Un polittico riunito

Il polittico è un tipo di dipinto, generalmente su supporto ligneo, costituito da una parte  centrale e da tavole poste ai lati il tutto unito da una cornice comune, in genere riccamente intagliata e dorata, sovrastata spesso da una cimasa. Se composto di due parti prende il nome dittico, se sono tre trittico; i polittici possono essere molto grandi per altari di chiese o di piccole dimensioni per devozione privata. Ebbero grande diffusione nel tardo medioevo e durarono fino all’inizio del Rinascimento allorché si cominciò a dipingere su tela e si impose la visione spaziale unitaria del quadro. La Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale di Roma unitamente alla Direzione del Museo Nazionale di Castel Sant’Angelo ha restaurato ed esposto in Castello un polittico attribuito agli Zavattari. Nel 1928 a seguito di una donazione cinque pannelli erano pervenuti al Museo mentre altri due scomparti erano stati individuati nel 1957 da Roberto Longhi, nel 2000 furono acquistati dallo Stato e uniti ai precedenti. I due più recenti sono stati sottoposti a restauro mentre l’intero polittico ha avuto una revisione generale in modo da riacquistare in parte l’antico aspetto. L’opera è stata datata a metà ‘400 e attribuita a un membro della famiglia Zavattari; questa fu una stirpe di artisti di area lombarda che operò per quasi tutto il XV secolo, sono conosciuti il capostipite Gregorio e i suoi discendenti Franceschino, Ambrogio, Gregorio, Giovanni, Vincenzo. Il loro lavoro più noto è la decorazione di una Cappella del Duomo di Monza datata 1444 e contenente scene della vita di Teodolinda, regina longobarda vissuta nell’ VIII secolo, che si adoperò per la conversione del suo popolo al Cristianesimo. E’ uno splendido e raffinato esempio di gotico cortese con influssi dell’arte veneta e lombarda. Il Polittico Zavattari è esposto nella sala nota come Cagliostra, un grande ambiente, un tempo loggia aperta, decorato a grottesche da Luzio Romano e Perin del Vaga nei primi decenni del ‘500. Il nome è dovuto al fatto che nel 1789 vi fu detenuto per parecchi mesi il famoso avventuriero Giuseppe Balsamo sedicente Conte di Cagliostro che fu poi condannato per eresia, stregoneria, massoneria e morì prigioniero nella fortezza di San Leo nelle Marche. Il polittico dopo l’esposizione per qualche giorno nella Cagliostra tornerà al suo posto in una sala di Castello; è un’opera di grandi dimensioni, cm. 230 x 142,5, ed è articolata su sette scomparti dipinti su tavole di legno di pioppo, il centrale rappresenta una Madonna con Bambino mentre i laterali i Santi Ambrogio, Vittore, Giovanni Battista, Pietro, Antonio Abate, Benedetto; la presenza di quest’ultimo e di Ambrogio dimostrano l’originaria destinazione dell’opera per una chiesa benedettina in area milanese. Il restauro è stato complesso anche per raccordare i due nuovi pannelli con gli altri cinque restaurati nel 1969 secondo metodologie dell’epoca ma il risultato ci ha restituito una splendida opera in stile gotico cortese purtroppo priva dell’originaria cornice di legno dorato e intagliato scomparsa all’epoca dello smembramento.

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Arte Polittico Zavattari cache_cache_194d8721736f745d388d69d112de08bc_3f06d91c9698c0f55c05986281e88207 POLITTICO ZAVATTARI

Dal 2 al 19 maggio 2013

 

Roma

Museo Nazionale di Castel Sant’Angelo

Orario:

dalle 9.00 alle 18.30

lunedì chiuso

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