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Nome francese animo romano

Alla Galleria Borghese si è aperta una fastosa mostra sull’opera del grande argentiere ed orafo della seconda metà del XVIII secolo Luigi Valadier. L’artista nacque a Roma nel 1726, figlio di Andrea abile artigiano francese, che si trasferì in città nei primi decenni del ‘700 e vi aprì una bottega affermata in cui lavorò anche il figlio che lo sostituì nel 1759. Luigi raggiunse ben presto grande fama ricevendo prestigiose commissioni dal Papa e da sovrani, da principi e cardinali, da chiese e conventi. Particolarmente intenso fu il rapporto con la famiglia Borghese per la quale operò nella cappella di famiglia in Santa Maria Maggiore e in quella del SS.Sacramento in San Giovanni in Laterano; lavorò anche nel Palazzo di città e soprattutto nella Villa Pinciana dove collaborò alla  decorazione dell’interno secondo il nuovo stile neoclassico che si stava affermando in sostituzione del tardo barocco.

Di questo stile il Valadier fu un deciso interprete rivisitando con talento personale il mondo classico imitando sculture greco-romane od integrandole. Presso la sua bottega si formò il figlio Giuseppe che fu un famoso architetto tra gli ultimi decenni del ‘700 e i primi dell’800 e di cui opera somma resta Piazza del Popolo. Ignote sono le ragioni, forse economiche,  che spinsero l’artista a morire suicida nel Tevere nel 1785.

La mostra espone una novantina di opere di vario tipo provenienti da collezioni pubbliche e private, italiane ed estere. Si apre con due grandiose lampade in argento, in parte dorato, prodotte nel 1764 ed inviate al Santuario di Santiago de Compostela; per la prima volta sono stare rimosse, restaurate ed inviate alla mostra. Nel grande salone d’ingresso fanno bella mostra opere di una certa dimensione: sei statue di santi, in argento e metallo dorato, provenienti dalla Cattedrale di Monreale, una statua in bronzo di Antinoo, ora al Louvre, parecchi grandi candelabri della Chiesa di Sant’Apollinare, ed un’erma di Bacco in marmi colorati facente parte dell’arredamento della Villa unitamente a tavolini anch’essi composti di marmi intarsiati.

Il piano terra ed il primo piano ospitano una serie di opere che spingono il visitatore in una intrigante caccia al tesoro per identificare quanto è di mano del Valadier disseminato tra i tanti capolavori ospitati nella Galleria. Si scopre il servizio da messa del Cardinale Orsini, proveniente dalla Cattedrale di Muro Lucano, elementi in argento, con stemma Chigi, di un servizio da tavola, la ricca composizione con al centro un cammeo di Augusto di epoca romana, uno splendido “deser”, centrotavola in metallo e marmi di vari tipi con numerosi elementi riproducenti statue e monumenti classici. Quello esposto fu di proprietà dell’imperatrice russa Caterina II ora a San Pietroburgo. Si susseguono bronzetti, candelabri in marmo e bronzo dorato, splendidi vasi in porfido e metalli ed una ricostruzione in marmi colorati del Tempio di Iside a Pompei commissionato da Maria Carolina d ‘Austria.

Nel piano sotterraneo sono esposti numerosi disegni del Valadier tra cui spiccano quelli tratti da un album conservato nella Pinacoteca Comunale di Faenza e rappresentanti elementi di un capolavoro che purtroppo non esiste più; il magnifico servizio da tavola in argento predisposto dall’artista per i Borghese e purtroppo fuso, a fine ‘700, per pagare il tributo di guerra imposto da Napoleone a Papa Pio VI.

L’esposizione è una interessante cavalcata nel mondo del tardo XVIII secolo e nella vita delle classi agiate.

E’ stata sponsorizzata da Fondazione Fendi, Banca Intesa San Paolo, e Fondazione Sacchetti. In precedenza, nel 1997, fu organizzata, a cura di Alvar Gonzalez-Palacios, una grande e ricca mostra dal titolo “Ori di Valadier” presso l’Accademia di Francia a Villa Medici.


Valadier
Splendore nella Roma del Settecento

Dal 10 ottobre 2019 al 2 febbraio 2020

Galleria Borghese
piazzale Scipione Borghese 5
Roma

Orario:
da martedì a domenica
dalle 9,00 alle 19,00

Prenotazione obbligatoria:
06/32810

Catalogo edito da Officina Libraria


Bentornato Gian Lorenzo

Per festeggiare il restauro, durato parecchi anni, della Galleria Borghese vi fu organizzata, nel 1998, una mostra dal titolo “Bernini scultore. La nascita del barocco in casa Borghese” che esaminava l’opera del grande artista nei primi decenni del ‘600 e i rapporti con Papa Paolo V e la sua famiglia. Ora per ricordare il ventennale della riapertura della Galleria il Cavalier Bernino è di nuovo ospite del Cardinale Scipione nella sua splendida villa ed è presente con quasi ottanta opere, sculture, dipinti, bozzetti, modelli lignei architettonici.

Nonostante il Bernini sia uno degli artisti più conosciuti e studiati le mostre sono occasione di nuove conoscenze e scoperte; nel nostro caso si sono avute due nuove attribuzioni, accanto al busto del “Salvator Mundi” ora in un museo di Norfolk è stata identificata un’altra scultura praticamente identica  nella chiesa di San Sebastiano fuori le Mura, i critici, pur attribuendole ambedue al Bernini in quanto risulta nelle fonti una sua scultura per la Regina Cristina di Svezia, sono divisi nell’indicare quale sia la prima stesura; più chiara la situazione del “Cristo Crocefisso”, in bronzo dorato, commissionato dal Re di Spagna Filippo IV per il Palazzo dell’Escorial al quale fa riscontro un quasi identico, poco più grande, “Cristo Crocefisso” pervenuto ad un museo di Toronto ed identificato come berniniano.

La lunga vita dell’artista e la sua attività si dispiegano nella mostra con una pressoché completa riunione delle sue opere mobili; sono presenti sculture della sua giovinezza quando lavorò, spesso in maniera quasi indistinguibile, con il padre Pietro, suo grande maestro, fino agli ultimi lavori dei tardi anni settanta del ‘600. È presente una raccolta dei suoi quadri, praticamente quasi tutti quelli a lui attribuiti, superstiti dei 48 che le fonti storiche sostengono abbia dipinto.

La mostra attraverso otto sezioni esamina l’opera dell’artista come scultore, pittore, uomo di teatro e scenografo e l’evolversi della sua arte attraverso il pontificato di ben nove papi che seppero utilizzarlo al meglio per arricchire la città di Roma, le sue chiese, i suoi palazzi; in particolare ebbe ottimi rapporti con Urbano VIII Barberini e con Alessandro VII Chigi.

La prima sezione “L’apprendistato con Pietro” esamina lo stretto rapporto con il padre attraverso varie statue lavorate in collaborazione; “La giovinezza e la nascita di un genere: i putti” mostra opere di un Bernini giovane che in maturità quasi rinnegò. La terza “I gruppi borghesiani” espone i grandi gruppi scultorei da secoli conservati nella Galleria, la quarta “Restauro dell’antico” prende in considerazione l’intervento dell’artista su statue romane più o meno mutile che i due Bernini restaurarono con grande abilità: il “Marco Curzio”, l’”Ermafrodito” e l’”Ares Ludovisi”.

Al primo piano su un grande bancone sono sistemati numerosi busti, gran parte in marmo e qualcuno in bronzo, scaglionati in un arco di più di quaranta anni, su una parete sono esposti dei ritratti, alcuni di Papi, e due autoritratti, uno giovanile ed uno maturo. La settima sezione è relativa alla grande statua equestre di Luigi XIV che Bernini scolpì ed inviò in Francia; non piacque al re che la fece modificare dallo scultore francese Girardon, attualmente si trova a Versailles: in mostra sono esposti il bozzetto in terracotta della statua ed un suo studio ad inchiostro ed acquarello.

L’ultima infine raccoglie un gran numero di bozzetti che mostrano la cura con la quale il Bernini preparava e formava i suoi capolavori. Particolarmente interessante all’ingresso la statua di Santa Bibiana, proveniente dall’omonima chiesa in Roma, che è stata restaurata in un mese a cantiere aperto con la collaborazione del Museum of the Bible di Washington.

La mostra è stata possibile grazie al contributo di Fendi che ha stipulato un accordo con la Galleria Borghese per una serie di iniziative culturali.

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Bernini scultore
La nascita del barocco in casa Borghese

Dal 1 novembre 12017 al 4 febbraio 2018

Galleria Borghese
piazzale Scipione Borghese 5
Roma

Orario:
da martedì a domenica
dalle 9 alle 19
ultimo ingresso ore 17

prenotazione obbligatoria
Euro 2,00

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