In Canada si bruciano i libri (1). Quasi cinquemila volumi sono stati ritirati dalle scuole di un istituto nell’Ontario e una trentina sono stati bruciati nel 2019 per un rito contro il razzismo. Tutto questo per una campagna di rivendicazione dei nativi americani che rasenta il delirio. Il rogo dei libri dell’istituto scolastico cattolico Providence, che raccoglie circa una trentina di scuole francofone nel sud dell’Ontario, in Canada, è soltanto l’ennesimo episodio di cancel culture , ma in Europa risveglia ben altre memorie. Ma dal Canada ci rassicurano: le ceneri dei libri bruciati sono state raccolte e poi seppellite ritualmente o usate come concime per nuovi alberi piantati in loco (2): “Sono le ceneri del razzismo, della discriminazione e degli stereotipi. La speranza è che cresciamo in un paese inclusivo in cui tutti possano vivere in sicurezza e prosperità”. Inclusivo e sostenibile, siamo alle solite. In dettaglio, si sono espunte tutte le pubblicazioni – fumetti inclusi – dove i nativi americani (una volta chiamati indiani o pellirosse) sono rappresentati secondo stereotipi coloniali o paternalistici. Ne fanno le spese anche Tintin nelle Americhe, La Conquista dell’Ovest di Lucky Luke, Asterix e gli Indiani. Ma quel punto si salva forse solo qualche testo di antropologia. “Le persone si spaventano di fronte ai libri bruciati, ma qui si parla di milioni di opere che danno un’immagine negativa degli autoctoni, perpetuano stereotipi terribili e dannosi”, spiega Suzy Kies, autodefinitasi “guardiana del sapere autoctono”, consulente della scuola e a capo del Comitato dei popoli autoctoni del partito liberale canadese. Nel frattempo la Kies, che per giunta si era inventata false origini autoctone, in seguito alle polemiche (nel frattempo si era in campagna elettorale) ha rassegnato le dimissioni dall’incarico di co-presidente della Commissione dei popoli autoctoni del Partito Liberale di Justin Trudeau. Si è anche detto che l’iniziativa doveva partire dai nativi e non da chi se ne fa interprete. Qualcosa di simile a quanto avviene da noi con i Rom: chi li difende o li rappresenta raramente è un Rom.
Detto questo, come bibliotecario lo scrivo a chiare lettere: non vedo differenze con i roghi dei libri (Bücherverbrennungen) organizzati dai Nazisti nel 1933. Anche loro erano convinti di essere dalla parte della Storia e hanno per questo eliminato dalle biblioteche i libri non in linea con le loro idee. Immagino anche che i talebani si stiano dando da fare per purificare le biblioteche pubbliche e universitarie afghane.
La soluzione? Quella seguita da alcune biblioteche pubbliche e scolastiche: storicizzare quanto diventa superato dalla tecnica e dalla politica e collocarlo in sezioni specializzate e chiaramente identificabili. Un istituto tecnico romano (il Leonardo da Vinci) ha separato i testi aggiornati da quelli superati, creando una biblioteca di storia dell’insegnamento tecnico e collocando nell’altra sezione tutto quanto è invece utile agli studenti. Un’altra biblioteca (la Lorenzo Lodi, anch’essa romana) ha una sezione dedicata al Fascismo storico. Come dire: quei testi dai titoli roboanti e autocelebrativi ormai non vanno presi sul serio, ma sono lo specchio di un’epoca e per questo vanno studiati in modo critico, distaccato. Vanno conservati come documenti storici, ma fornendo ai giovani gli strumenti per decodificarli col dovuto distacco razionale. La carta IFLA che stabilisce gli standard internazionali per le biblioteche pubbliche parla chiaro: nessun testo deve essere discriminato, nessun lettore escluso (3). Ma è triste pensare che misure pensate per prevenire abusi in paesi poco democratici debbano essere fermamente ribadite anche nella nostra cultura.
NOTE:
- https://www.linkiesta.it/2021/09/canada-rogo-libri/
- https://www.agi.it/estero/news/2021-09-10/libri-bruciati-canada-13814902/
- https://it.wikipedia.org/wiki/International_Federation_of_Library_Associations_and_Institutions . Per la documentazione IFLA in italiano, vedi: https://www.aib.it/attivita/attivita-internazionale/documenti-ifla-tradotti-in-italiano/