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ZIA DOT

Noi italiani da sempre siamo grandi appassionati di letteratura americana, al punto… da produrne. Se il giovane esordiente Riccardo D’Aquila (n. 1992) si fosse firmato Eagle Richard, sfido chiunque a capire che questo frenetico romanzo on the road figlio della grande narrativa americana è stato scritto a Chieti: i personaggi s’iscrivono nella serie delle figure viste in tanti romanzi e film ormai classici. La California s’incrocia qui con l’Arizona. Il mondo di zia Dorothy (Dot), lesbica, diretta e pratica di mondo è quello delle ville di Bel Air, mentre quello di Marvin è l’Arizona delle aziende di allevatori e dei nomadi del lavoro. Marvin prima ripassa la frontiera dal Messico con documenti falsi e l’aiuto di un compare – in Arizona avrebbe guai con la giustizia per via di una rapina maldestra – e si presenta nella residenza dove zia Dot e le sue sorelle e tutto il clan risiedono. Erano quindici anni che non si era fatto vivo e propone alla zia di venire con lei in Arizona per sistemare una faccenda privata. Marvin è figlio di farmer rovinati e la sua è una famiglia sfasciata; ha fatto diversi lavori e gente come lui è stata descritta decine di volte. Marvin e zia Dot partono dunque insieme, come nella migliore tradizione dei road movie e durante il viaggio vengono approfonditi i loro caratteri, Ma fino alla fine non sapremo come e perché Marvin si era avvicinato a quel mondo di ricchi, cosa va a sistemare in Arizona e perché vuole con sé zia Dot, che in effetti è una simpatica donna capace di sistemare tutto e si vede fin dall’inizio, quando una sua giovane nipote teme di essere rimasta incinta. Non anticipiamo nulla al lettore – niente spoileraggio -, riconoscendo invece al nostro giovane autore la capacità di creare personaggi credibili e un intreccio avvincente, alternato da descrizioni d’ambiente forse pure costruite con un certo manierismo, ma familiari. Per chi ama il cinema direi che nell’incrocio tra i due mondi americani descritti nel romanzo si vede da un lato la mano di Robert Altman, dall’altro quella di John Ford: l’ironica descrizione del dorato mondo californiano si confronta con quella degli spazi desertici punteggiati da motel e stazioni di servizio e dei casuali incontri on the road.

Il libro è stato passato al vaglio della PAL, Piccola Agenzia Letteraria fondata nel 2020 dalla scrittrice Melissa Panarello, attiva nella selezione e revisione di testi di esordienti e non, da proporre agli editori.

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Zia Dot
Autore: Riccardo D’Aquila
Editore: Fandango Libri, 2022, pp. 270
Prezzo: € 18,00

EAN: 9788860448118

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Un brano a caso:

La farmacia più vicina era fuori città. Chiusa. Dovette accontentarsi del distributore.

Dopo aver infilato i dieci dollari, sentì una presenza, proprio dietro di lei, mentre si stava specchiando sul vetro della macchinetta, per levarsi i segni del vino dai denti. Il cappello e gli occhiali le davano un’aria quasi seria.

Si girò, con la confezione del test in mano.

Dietro di lei c’era un ragazzetto ben pettinato, in un cappotto beige, alto almeno un metro e ottanta, che sghignazzava.

«Che ridi?» gli fece Dot.

Il ragazzo non rispondeva.

«Voglio sapere che cazzo ridi, imbecille. Non lo sai come sei nato?»

Il ragazzo annuì. Aveva una polo e le chiavi della macchina in mano.

«Sei sicuro?» continuò Dot.

Il ragazzo parlò.

«Lei è Dorothy Roth, vero?»

La donna alzò il cappello e abbassò gli occhiali da sole, per squadrarlo meglio. Quello sguardo le diceva qualcosa.

«Sì.» gli fece «Allora?»

L’altro rise ancora.

«Niente, mi fa ridere una lesbica che compra un test di gravidanza.» disse con un ghigno.