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Gli studenti sfidano Trump e la Nra: Davide contro Golia?

Di Domenico Maceri

“Non si tratta di armi per legittima difesa. Sono armi di guerra. Non posso immaginare com’è possibile comprarle”. Queste dice Sam Zeif, studente del quarto anno del liceo Douglas di Parkland, Florida, dove 17 persone sono state massacrate il 14 febbraio 2018 da un assassino con un AR-15, un fucile semiautomatico. Zeif parlava  alla Casa Bianca dove era stato invitato dal presidente Donald Trump in una riunione che includeva un gruppo di ragazzi sopravvissuti, genitori e maestri con legami alle vittime delle stragi di Columbine (1999) e Sandy Hook Elementary School (2012). Una delle vittime del liceo in Florida era il miglior amico di Zeif.

L’incontro alla Casa Bianca doveva dare il segnale che  Trump prende seriamente la tragedia di Parkland. Il presidente aveva inizialmente suggerito alcune misure per ridurre i pericoli delle armi da fuoco specialmente quando vanno a finire nelle mani di individui con disturbi mentali. Il 45esimo presidente aveva anche detto che favoriva si eseguissero controlli sui precedenti di voglia acquistare armi da fuoco. Inoltre aveva dichiarato la sua opposizione al “bump-stock”, un meccanismo che converte un fucile semiautomatico in automatico, capace di sparare da 400 a 800 colpi al minuto. Questo tipo di meccanismo era stato usato nella strage di Las Vegas, nell’ottobre del 2017 dove 58 persone hanno perso la vita. L’individuo arrestato per l’attentato in Florida non ha usato questo meccanismo, ma si ritiene che abbia seri problemi mentali.

Dopo pochi giorni però Trump è ritornato sui suoi passi auspicando misure che rientrano nella filosofia della National Rifle Association (Nra), che ha contribuito 30 milioni di dollari alla sua campagna presidenziale. L’attuale inquilino della Casa Bianca ha dichiarato che i maestri dovrebbero essere addestrati e portare armi da fuoco  a scuola per potere proteggere i loro studenti in caso di situazioni di pericolo. Trump ha spiegato che se l’allenatore di football morto al liceo Douglas di Parkland mentre difendeva i suoi studenti fosse stato armato avrebbe potuto evitare la tragedia. Esattamente come ha detto spesso la Nra che per fermare un uomo cattivo armato ce ne vuole uno buono anche lui armato. Le scuole sono per Trump e la Nra facili bersagli, per la mancanza di personale armato che fermi gli aspiranti assassini.

Si tratta di prese di posizione smentite dai fatti. Nella scuola di Parkland c’era una guardia armata che però è rimasta nscosta per 4 dei 6 minuti della sparatoria. Non si conoscono tutti i dettagli ma potrebbe darsi che la guardia abbia avuto paura di dovere affrontare un individuo armato con fucile mitragliatore. Credere che addestrare maestri armandoli per sparare contro potenziali assalitori armati fino ai denti è illusorio. In situazioni di stress solo il 18 percento delle pallottole sparate dai poliziotti riescono a centrare il bersaglio. Farebbe meglio un maestro?

Dopo ogni strage del genere i politici non vogliono offrire soluzioni, si concentrano invece sulle preghiere e sui sentimenti di cordoglio per le famiglie. Una buona maniera per guadagnare tempo e poi riprendere la vita normale come se nulla fosse accaduto. Questa volta  però gli studenti si sono organizzati. Si sono mobilitati con manifestazioni riprese dai media locali e nazionali. Più di 200 sopravvissuti a Parkland si sono recati alla sede della legislatura di Tallahassee, capitale della Florida, forzando un voto sulle armi da fuoco. La legislatura, dominata dai repubblicani, ha sfortunatamente votato contro (71-36): in cambio ha approvato una risoluzione sui pericoli della pornografia… Gli studenti però non si arrendono. In diverse parti degli Stati Uniti si sono mobilizzati richiedendo incontri con politici per bandire fucili semi-automatici. Si preparano scioperi degli studenti in tutto il Paese il 14 marzo 2018 e una marcia a Washington D.C. dieci giorni dopo.

Tutte queste attività e la concentrazione dei media sulla questione hanno ovviamente attirato la reazione della Nra e dei suoi sostenitori, che ribadiscono l’importanza di difendere il secondo emendamento che sancisce il diritto del possesso armi.

Il problema però è la definizione di armi. Quando il secondo emendamento fu scritto, “armi” voleva dire un moschetto che sparava una pallottola. Adesso le armi sono molto più pericolose e il governo ha tutti i diritti di limitarne l’uso e di stabilire in che luoghi siano legali. Non si viola dunque il secondo emendamento quando si proibiscono le armi negli aeroporti, nel Congresso,nei tribunali e in altri luoghi. Né esiste la completa libertà di ottenere carri armati o mitragliatrici, che sono strettamente di uso militare. Persino Antonin Scalia, giudice conservatore della Corte Suprema, aveva scritto che il diritto del possesso armi ha i suoi limiti.

Trump ha abbracciato la Nra dichiarando i suoi membri “grandi patrioti”, suggerendo che i loro avversari non lo sono. Wayne LaPierre, leader della Nra, ha continuato ad attaccare i suoi detrattori etichettandoli come “socialisti stile europeo” che “odiano la libertà individuale e il secondo emendamento”. In realtà coloro che si oppongono alla facile disponibilità di armi da fuoco vogliono che anche in America si raggiunga il basso livello di sparatorie che si registra in Europa ed ovunque le armi da fuoco sono difficili da ottenere.

Pubblicato il 27 febbraio 2018

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