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Alla ricerca degli artisti perduti 5

Charles Camoin ( 1879-1965)

Iscrittosi alla Scuola di Belle Arti a Parigi, avrebbe avuto come insegnante Gustave Moreau caposcuola dei simbolisti e di un certo onirico surrealismo, ma purtroppo Moreau scomparve di lì a poco. Invece ebbe fruttuose amicizie e frequentazioni con molti artisti che in seguito si sarebbero ritrovati nel gruppo dei “fauves”, artisti con i quali espose al Salon d’Automne nel 1905, ma sostanzialmente estraneo alla loro violenza cromatica (Vlaeminck, Rouault, Derain ). Fu invece assiduo nell’amicizia con Matisse di cui dipinse un celebre ritratto.

In definitiva Camoin, a parte qualche episodio di isolato “fauve”, rimase in un certo senso sempre a mezza strada tra una nostalgica ammirazione degli impressionisti (Renoir), una specie di seguace in ritardo della pittura in “plein air” e della naturalezza della realtà visiva vissuta nel “momentaneo”, e l’ammirazione e l’influenza di Matisse con cui condivise l’amore per la sintesi e l’elementarietà del colore in senso strutturale dello spazio.

Giuseppe Avanzi ( 1645- 1718)

Pittore ferrarese, ai più artista poco conosciuto o dimenticato, fu pittore ai suoi tempi celebrato per abilità e sopratutto velocità di esecuzione, tanto che gli permise di eseguire grandi tele scenografiche per molte chiese e confraternite ferraresi.

E’ recente l’acquisizione al pubblico, dopo lungo e periglioso restauro, della sua enorme tela ” l’Apparizione della Beata Vergine e San Pietro ai compagni di San Brunone”, esposta nella chiesa di san Cristoforo alla Certosa di Ferrara.

Dipinto da cui emerge l’ispirazione a un certo caravaggismo ma con un respiro di ampiezza scenografica che ne fa una delle opere esemplificative della teatralità barocca di quel XVII secolo che fu, in Italia e altrove, il trionfo della estroversione dinamica e magniloquente di un “dramma sacro” iniziato con le azioni sceniche caravaggesche, esemplari rappresentazioni di umanissima spiritualità, che fu poi scuola di una dilatazione declamatoria di certa decorazione secentesca: enormi ” trompe- l’oeil” di un sorprendente illusionismo architettonico.

I Maestri in 60 secondi – Giuseppe Avanzi e la tela di San Brunone

Masolino da Panicale (1383 –1440/1447)

Si disse sempre che Masolino da Panicale fosse non all’altezza della ruvida ed essenziale drammaticità del Masaccio, e che pur più anziano di lui ne subisse la forte influenza. Se fu così, si deve pur dire che il mondo immaginario e poetico di Masolino avesse una sua valida autonomia nella delicata raffinatezza, nell’eleganza d’una gotica narrazione che non poté né volle competere con la possente novità di Masaccio. E se fu grande l’ammirazione di Masolino per il giovanissimo e rude pittore, si deve affermare con certezza che parimenti ci commuove l’incanto delle sue delicate raffigurazioni, così come ogni artista debba vivere e sostanziarsi della propria natura e originalità.