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UNA NUIOVA CASA PER L’ARTE E LA CULTURA

Spazio di grande respiro

TIBALDI ARTE CONTEMPORANEA

si apre alla quarta mostra della stagione e della sua storia.

Dopo i viaggi fantastici e misteriosi

di FLAMINIA MANTEGAZZA:

luoghi immaginari in miriadi di minuscole sfere

come a rimodellare il tempo divorato dall’implacabile “giornale”

la parola torna clamorosamente alla figura

riportandoci ad altro mondo diversamente fantastico e complesso:

gioco d’azzardo firmato Mauro MOLINARI.

E dunque la mostra in atto: PLAYS curata da Carlo Fabrizio Carli

al di la della parvenza giocosa risulta inquietante

provocatoria e tragicamente surreale.

Potrà capitare di riconoscersi in personaggi sibillini

che ci aggrediscono sbucando fuori da luoghi impensati

facendosi beffa di noi assomigliandoci o interpretandoci

come noi non sospettiamo di essere e tanto meno di apparire.

Tra narrazione pittorica e spettacolo multimediale

il gioco appare insolito e stranamente famigliare.

Merito di antiche figure clownesche tragicamente attuali?

Giocosa ambiguità dello scherzo e dell’ironia o storia di un dramma annunciato?

Mito del quadrato che torna all’infinito del quadro dentro il quadro

casa come scatola o scatola come casa in equilibri precari dove tutto cade?

Grande virtù dell’artista è anche saper celare insospettate fatiche

e abilità tecniche che, come si dice in teatro, lo spettatore non deve sospettare.

Ma questo non è tutto.

Altra particolarità del Molinari è di aver imposto la figura

In maniera talmente intrigante da dimostrarne l’ineluttabile necessità.

In conclusione, a nostro giudizio: una mostra rischiosa e dunque interessante.

dagli
ITINERARI DI CONTROINFORMAZIONE POETICA
Tracciati da
SARINA ALETTA

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MAURO MOLINARI
Plays
(opere 2007-2017)
dal 10 febbraio al 3 marzo 2018

Tibaldi Arte Contemporanea
via Panfilo Castaldi, 18
Roma

Orari:
dal martedì al sabato
16.30 – 20.30

Informazioni:

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a cura di Carlo Fabrizio Carli

 

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Il naufragio di una speranza

 

È passato quasi un anno da quello che doveva essere il trionfo del buon senso nell’amministrare una città dalle ambizioni di metropoli e il Sindaco non ha ancora brillato per capacità uditiva sulle ragioni di buon governo, ma ha invece immediatamente deluso nel cambiamento per la gestione di un’oculata visione nell’impiego delle professionalità interne e non umiliarle con decine di consulenze esterne.

 

 

Una discontinuità sbandierata da Marino in contraddizione con le scelte organizzative del bene comune che doveva essere indirizzato al risparmio come politica monolitica della Giunta e non in ordine sparso per far felice pochi a discapito di molti.

 

 

Da una parte umilia i dipendenti dell’amministrazione capitolina con proposte di taglio degli stipendi, intaccando i salari accessori di una busta paga ferma da 5 anni, dall’altra foraggia i numerosi membri di staff e commissioni con conteggi magnanimi di ore di straordinario, si diletta con gli effetti speciali dell’augusteo Piero Angela e regala una “copertina” ad uno dei più tristi siti istituzionali presenti sulla Rete.

 

 

Saranno in pochi a poter “godere”, visto l’asticella posta così in basso, gli 80 euro di Renzi, probabilmente le fasce basse che hanno straordinari alloggi di servizio e casette in campagna per la vendemmia e la raccolta delle olive, certamente non gli insegnanti e le fasce medie del pubblico impiego.

 

 

Delude anche negli spettacolari annunci di pedonalizzazione di un’area centrale e caotica della città, ottenendo una minima riduzione del traffico per esaltare il patrimonio artistico, ma impoverendo di strumenti di valorizzazione i tecnici, trasformando la cultura in una pratica amministrativa.

 

 

La meta del 20% di traffico privato in meno sembra ben lontano dall’essere raggiunto se non nelle giornate di blocco dei veicoli più inquinanti.

 

 

I Fori Imperiali, da piazza Venezia al Colosseo, potranno godere della tanto agognata pedonalizzazione dal 18 aprile fino alle 19 del 4 maggio, grazie alla concomitanza di una serie di eventi: la Pasqua il 20, il Natale di Roma il 21, l’anniversario della Liberazione il 25 e soprattutto ai pellegrini che affluiranno nella città eterna per assistere alla canonizzazione di ben due Papi – Giovanni XXIII e di Giovanni Paolo II -, decisamente importanti per l’economia della nostra città, che punta al turismo religioso, culturale e congressuale”.

 

 

Implementare l’uso delle biciclette da parte del Sindaco di Roma è ammirevole, ma dovrebbe concentrarsi di più sul potenziamento del trasporto pubblico e della sua pulizia, sulle umiliazioni subite dagli ammalati parcheggiati su miseri lettini in attesa per giorni di essere ricoverati magari solo per degli accertamenti.

 

 

Non è certo la nuova ripavimentazione di una piazza come quella di Mastai che può definire l’impegno di un’amministrazione per la vivibilità, ma potrebbe essere un primo passo per continuare. Piazza Mastai vive una presenza marginale nella città, nonostante la sua collocazione centrale, come le persone che vi trovano rifugio dagli sguardi indiscreti dell’umanità di viale Trastevere. Passare da una pavimentazione a sanpietrini a una di lastroni che subito hanno espresso tutta la loro fragilità e instabilità, per poi optare per la recente pavimentazione mista è solo una dimostrazione della fragilità degli interventi in una città da vivere con più accoglienza. Un’accoglienza che a piazza san Cosimato non sembra conoscere da anni. Da quando si è scelto di intervenire con una colata di cemento che ha trasformato la piazza di un unico piano a una di vari livelli e superfici inclinate, con una pavimentazione in perenne manutenzione.

 

 

La stessa sorte è toccata a viale dei Colli Portuensi che già con le precedenti Amministrazioni doveva diventare un boulevard, ma la nuova pavimentazione, in sostituzione dell’asfalto sui marciapiedi con del lastricato, già mostra i sui limiti di una messa in opera frettolosa e distratta, offrendo la visione di un piano di calpestio sconnesso, senza portare alcun miglioramento nella viabilità.

 

 

Viale dei Colli Portuensi rimane intasato da parcheggi selvaggi in doppia fila, davanti ai passaggi pedonali e occludendo gli spazi riservati alla fruizione del trasporto pubblico.

 

 

Non serve spendere tanti euro se poi non vi è una manutenzione come dimostra l’abbandono in via dei Quattro Venti degli “angoli” di sosta per i pedoni, perennemente assediati da motorini e rifiuti.

 

 

Lo spettacolare assetto dell’area alle pendici dell’Aventino con la sistemazione del percorso pensile di Raffaele de Vico permette di ricollegare la sommità del Colle con il Lungotevere, ripercorrendo la storia di Roma antica, con le testimonianze delle mura Serviane, le fortificazioni medioevali e i resti dei mulini e dei magazzini lungo il Tevere, per scendere e salire dal Giardino degli Aranci e poi trovarsi in un’isola nel marasma del traffico.

 

 

Una mosca bianca rimane anche la fluida passerella che collega con un elegante salto sul Tevere la riva di viale Marconi con quella dell’Ostiense che aspetta le necessarie infrastrutture per un accesso diretto sulla via che oltre a collegare porta san Paolo con la Piramide alla basilica di san Paolo accoglie ilMuseo Montemartini, gli ex Mercati Generali in attesa del loro recupero e l’università Roma Tre.

 

 

Anche l’area di Porta Portese attende un vigoroso restyling, promesso da tempo, ma per ora si è liberata solo dagli orpelli murari la struttura del capannone dell’Autoparco del Corpo di Polizia Municipale dell’ex autoparcoper il suo recupero e rifunzionalizzazione in Centro culturale multifunzionale per essere gestito dal Rialto Sant’Ambrogio. Mentre nell’area dell’ex Arsenale pontificio sono timidamente iniziati i lavori di recupero del primo edificio a ridosso all’omonima porta, probabilmente destinato ad ospitare la donazione dell’archivio Zeffirelli.

 

 

Un recupero quello di Porta Portese che potrebbe avere un’immediata e visibile realizzazione con lo spostamento del fetido parcheggio dell’Ama e del poco decoroso chiosco bar addossati alle Mura.

 

 

Sembra che ogni Amministrazione viva nella cecità dell’ovvio come per esempio programmare un intervento senza prevedere gli interventi successivi o realizzare piccole operazioni con minimi impegni finanziari che migliorerebbero non solo la qualità della vita della cittadinanza, ma soprattutto migliorerebbe l’immagine di Roma ai turisti.

 

 

Non solo opere urbanistiche, ma anche di decoro per restituire a Roma quella dignità persa da tempo e offrire a chi vi abita e a chi vi soggiorna momentaneamente le informazioni utili per vivere anche culturalmente la città. Una miriade di realtà museali che vengono ignorate dai turisti e dagli stessi romani per una scarsa se non inesistente informazione sul patrimonio dei grandi come dei piccoli musei. Non basta classificare il museo secondo quello che espone, ma anche ciò che propone per una lettura delle opere nel contesto della città.

 

 

Non sempre impegnare considerevoli somme di euro garantisce la buona riuscita di un progetto, come ingaggiare consulenti esterni lautamente ricompensati per guidare strutture amministrative e tecniche assicurando una maggior efficienza del servizio.

 

 

Sindaco non tergiversi! Non disattenda le promesse fatte durante la campagna elettorale, risparmi sui compensi dei consulenti esterni e dia una definitiva strutturazione a quei servizi preposti alla conservazione e promozione del patrimonio capitolino.

 

 

Non è sufficiente bonificare l’area del mercato del Testaccio per essere convertito in spazio ricreativo attrezzato.

 

 

Paolo Conti, con il suo recente libro, viene in aiuto al sindaco con alcuni suggerimenti, 101 suggerimenti, per rendere la città da vivere e non da subire.

 

 

Mancano gli spazi per vivere, come dimostrano le oltre 60 occupazioni di ex fabbriche e residence, e ancor di più per la creatività, cosa che sembra superata a Milano con il Bando per gestire uno spazio a via Novara 75 come una Factory creativa. Un’iniziativa che cerca di colmare il vuoto legislativo nell’applicazione del Decreto Valore Cultura, nell’ambito delle grandi proposte per l’assegnazione a artisti di immobili pubblici inutilizzati. Un luogo dedicato alle varie arti visive, non solo pittura o scultura, ma musica, teatro, cinema, danza, moda, design.

 

 

Nove milanesi su dieci, il decimo è un leghista con un pensiero poco influente, appena arrivati a Roma esaltano il clima e il cielo azzurro, ma il giorno dopo inveiscono sul trasporto pubblico anarchico come anarchico è il parcheggio praticato. Per migliorare la città e la qualità della vita è anche necessario intervenire sul parcheggio che deturpa l’area del Gianicolo, pur esistendo un ampio e accogliente parcheggio sotterraneo realizzato per il Giubileo del 2000.

 

Lo storico Tomaso Montanari in un recente scritto ricordava che “Nel 1309 la costituzione di Siena diceva che il compito dei governanti è quello di proteggere «massimamente la bellezza della città, per cagione di diletto e allegrezza ai forestieri, per onore, prosperità e accrescimento della città e dei cittadini». Negli stessi anni, Dante scriveva che accanto alla lingua delle parole, in Italia ce n’è un’altra: quella di Cimabue e Giotto. Oggi gli storici dell’arte hanno un disperato bisogno di riscoprire questa dimensione comune, civile, politica nel senso più alto di una disciplina che ha finito per identificarsi con il lusso, l’evasione leggera e il ‘tempo libero’”.

 

 

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Un nuovo decoro adiacente alle Mura

Il degrado a pochi passi dal centro potrebbe diventare un ricordo per l’area di Porta Portese. Con il nuovo progetto di riqualificazione, per una spesa di 11 milioni di euro, si interviene principalmente nella zona fuori delle Mura, ma si lascia nello sciattume la parte che si affaccia sul complesso del san Michele in perenne recupero. Diverse sono le trasformazioni della zona di Porta Portese nel corso dei secoli. Attracco per le mercanzie al tempo dei romani. Sin dal ‘400 si costruivano le navi della flotta pontificia e poi scalo ferroviario, sino all’odierno mercato e nel futuro anche un Museo antropologico del Tevere. L’area coinvolta nell’intervento è ampia e non ridisegna solo il mercato domenicale, cercando di attenuare le condizioni di reclusione degli abitanti nei propri appartamenti, ma anche Ex-Gil, l’antistante cinema Sacher, la piscina comunale e il cinema Induno. Una riqualificazione che si abbinerà, dopo interminabili anni di lavori, con il recente recupero del Palazzo degli Esami. Un’attenzione particolare dovrebbe essere data al quadrilatero (via Ippolito Nievo, Ettore Rolli, Parboni e Bargoni), in prevalenza di uffici, dall’abbandono notturno e alla viabilità di via Bargoni con l’asilo nido e le presenze murarie nello spartitraffico centrale che si trasforma in acquitrino quando piove. La fanghiglia non è un fenomeno circoscritto alle zone occultate da palazzi in ordine sparso, edificati su di una zona ricca di presenze archeologiche, ma si palesa anche nelle strade di grande viabilità. Più che un classico regalo pre-elettorale una promessa per la sistemazione di una zona congestionata e senza regole di sosta, per affrancare gli abitanti della zona dalla settimanale reclusione domiciliare e migliorare gli standard di sicurezza. Una promessa che si fa largo nella zona meno abitata: prendo le mosse dal piazzale Portuense con lo smantellamento dell’Autoparco della Polizia municipale di viale delle Mura Portuensi, attaccando la struttura principale identificata nell’hangar che Hitler regalò a Mussolini per il suo idrovolante sul lago di Bracciano e traslocata nell’attuale sito nel dopoguerra. Un capannone che sarà inglobato nel futuro centro di settemila metri quadrati, più cinquemila di spazi aperti, per le arti visive e spettacolo, le residenze per artisti e l’area ristorazione. Sono passati sei anni da quando l’Assessore al Patrimonio Claudio Minelli firmò per l’Amministrazione capitolina un protocollo d´intesa con il Centro Rialto Sant’Ambrogio per l’assegnazione della gestione della struttura. Nelle vicinanze il complesso settecentesco dell’ex Arsenale Pontificio è in attesa di ospitare mostre e attività culturali, con un progetto che risale al 2004 e uno stanziamento iniziale di 750mila euro. Nel 2011 è stato stanziato un 1.120.796,68 euro per il “restauro e il recupero funzionale del sito dismesso dell’ex Arsenale Pontificio”. Ora l’ex Arsenale Pontificio, svuotato dalle diverse attività commerciali, attende ulteriori passi della Soprintendente statale per i Beni architettonici, il paesaggio e il patrimonio demoetnoantropologico di Roma per renderlo fruibile se, come attesta il cartello collocato sul cancello di uno degli ingressi, sono stati rispettati i tempi della presunta conclusione dei lavori nel mese di novembre del 2012. Di fronte, con delle risonanze architettoniche dell’Arsenale, è stato edificato il supermercato OnePrice, facendosi spazio tra due testimonianze edilizie di altri tempi e svettando sui precari box di rivendita degli accessori automotociclistici. Un mega progetto nel quale non si fa cenno al recupero delle Mura nel tratto dalla rotonda di largo Toja, per la quale si sono stanziati 900mila euro per la sistemazione, sino al ponte Sublicio. Forse è poco appariscente e remunerativo trasferire i due parcheggi-depositi dell’Ama a ridosso delle Mura o la ricollocazione del chiosco di bibite e snack, oltre al rimuovere cartelloni pubblicitari e segnaletica danneggiata che non deturpano solo il monumento, ma offrono ai pedoni occasioni di pericolo con gli inesistenti marciapiedi e la carenza di attraversamenti sicuri. Il progetto di riqualificazione riguarda un’area in gran parte di pertinenza del XVI Municipio, in attesa della prospettata ridefinizione dei confini dei vari municipi, ma essendo Roma Capitale ad essersi aggiudicata il bando della Regione Lazio, finanziato dal Fondo Europeo di Sviluppo Regionale, coinvolge varie istituzioni Capitoline, prestando il fianco alle sempre più rumorose critiche degli abitanti di Trastevere verso la gestione Corsetti del I Municipio. Una gestione a dire di molti poco attenta alle esigenze e al decoro urbano del Rione. In un futuro prossimo Porta Portese potrebbe perdere la giocosità di un suck mediorientale, con le fragranze e le cromie del caotico, per non limitare l’offerta domenicale alle curiosità di un mercatino, ma di conoscere altri aspetti di Roma – dalla sua storia all’arte contemporanea – con la gradevolezza di nuovi marciapiedi e panchine per usufruire dell’implementazione di rete Wi-fi. Mentre i mosaici romani, raffiguranti mostri marini e disegni geometrici, rinvenuti durante i lavori di un parcheggio e per un periodo visibili nell’area, sono ora al Palazzo Massimo. Dell’imponente complesso dell’Atac, adiacente al parcheggio, e della vecchia stazione Roma Trastevere, apparentemente abbandonata da tempo, non vengono menzionate nella riqualificazione urbana della zona.