Tutti gli articoli di Silvana Di Stefano

Quando si trasforma una città

Può una città cambiare drasticamente fisionomia per volontà di un’amministrazione? Sì, è successo a Milano nel periodo tra le due guerre mondiali.

E grazie ad un fotografo deciso a immortalare e ricordare la città che stava inesorabilmente cambiando la sua natura davanti ai suoi occhi, ci è rimasta la preziosa testimonianza di come era , e non sarà più.

“Milano tra le due guerre” è il titolo della mostra dedicata ad Arnaldo Chierichetti in corso a Milano.

In ideale continuità con gli omaggi alla poetessa dei Navigli, Alda Merini, il Comune ora giustamente ricorda con questa bella mostra, il fotografo dei Navigli.

Chierichetti ha fermato nel suoi scatti le vedute di una città profondamente diversa, dal punto di vista urbanistico, rispetto a quella che ci appare adesso, e che è il prodotto una decisione presa nel 1929 da un amministratore locale: nella indifferenza generale, si arrivò alla trasformazione – caso praticamente unico in Europa – di una città che aveva nella rete delle vie d’acqua e dei numerosi navigli la sua principale caratteristica, in una città dove l’asfalto ha ingoiato di tutto ciò che incontrava sul suo cammino.

Arnaldo Chierichetti non è interessato a fotografare i cambiamenti in atto, non gli interessano le nuove architetture; intuisce che si sta perdendo per sempre un patrimonio unico, e con struggente nostalgia ferma nei suoi scatti vedute, canali, interi quartieri distrutti dalla voracità di una città proiettata nel futuro, che nell’affanno del cambiamento ha divorato se stessa, perdendo per sempre la sua natura originaria.

Per questo le 140 stampe in esposizione (tutte ricavate dalle lastre originali) sono un prezioso documento , in cui anche chi è milanese fatica a riconoscere scorci e luoghi noti, tanto il mutamento è stato radicale.

La mostra si è realizzata anche grazie alla preziosa collaborazione della figlia di Chierichetti, la signora Elda, (la quale, per sua stessa ammissione, incarna l’altra anima milanese: la capacità cioè di guardare avanti senza rimpianti) che con questo gesto ha inteso sia fare un regalo alla città, sia celebrare i 100 anni della ditta fondata dal padre (che è stato presidente degli Ottici di Milano) e che esiste tuttora.

La mostra è tanto più di attualità in questo momento in cui a Milano si progetta di riaprire la darsena ed una parte delle vie d’acqua, progetto titanico nel contesto attuale in cui alla dinamicità di un tempo si contrappone un immobilismo cronico. Ma le sorprese, in vista dell’Expo, potrebbero non mancare.

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MILANO TRA LE DUE GUERRE

Alla scoperta dei navigli attraverso le fotografie di Arnaldo Chierichetti

Dal 13 dicembre 2013 al 13 febbraio 2014

Milano

Palazzo Morando

via S.Andrea, 6

Ingresso:

gratuito

Catalogo:

Silvana Editoriale, € 34,00

Informazioni:

Tel. 02/884 65735 / 64532

http://www.mostramilanotraledueguerre.com

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L’Addio a Franca Rame

Il corteo funebre è partito dallo storico Piccolo teatro Grassi di via Rovelli, per arrivare al Piccolo teatro Strehler seguito da migliaia di persone di ogni età, uomini e donne , tante donne, e dalla banda degli ottoni che intonava, come anche i presenti,  Bella ciao, l’internazionale  e anche musiche da circo.

In Largo Greppi, davanti ad una enorme folla punteggiata di rosso, il ricordo commosso del sindaco Pisapia, poi l’accorata commemorazione del figlio Jacopo, che con voce spesso rotta dalla commozione, ha ricordato la generosità e le lotte sostenute dalla madre,  contro ingiustizie sociali e non solo, e come con la sua tenacia fosse riuscita a ottenere spesso anche importanti risultati, uno per tutti la chiusura dell’ osceno manicomio criminale di Aversa.

Per ultimo Dario Fo, che ha reso, alla moglie, con voce ferma, uno splendido omaggio, ricordando la sua opera di scrittrice e di attrice, e recitando un pezzo inedito, scritto dalla Rame e ispirato da una sua ricerca su Vecchi Testamenti apocrifi, in particolare sulla Genesi e sulla creazione della donna e poi, solo in seguito, dell’uomo.

Infine il lungo, urlato,  emozionante “Ciaoooooo”.

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