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La sicurezza dello Stato nella gestione dell’informazioni

Scritto da due specialisti, entrambi docenti universitari ma di estrazione diversa (il primo un ufficiale di S.M., un giurista l’altro), il libro è un originale contributo alla conoscenza di un settore delicato ma vitale per la sicurezza dello Stato, ristrutturato nel 2007 sia per venire incontro a nuove esigenze, sia per coordinare sotto una direzione unica funzioni assegnate prima a singoli ministeri, con conseguenze negative per l’efficienza e la trasparenza dei servizi stessi.

Dopo unaprefazione diVittorfranco Pisano, uno specialista nel campo, il primo capitolo descrive appunto la strutturazione attuale del Servizio, complessa ma funzionale. La direzione politica è affidata al Presidente del Consiglio dei Ministri §1.1), responsabile istituzionale unico, da cui deriva un’autorità delegata (§1.2), ove istituita: sono recenti le polemiche sorte durante il governo Conte. Il Presidente del Consiglio dei Ministri è assistito in questo dal CISR, Comitato Interministeriale per la Sicurezza della Repubblica (§1.3), pari del Presidente, mentre invece  ne dipende  gerarchicamente il DIS (Dipartimento Informazioni per la Sicurezza) (§ 1.4), che deve assicurare il livello tecnico – amministrativo del servizio. Dunque, al vertice della struttura c’è un responsabile unico, ma assistito da un organismo di indirizzo politico collegiale e da una struttura istituzionale di supporto. A caduta, seguono AISE e AISI (§ 1.5), rispettivamente i Servizi di Informazione per la Sicurezza esterna e interna, secondo uno schema ormai diffuso in tutti i paesi moderni ma da noi recepito in ritardo. All’interno del DIS il Presidente del Consiglio ha competenza assoluta di apporre il segreto di Stato, di nominare o rimuovere i direttori amministrativi e di stabilire il bilancio assegnato, come pure  delega i Direttori di AISE e AISI a richiedere all’Autorità giudiziaria l’autorizzazione a poter svolgere specifiche attività di raccolta informazioni, Dopo la riforma della Legge n. 124 del 3 agosto 2007 nessuno può esercitare in modo autonomo le funzioni assegnate, come facevano prima i singoli ministri, vigendo ora la centralità del Presidente del Consiglio dei Ministri.

Altro aspetto innovativo della legge (artt. 30-38) è il controllo parlamentare tramite il Comitato Parlamentare per la Sicurezza della Repubblica (COPASIR), che ridefinisce i poteri del vecchio COPACO (Comitato Parlamentare di Controllo, Legge 801 del 1977) (§ 1.6). Il Comitato è ora formato da cinque deputati e cinque senatori bilanciati fra maggioranza e opposizione, Il Comitato verifica, in modo sistematico e continuativo, che l’attività del Sistema di Informazione per la Sicurezza si svolga nel rispetto della Costituzione, delle leggi, nell’esclusivo interesse e per la difesa della Repubblica e delle sue istituzioni (comma 2).  Il potere di controllo del Comitato (art. 31) si esplica nella convocazione, per lo svolgimento periodico di audizioni, del Presidente del Consiglio, dei membri del Comitato interministeriale (CISR), del direttore generale del Dipartimento (DIS), dei direttori dei servizi (AISE ed AISI). Il Comitato è, in sintesi, l’organo di controllo parlamentare della legittimità e della correttezza costituzionale dell’attività degli organismi informativi, e può persino richiedere l’accesso ad atti giudiziari in deroga al segreto delle indagini preliminari, e allo stesso modo può richiedere atti riservati prodotti dai Servizi, ovviamente a precise condizioni che non mettano in pericolo gli interessi dello Stato e gli uomini. Di tutto questo deve esser sempre preventivamente informato il Presidente del Consiglio, che è tenuto a consegnare al COPASIR una relazione semestrale riservata, mentre il Comitato è tenuto a presentare una relazione annuale davanti al Parlamento. Neanche a dirlo, l’arti. 36 della Legge 124/2007 vieta la divulgazione di atti riservati, estesa a tutti i componenti dei vari rami dei Servizi e ai membri del COPASIR.

Questo per la parte strettamente legislativa. Il secondo capitolo invece analizza le Risorse Umane e il rapporto di lavoro nel settore della Sicurezza Nazionale. La legge 124 del 2007 introduce molte novità (§2.1): il “dualismo razionalizzato” fra agenzie con ruoli diversi sotto una guida unica (al posto dei servizi dipendenti da Difesa e Interni) ; precise garanzie funzionali nei riguardi degli addetti ; infine, la selezione per concorso pubblico (tranne casi particolari) e l’inquadramento in un ruolo unico SIS e DIS;  la creazione di una scuola specifica per la formazione, aperta anche all’università e ai centri di ricerca. Questo garantisce una migliore preparazione professionale, una maggiore omogeneità e un migliore coordinamento operativo, tenendo presente la complessità della situazione mondiale. Materia delicata, sottoposta a segreto di Stato, opponibile all’autorità giudiziaria, la quale può però chiedere verifica dell’autorizzazione al Presidente del Consiglio. Anche qui vige un sistema di garanzie e controlli reciproci.

Il terzo capitolo intriga anche il lettore comune: la gestione delle Risorse umane nella Human Intelligence (HUMINT).  In sostanza, quanto si usava al tempo della Guerra Fredda sembrava superato dallo sviluppo e l’uso dei nuovi mezzi tecnologici, salvo poi accorgersi delle loro limitazioni in un ambiente – come quello del terrorismo internazionale o del narcotraffico – politicamente frazionato, privo di una vera struttura centralizzata, caratterizzato da attori che agiscono per gruppi autonomi, caratterizzati da strutture clanico-mafiose, localizzate in zone circoscritte ma difficilmente penetrabili, e magari anche poco avvezze all’uso di mezzi di comunicazione tecnologici. In sostanza, fino alla caduta del Muro di Berlino (1989) i due blocchi contrapposti sapevano cosa cercare e dove: in genere le informazioni riguardavano centri militari e industriali, impianti nucleari e catene di comando. Il Corpo Diplomatico si dava da fare, si faceva certamente  uso della tecnologia, ma più spesso ci si valeva di collaboratori e infiltrati; tutte cose che abbiamo visto nei film di spionaggio o imparato dai libri di Le Carré. Ora il terrorismo internazionale del nuovo secolo ha scompaginato le carte. Proteggere una centrale elettrica da un attacco di cyberwar, sventare il furto di codici di carte di credito, proteggere un brevetto, identificare una cellula terroristica o infiltrarsi tra i mafiosi, è tutto nuovo L’ELINT (Electronic Intelligence) poco ne ricava, ma anche l’HUMINT ha le sue difficoltà, non essendo facile infiltrarsi o reclutare collaboratori nelle strutture chiuse sopra descritte. A questo punto, con la globalizzazione, più che di Secret Service potremmo parlare di Security Service. A maggior ragione l’operatore HUMINT, sia esso un ufficiale reclutatore, un informatore o un analista di dati, deve avere – ferma restando la preparazione tecnica e culturale – qualità e attitudini particolari, alcune delle quali, come l’OSINT (Open Source Intelligence, la capacità di rielaborare dati dalle fonti aperte, soprattutto in web) dovrebbe far parte anche oggi della formazione civile, in ogni caso tutto è lontano dallo spionaggio classico. Un paragrafo interessante (3.1.1) riguarda la differenza fra notizia, informazione e rumor. L’informazione è attendibile e comprovata, il resto va confrontato e valutato. Da parte mia osservo che certi metodi dovrebbero essere patrimonio anche dei comuni giornalisti, che possono anche permettersi tempi meno stretti di un “Case officer”, l’ufficiale di riferimento nelle operazioni di Intelligence. Nel testo c’è comunque un paragrafo importante (§ 3.4) sul processo di ricerca informativa HUMINT: la ricerca, la selezione e la valutazione delle fonti; il reclutamento delle fonti; la loro gestione (nota: alcune tabelle aiutano l’analisi). Ciò non toglie che una delle maggiori criticità resta la valutazione della fonte e delle notizie fornite, pur ben sapendo che disinformazione e/o doppiogioco sono frequenti. Viene anzi riportato a titolo esemplificativo (§ 3.5.1) un caso di studio di disinformazione.

Il quarto e ultimo capitolo pone a confronto due interviste, ovviamente anonime. La prima con un agente HUMINT, l’altra con un analista operatore sistemi tecnologici DISCIPLINA IMINT (Fotointerprete/Analista di immagini digitali). Da non perdere.

Infine, interessanti e aggiornate sia la bibliografia che la sitografia (elenco strutturato di siti web in argomento).


Il sistema di informazioni per la sicurezza della Repubblica e la gestione delle risorse umane
di Renato Caputo, Antonello Vitale
Prefazione di Vittorfranco Pisano
Editore: ilmiolibro self publishing, pp, 128, 2020

Collana: La community di ilmiolibro.it
C&IS, (Collana Intelligence e Sicurezza)
Prezzo: 22,00 euro

EAN: 9788892373242
ISBN: 8892373242