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La sacra acqua

Nel panorama letterario attuale e in modo particolare nel genere della fantascienza, i romanzi che vanno per la maggiore sembra siano quelli ambientati in futuri distopici, aiutati senza dubbio dalla massiccia trasposizione cinematografica che ne deriva. Sarà che la combinazione “futuro distopico” apre nella mente degli scrittori emergenti infiniti scenari di avventure, ma non si può certo dire che fino ad ora questo genere non abbia ottenuto ottimi risultati.

La scrittrice finlandese Emmi Itaranta ha deciso di unirsi alla schiera degli autori sopracitati con un romanzo sul genere ma dal contenuto molto “riflessivo” e tra poco vedremo il perchè.
La storia è ambientata in un futuro non molto lontano dove il mondo è stato consumato dalle guerre del petrolio, risorsa ormai esaurita, e dove il bene più prezioso ma soprattutto più controllato dal governo del Nuovo Qian è quello in assoluto più importante fin dall’alba dei tempi: l’acqua.
La protagonista del romanzo è la giovane Noria Kaitio, figlia di un maestro del tè, titolo quest’ultimo che lei stessa ambisce ottenere sotto l’attenta guida del padre.
E da maestro prestigioso qual’è, il padre di Noria non può che avere un segreto, ovvero quello gelosamente custodito insieme alla moglie riguardante il “posto che non esiste”: una sorgente d’acqua pura nascosta nella montagna vicino al villaggio. Ma per un segreto del genere tenuto nascosto il governo non si farebbe scrupoli a giustiziare i Kaitio e, purtroppo per il buon nome della famiglia, le accortezze avute nel tempo dal padre si dissolvono in breve dopo la sua morte per via di una sprovveduta Noria che ne dimentica alcuni insegnamenti.
Gli interessi che la giovane ha sempre esternato nei confronti dei misteri sepolti delle generazioni passate unite ad un pizzico di ingenuità giovanile, porteranno Noria a compromettere la sua posizione, attirando su si sé gli occhi sempre attenti del temibile governo.

Pensando a “1984” di George Orwell come romanzo distopico per eccellenza, la storia che l’autrice racconta è sicuramente meno tragica rispetto ad esso, a partire da una più ampia libertà di cui godono i protagonisti che sono controllati solo in termini di consumo di acqua. L’occhio vigile del governo non arriva ad invadere la sfera intima dei protagonisti, seppur lasciando intendere che i controlli serrati non lasciano comunque molto scampo a chi pensa di fuggire dal Nuovo Qian. La presenza dell’esercito o lo spettro delle guerre del petrolio per quanto possano far pensare a scenari di rivolta, come la moda del genere vuole ultimamente, nel romanzo della Itaranta rimangono solo delle figure di contorno. Il ritmo del romanzo è lento ma mai noioso, accompagnato da una narrazione descrittiva che porta a cogliere anche l’atmosfera che i maestri del tè creano durante le loro cerimonie, con un effetto catastrofe che sempre aleggia ma mai esplode, lanciando solo presagi di un epilogo incerto.
La famiglia e l’amicizia sono valori su cui l’autrice sembra aver puntato per la stesura del romanzo, trasmessi tramite la protagonista. Il valore più importante però è quello legato all’acqua che, forse implicitamente, la Itaranta ricorda quanto sia importante saper consumare con giudizio, in previsione di un futuro non tanto lontano da alcune immagini che le sue parole disegnano.

Libri la memoria dell'acqua******************

Titolo: La memoria dell’acqua
Autore: Emmi Itaranta
Traduttore: N. Rainò
Editore: Frassinelli, 2015
Pagine: 280
Prezzo: € 16,00
Disponibile in ebook

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