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Canone Inverso (I racconti di Campo di Fiori)

Anche quando è la figlia a farsi avanti, si corteggia sempre per prima la madre. Sulla spiaggia ero stato avvicinato al bar da due donne giovani, che per un attimo si erano separate dal loro gruppo. Niente di strano: quando posso mi dedico alla vela e anche le due donne erano iscritte al mio stesso circolo. Una delle due l’avrei rivista il giorno dopo e fu lei a prendere l’iniziativa di chiacchierare con me; sul momento sono rimasto sulle mie: in genere non do confidenza, sono singolo e avendo più di cinquant’anni non mi fido mai delle situazioni facili e sinceramente trovavo questa trentenne un po’ troppo seduttiva. Mi fa un sacco di domande e rispondo in modo gentile, ma senza concedere troppa confidenza; parlare con lei è gratificante, ma sul momento la trovo un po’ invadente. Dopo dieci minuti passati attorno al tavolino del bar le chiedo ironicamente se sua madre è libera. E’ una provocazione, ma lei subito conferma quanto avevo intuito, sorridendo e portandomi realmente da sua madre, la quale banalmente prendeva il sole sotto l’ombrellone. Una donna normale, né bella né brutta, sulla cinquantina, con un bel corpo e un sorriso ambiguo, che solo più tardi avrei imparato a decifrare. Curiosamente, aveva poco seno, mentre sua figlia era più in carne. In ogni caso il contatto era stabilito, e così cominciò la storia che mi avrebbe cambiato la vita.
Non ci mettemmo insieme subito, ma dopo quasi due settimane. Ogni giorno uscivo con la mia vela, una laser molto veloce quanto scomoda, poi verso le 11 prendevo il sole chiacchierando con entrambe le donne. La madre di vela poco capiva ma ammirava chi la praticava, a cominciare da sua figlia, la quale si era iscritta al corso della Lega Navale. Ero ancora abbastanza atletico ma non certo tale da far scena sulla spiaggia e l’idea di un legame non mi dispiaceva. Qui tutto prometteva bene, e così fu: prima a pranzo insieme, poi la passeggiata sul lungomare, infine fui invitato a casa, il classico villino in affitto o in proprietà sul litorale laziale, ben arredato e soprattutto con una stanza da letto dove prima o poi speravo di dormire: niente di peggio di quelle donne (e mi sono capitate) che prima ti fanno vedere la camera da letto e poi ti lasciano fuori della porta. Comunque a letto alla fine ci siamo andati, era un afoso pomeriggio di agosto e la figlia era rimasta con le amiche sulla spiaggia. Sudavamo entrambi come candele e questo non mi dispiaceva. Trovai invece sgradevole il suo abbraccio, come se si aggrappasse a me invece di sedurmi. A parte il lavoro (impiegata presso un grande studio medico), della sua vita privata non sapevo molto, se non che aveva avuto comunque un uomo che era il padre di sua figlia. Io sono fatto così: se non ho progetti per il futuro faccio poche domande e aspetto che la storia me la racconti chi mi sta davanti. Nel tardo pomeriggio poi ci raggiunse la figlia, che sicuramente aveva capito per tempo lo sviluppo della giornata e forse aveva volutamente ritardato. Cenammo poi tutti insieme, ma tornai a casa mia: provavo imbarazzo verso la figlia, anche se era chiaro che proprio lei ci aveva lasciato educatamente la casa libera. Questo fu solo l’inizio, perché dalla settimana successiva iniziai a dormire a casa loro, ormai ero di famiglia. E proprio vivendo insieme nello stesso tetto mi resi conto di qualcosa che non mi aspettavo: la figlia era una provocatrice nata. Entrava in salotto scalza nonostante i rimproveri di sua madre, lasciava aperta anche la porta della sua stanza e mi faceva capire di saper tutto sulle nostre notti amorose, anche i dettagli intimi. Magari non diceva niente, ma lo faceva capire con lo sguardo, non è chiaro se complice o meno. Avesse almeno avuto un fidanzato! Era una ragazza normale e per trovarsene uno non le mancava niente. Sua madre comunque lasciava correre, incurante sia dello stile della figlia che delle mie reazioni, peraltro molto controllate. I rapporti tra madre e figlia risentivano della mancanza di un uomo in casa, ma non erano critici. In ogni caso la mia storia di coppia sarebbe finita con l’estate e lo facevo anche capire.
Ma qualcuno me lo impedì. Alla fine mi feci sedurre dalla figlia, devo dire senza troppa resistenza da parte mia. I dettagli non li scrivo, ma ammetto che la mattina dopo la colazione in famiglia fu vissuta in modo assolutamente regolare, senza sguardi allusivi e comunque con tanto caffè. Più tardi saremmo andati in spiaggia e io avrei ripreso ad andare a vela, ma ormai era cambiato tutto, né sapevo se la mia storia parallela avrebbe avuto seguito. In quei casi, era meglio non forzare mai la mano e aspettare gli eventi, e infatti per una settimana non successe quasi niente: io stavo insieme alla madre mentre la figlia si faceva i fatti suoi con i trentenni suoi coetanei.
Una cosa però la notai: la ragazza si riavvicinava a me ogni volta che vedeva allentarsi il mio legame con sua madre. Me ne accorgevo dal suo atteggiamento ansioso, oppure da uno sguardo troppo seduttivo. Nel corso della giornata magari non si notava, ma in certi momenti era come se un sesto senso la mettesse in guardia da una situazione di potenziale crisi. Lo so, esprimersi in questo modo è poco chiaro, ma tutto poi si traduceva in uno strano legame, dentro il quale si dipanavano dinamiche di cui avevo anche paura, mentre madre e figlia ben sapevano condurre il gioco delle parti. C’erano giorni in cui praticamente a turno stavo insieme con due donne diverse, anche se alla fine magari dormivo da solo e – diversamente da quanto si vede nei film – non c’era nessun tour de force. La madre nell’intimità non reagiva come altre donne con cui ero stato, in questo era molto passiva, mentre la figlia aveva una maggior coscienza del suo corpo, che usava si direbbe come mezzo di comunicazione. La madre invece devo dire che aveva un atteggiamento talvolta assente. A parte vuoti di memoria per indirizzi o impegni recenti (può capitare: dove avete parcheggiato la macchina ieri sera?), era a tratti nervosa o stanca. Era andata da poco in pensione e quindi non lavorava più, ma questo le aveva tolto quel minimo di socialità che aveva in ufficio, mentre la figlia ovviamente aveva il suo giro e faceva tardi la sera. Per fortuna al mare la sera uscivamo anche noi e ad Anzio (dove stavamo) non mancano occasioni di svago e si può sempre passeggiare per il porto o nel centro o mangiare del pesce. Mi poteva dunque annoiare magari l’apparente estraneità della madre, ma la vivacità della figlia manteneva alto il mio interesse per il legame e forse questo era palese anche a un osservatore esterno. E poi il letto: con la madre provavo sensazioni forti, mentre con la figlia era diverso, in un certo senso mi conosceva meglio lei e sapeva condurre il gioco invece di essere passiva. E’ stato spesso notato che nelle famiglie incestuose c’è un’inversione di ruoli, dove una madre assente o marginale delega le sue funzioni alla figlia, la quale si assume responsabilità anche gravose e in pratica cerca di tenere unita a tutti i costi la famiglia. Esattamente: mi trovavo dentro un caso da manuale e ne approfittavo, rimanendo però prigioniero del meccanismo. Quando poi ho capito che la madre iniziava a soffrire di Alzheimer, era tardi. Forse la figlia lo sapeva o lo aveva intuito e per questo cercava di legarmi a lei anche scendendo a compromessi. Ormai è passato del tempo e la figlia si è fidanzata e ora vive con il suo ragazzo, mentre io resto a casa con sua madre, com’è giusto che sia. L’amore ogni tanto lo facciamo pure, quando non è irascibile o assente per via della sua malattia. E faccio finta che la figlia abbia agito in buona fede, anche se so bene che non è vero. L’aveva pensata proprio bene.