata tagliata. Era davvero così pericolosa per le famiglie, quando qualsiasi bambino può andare in giro per la rete a imparare il Kamasutra? Per piacere, siamo seri.