Parigi: Lo spettacolo dell’Architettura

La definizione urbana della città è dovuta in gran parte dalla continuità del segno architettonico e questo si può riscontrare a Parigi come a Londra. In entrambe le metropoli i nuovi edifici riescono ad integrarsi facilmente con quelli preesistenti anche quando appaiono come ardite realizzazioni di architetti visionari, ma quando si interviene in una zona marginale e magari degradata della città si crea un simbolo che va oltre al singolo edificio. È come edificare una micro Brasilia, con la differenza che non si interviene dal nulla, ma si utilizzano i solchi esistenti e si recuperano alcuni edifici, anche per una utile memoria storica del luogo.

È sotto Napoleone III che Parigi cambia volto con l’apertura dei boulevard ideati dal barone Georges-Eugene Haussman, ossessionato dalla linea retta. Un’ossessione definita “il culto dell’asse” che ha trasformato la città sino a quel momento, tranne qualche precedente timido intervento urbanistico, rimasta medioevale con strade strette e malsane.

Un sovvertimento urbanistico non solo in funzione igienica, come Napoleone III aveva potuto apprezzare visitando Londra, ma anche anti insurrezionale, allargando le vie per osteggiare la eventuale realizzazione delle barricate oltre a liberare il centro dalla popolazione sempre pronta alla rivolta, preparando Parigi alla grandeur moderna. Un intervento che coinvolse più della metà di Parigi e sviluppando non solo un’architettura eclettica, ma modificando la rendita immobiliare in finanziaria, facendo lievitare i prezzi degli alloggi, una crescita che si è protratta sino ai nostri giorni, permettendo di coprire parte dei costi di urbanizzazione per la rete idrica e il sistema fognario, oltre a dare aria e realizzare giardini (square).

Haussman si fece prendere la mano e oltre a sventrare il centro incluse nell’amministrazione parigina anche i villaggi di Vaugirard, Grenelle, la Villette, Belleville, Auteuil, Passy, les Batignolles, Monceau, Montmartre, la Chapelle, Saint-Denis, Charonne e Bercy, noti come stazioni del Metro, riproducendo lo schema di assi e raggiere all’infinito.

D’altronde Parigi vive dell’architettura, in gran parte ottocentesca e novecentesca, che le diverse Esposizioni universali, da quella del 1878 con il Trocadéro a quella del 1889 caratterizzata dalla Torre Eiffel, hanno lasciato segni tangibili nel tessuto urbano.

Un tessuto caratterizzato da linee rette di collegamento tra i vari luoghi, come quella che dal Trocadero si prolunga oltre la Senna sino all’Ecole Militare, passando per la Torre Eiffe e il Parc du Champ de Mars con la Porta per la Pace.

Tra gli anni ’60 e ’70, dopo l’esplosione dell’Art Nouveau come nei quartieri di Passy-Auteuil e Chaillot, ad ovest di Parigi si gettano le basi della La Défense, territorio utilizzato a suo tempo dai difensori della città nella guerra franco-prussiana, che solo negli anni ’90 comincia ad essere non solo il più grande centro direzionale di tutta Europa, ma anche una meta turistica. Un’urbanizzazione che ha sostituito fabbriche e fattorie con grattacieli e ampi spazi lastricati, trovando nel Grand Archeil simbolo del luogo e l’ideale propaggine di Parigi con l’Arco di Trionfo che si intravede lungo l’axe historique.

La Défense nasce come un grande centro finanziario e, nello spirito francese della grandeur, ospita il Quatre Temps (Quattro Tempi), uno dei più grandi centri commerciali d’Europa, oltre a qualche complesso residenziale e alla sede del Ministero dell’Ambiente in un trionfo di vetro e cemento.

Un insieme di edifici dalle architetture ardite diventati un’attrazione turistica, ciò che non è ancora avvenuto all’area risanata di Canary Wharf (Isle of Dogs), trasformando, a partire dagli anni ’80, i vecchi dock londinesi davanti a Greenwich in quartiere residenziale e per la finanza come continuazione della City.

Per l’edificazione di entrambi i quartieri sono stati allontanati i meno abbienti per diventare l’espressione della ricchezza e un autentico parco giochi per architetti.

Canary Wharf potrebbe far concorrenza a La Défense come attrattiva turistica e non solo come centro della finanza. I parigini sono stati capaci di trasformare una lottizzazione in museo del contemporaneo all’aperto, forse perché a Parigi l’edificazione prosegue, avendo altro spazio per estendersi, come solitamente avviene con ogni centro direzionale. Uno sviluppo che si addentra nella campagna e nei boschi, in direzione di Nanterre, come si è prolungata la linea 1 del Metro che si fermava a Pont de Neuilly e ora arriva nei sotterranei della La Défense.

Oltre alla linea 1, tutta automatica come la 14 che passa per la Biblioteca Nazionale, La Défense è collegata al resto del Mondo anche con il tram T2 per Issy-les-Moulineaux e la linea A della RER, emarginando il traffico automobilistico sotto e ai lati del quartiere, con l’avveniristico tunnel La Défense – Nanterre.

Sia La Défense che Canary Wharf sembrano ispirare un distretto futuristico degli affari, Stephenson Business District dalla via principale nell’area nord, con una selva di grattacieli, come proseguimento degli interventi per l’Expo 2015 a Milano. Un progetto che coinvolge i confinanti navigli per diventare una delle principali attrattive turistico-culturali dell’Expo 2015 milanese, ma è difficile immaginare che non rimanga incompiuto.

Parigi può contendere il titolo di capitale dell’architettura a Berlino e a Rotterdam, appellativo che Roma e Milano sembra non ambiscano. Per l’esuberanza architettonica La Défense non è il solo esempio, sicuramente il meno rappresentativo, come modello d’integrazione tra nuovo ed esistente. I cantieri si susseguono e non sembra di trovarsi in un periodo di crisi, se non fosse per i senza fissa dimora che stazionano dove possono. Finito un cantiere si apre un altro, così ecco le irrequiete Les Halles, nate dallo smantellamento dei vecchi mercati alla fine degli anni ‘70, che vengono rimesse in discussione nel loro consolidato ordine per realizzare un nuovo giardino al posto del piazzale inclinato davanti Saint Eustache (sant’Eustachio), con nuovi edifici e accessi sotterranei.

A sud-est de La Défense, nel 13esimo Arrondissement, svettano dagli anni ‘90 le quattro torri della biblioteca François Mitterrand, con la passerella pedonale Simon de Beauvoir, dall’andamento sinuoso ondeggiare, si raggiunge il parco di Bercy con il Palazzetto dello sport e la “scombinata” architettura della Cineteca Francese, un edificio nato nel 1996 come l’American Center per mano di Frank O. Gehry ma solo nel 2005, dopo nove anni d’inattività, è diventato il monumento alla cinematografia.

Bercy è tutta da scoprire dopo, la riqualificazione degli anni ’70 della parte est, con il differente utilizzo degli edifici di stoccaggio vini e delle botteghe artigiane di fine ‘800.

(4 continua)

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