Tutti gli articoli di Paolo Cazzella

Il sottile filo della Memoria

L’esposizione delle artiste Marussia (prematuramente scomparsa nel 2017) e di sua sorella Tania, raccoglie opere che spaziano nel mondo variegato della ‘fine’ tessitura.
Opere eleganti, raffinate, dall’estrema bellezza, che possono ricordare a volte l’arte giapponese. Il loro mondo creativo è l’esplosione della fibra e della carta.
La loro arte tessile si è sviluppata negli anni, fin dal 1980, approdando a forme tridimensionali. Dagli arazzi, alle sculture, alle installazioni luminose, ai disegni, alle opere materiche, dalle fibre di svariati colori, si oserebbe dire di tutti i colori del pianeta Terra.

Una ricca esposizione, ora alla Fondazione Besso di Roma, rende da una parte, l’omaggio a Marussia Kalimerova, dall’altra la sensibilità e l’impegno, di Tania Kalimerova, sul futuro di questa arte ingiustamente poco seguita.
Il sostegno culturale dell’Ambasciata della Repubblica di Bulgaria e dell’Istituto di Cultura a Roma, attraverso la Fondazione Besso, restituiscono alle due artiste, conosciute in tutto il mondo, quel valore meritato di due creatrici estetiche del nostro tempo.

Il sottile ‘filo’ che lega le opere delle artiste bulgare presenti in Italia, si rafforza quando vengono realizzate delle vere e proprie sculture. I fili di lana, le fibre, cambiano spessore e colore assumendo in primis connotati di veri protagonisti.
A volte sono le forme, a volte è lo stesso spessore dei filamenti, anche fluttuanti, che parlano allo spettatore. Filamenti regolari, attorcigliati fra di loro, che si mischiano creando una vera e propria sinfonia di note colorate. Sinfonia che simboleggia l’umano vivere, i rapporti tra le persone.
In una delle due sale dell’esposizione, sono raccolte una selezione di alcuni arazzi di media grandezza e una installazione di Mariussia Kalimerova, nell’altra sala vengono proposte quattordici opere e altrettante mini sculture di Tania Kalimerova.
Un ‘viaggio’, questo, tutto proiettato nell’elegia della materia tessile, attraverso la creatività delle artiste.

Interessante e istruttiva visione a tutti voi.


I Ponti della Memoria
L’Arte che travalica i confini
Marussia Kalimerova e Tania Kalimerova
Dall’8 al 23 febbraio 2024

Fondazione Marco Besso
largo di Torre Argentina, 11
Roma

Informazioni:
Tel. 06/68192984

Ingresso su prenotazioni@fondazionemarcobesso.net


Una Nuvola riempita d’Arte

Per la prima edizione di Roma Arte in Nuvola, ci si aspettava senza dubbio di più.

Un luogo questo, come ebbi modo di scrivere per la sua inaugurazione avvenuta nel 2016, dotato di quell’armonioso oscillare tra ritmo e bellezza. Ritmo però, questa volta, rappresentato da troppa quantità e meno qualità.

Tanti, troppi galleristi, troppi operatori visivi nel campo della Pittura, della Scultura, dell’Installazione, dei video.

Ad eccezione delle gallerie storiche che, ovviamente, hanno presentato le loro collezioni permanenti, se ne poteva fare a meno, la qualità dei singoli artisti è risultata scarsa in questa fiera mercato dell’arte.

Infatti, proprio perché fiera dell’arte, poteva presentare ben altre proposte, opportunità, idee.

Nonostante questo, non sono mancate alcune novità, come aver affiancato le Gallerie da trenta Progetti speciali.

Tra questi, quello voluto dall’Ambasciata di Israele in Italia, la mostra Israel Landscape che ha inaugurato il ciclo dedicato all’arte internazionale. Diciassette artisti israeliani tra scultura, pittura, fotografia e ricamo.

La manifestazione è nata con lo scopo del rilancio di Roma nel mondo dell’Arte. Un rilancio indirizzato ad essere luogo di produzione dell’arte, del collezionismo e di un mercato aperto non solo in Italia ma anche nelle aree del Mediterraneo e dell’Europa. Opportuni, quindi, sono stati gli incontri organizzati sotto l’egida di come strutturare un ‘sistema-Roma’. I relatori del mondo dell’arte, direttori di musei, artisti, critici, collezionisti hanno fatto il punto sulle prospettive future.

Nella terza giornata sono stati assegnati quattro Premi e due menzioni speciali.

Premio Young per la migliore galleria under 5 per la cura nella proposta e il coraggio nell’allestimento, una promessa che ci fa sperare nel futuro di queste giovani gallerie, Premio Ex Equo a galleria Basile Contemporary di Roma e galleria Talk Bruxelles con un importo di 2.000 euro.

Nella Galleria di Bruxelles sono stati presentati tre artisti: Camilla Ancilotto con dei lavori  a tre facce che si possono comporre con delle immagini di opere antiche e altre dei vari aspetti della natura, Guillaume Garri e Onie Jackson si adagiano sul mondo e della mitologia greca,  in una lettura “picassiana”, sfociando nel graffitismo. Onestamente poco mi ispirano, a parte la citazione picassiana, quella delle piastrelle o immagini che si muovono e compongono altro, mi sembra un déjà-vu; una vecchia installazione, che era alla GNAM anni fa, fatta di polistirolo dove si muovevano i tasselli e i quiz televisivi dove si ruotano le caselle con le immagini o addirittura i cubi con le varie facciate che ricordano l’infanzia di molti di noi.

Premio The Best, offerto dalla Regione Lazio, per la migliore presentazione d’artista per stand, allestimento, comunicazione, grafica a due gallerie Matèria e Ex Elettrofonica, premiandole con un importo di 5.000 euro.

Menzione speciale per la galleria Burati Anderson che da Venezia ha scelto di operare nel territorio laziale.

Premio Absolute Modern per il migliore allestimento tra le gallerie di arte moderna Giuria: Simon Groom, Moira Mascotto, Roberto Perugini con un importo di 2.500 euro

Premio Rock per l’allestimento più originale dello stand: Giuria: Sabrina Vedovotto, Giuliana Benassi, Giuseppe Fantasia Sottolinea l’originalita’ e la visionarieta’ dell’allestimento con un tocco di azzardo che può fare la differenza in una fiera: è assegnato alla galleria Marina Bastianello di Mestre, Venezia. Importo: 2.000 euro

L’auspicio per la prossima edizione è quello di riempire il ‘contenitore fiera’ con più proposte nuove, da parte delle gallerie e meno presenze artistiche conosciute, storicizzate.

Nonostante tutto, interessante visione.

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Roma Arte in Nuvola

Dal 18 al 21 novembre 2021

Nuvola di Fuksas

Roma (Eur)

C.O.R. Creare Organizzare Realizzare

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Annabella Cuomo: Un duplice racconto

Prendendo spunto e nome dall’omonima galleria newyorchese, l’Associazione Culturale Galleria 291 nasce nel 2008 nel quartiere romano di San Lorenzo. Fin dall’inizio, la Galleria diviene luogo di libertà espressiva, superando i concepimenti accademici, proiettandosi nell’ambito della sperimentazione. L’associazione, fondata nel 2006 da Vania Caruso insieme ad altri tre soci, si orienta nella promozione e diffusione dell’arte e della cultura in tutte le sue forme e linguaggi.

È in quest’ambito che trova terreno fertile l’artista Annabella Cuomo. Un’artista che pur essendo giovane ha un ampio e variegato curriculum. La sua maturazione artistica comprende una profonda ricerca e una sempre maggiore consapevolezza estetica. Il suo ‘fare’ artistico ruota attorno a tante immagini, pensieri, concetti. Entra nei meandri del sociale mostrandoci, come sapientemente enunciato da Marinella Cianciaon, la ‘verità dei fatti’.
I suoi interessi, viaggiano tra pittura e fotografia, in un continuo crescendo che mostra forme dai volti inespressivi, creando un racconto dell’individuo moderno. Il duplice racconto accennato nel titolo di questo mio scritto, è l’intelligente progetto curatoriale della galleria impostato sull’artista.
Praticamente due storie che si intrecciano fin dall’inizio dell’attività espositiva.
Sono riunite in questa mostra una selezione di opere realizzate appositamente per questo spazio.
La Biologia non è il destino; Un regalo, un oro dentro l’ombra; Guerra agli Dei; C’è un posto dove vivono; Big One Game; sono i titoli delle mostre passate.
Un vero e proprio racconto visivo ma anche verbale.
Emerge la crisi sociale dei nostri giorni, in Big One Game del 2016, l’ultima personale di Annabella Cuomo, una proverbiale caccia ai cinque animali più ambiti.
Animali, che già nel 2011 con ‘Un regalo, un oro dentro l’ombra’ sono evidenti, perché è la luce soffusa che cela le rappresentazioni ancestrali di fantasmagorici animali. Animali scomodi, impopolari, selvatici. In fin dei conti, per la Cuomo, incontrare un animale selvatico è un regalo, perché si entra in contatto con le basi biologiche della Vita. Il suo ruotare nell’ombra del mondo animale è finalizzato alla ricerca della bellezza di una vita nascosta.

La mostra, che è una riuscita antologica dell’artista, porta il visitatore a conoscere quanto e come si è espressa attraverso le sue opere. In “Guerra agli Dei” del 2012, la mano dell’artista, per mezzo dei tratti grafici, indugia chirurgicamente, sull’evoluzione biologica di una stirpe, colpevole di chi si è voluto misurare con gli dei. Il legame con la sua prima mostra “La Biologia non è il destino” è facilmente leggibile. Nell’esposizione del 2013: “C’è un posto dove vivono”, la Cuomo metabolizza le ceneri del vissuto attraverso immagini dove la memoria ritrae il senso di un’esistenza sbiadita.
La lungimirante politica di questa galleria, che compie dieci anni della sua attività, fa vedere in questa esposizione quanto ho appena scritto. Non è, quindi, una mostra fatta per caso bensì un piacevole riassunto della visione estetica di un’artista attenta al chiedersi il perché delle cose.
Operazione riuscitissima.

Felice visione per chi lo vorrà.

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Annabella Cuomo
Dal 23 ottobre al 17 novembre 2018

Galleria 291 EST
viale dello Scalo San Lorenzo, 45/49
Roma

Orari: lun. 15,30 / 19,30
Mart, merc, giov, ven, 11,30 / 19,30
Sabato 15,30 / 19,30
Domenica chiuso.

Informazioni:
tel, 06/44360056

https://www.annabellacuomo.com/

http://www.galleria291est.com/

A cura di;
Vania Caruso & Rossella Della Vecchia

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Da Parigi il Museo D’Orsay

A Parigi, lo sapete tutti, c’è un Museo allestito all’interno di un ex stazione. Sto parlando, ovviamente, del Museo d’Orsay dal nome della famosa Gare d’Orsay. Ebbene questo splendido Museo ora, come dire, si rifà il look. Dall’idea primigenia di Gae Aulenti che lo pensò con pietra e luce diffusa a pareti scure e luci dirette. Il Nuovo Orsay, inaugurato nel 2011 e ancora oggi in ristrutturazione, comprende anche il nuovo modo di presentare quadri e sculture.  A raccontare, ora la storia di questo museo ci pensa una sezione dell’interessante esposizione inaugurata al Complesso del Vittoriano il 22 febbraio scorso (2014) e che chiuderà l’8 giugno di quest’anno. Si ha tutto il tempo per vedere le opere realizzate tra il 1848 e il 1914 dai più grandi maestri francesi di quel periodo. Sto, chiaramente, parlando di Gauguin, Monet, Degas, Sisley, Pissarro, Van Gogh, Manet, Corot, Seurat per parlare solo di alcuni artisti che la mostra ci offre. Il tutto attraverso settanta opere che partendo da quella pittura considerata accademica dei Salon e attraversando la rivoluzione impressionista arriva alle soluzioni formali dei nabis e dei simbolisti.

L’esposizione del Vittoriano Musée d’Orsay. Capolavori è curata da Guy Cogeval e da Xavier Rey ed è suddivisa dall’arte dei Salon alla Scuola di Barbizon, che darà inizio allo studio impressionista della luce e i pittori che ne fecero parte aprirono la strada al paesaggio impressionista.

Segue la sezione tra la modernità della tecnica impressionista e i soggetti rappresentati. La successiva sezione è tutta imperniata su quell’esperienza simbolista attraverso ritratti, scene di costume o paesaggi. Infine la sezione sull’eredità impressionista come i pointillisti che allargheranno ancora di più il limite della separazione delle macchie cromatiche portate avanti dagli impressionisti.

Ma voglio percorrere con voi l’itinerario della mostra, soffermandomi di tanto in tanto su alcuni dipinti e come spesso ho scritto, il consiglio è sempre quello solito. Vedersi l’esposizione una prima volta di seguito e ritornare un po’ a ritroso attraverso i dipinti che ci hanno colpito come ad esempio nella prima sezione quel La Jeunesse et l’Amour (Gioventù e Amore) di William Bouguereau (1825 – 1905) pittore accademico francese di modeste origini inglesi. Questo Gioventù e Amore rappresenta un nudo di donna dalle forme levigate e perfette intento nel rivolgere un sorriso all’amorino sulle sue spalle. Un bel dipinto come interessanti e validi sono i suoi oltre ottocento dipinti che ha prodotto. Eppure anche al suo tempo un certo Jules Castagnary definiva il guardare questa pittura come la responsabile di forti nausee. Il Castagnary, infatti, era tra i primi sostenitori del ‘nuovo’, appassionato di Courbet. Ma basta fare della Pittura, della Scultura o comunque dell’Arte che sia semplicemente il “nuovo”? E la bella pittura di Bouguereau? Se avete voglia andatevi a vedere sui motori di ricerca cosa ha veramente dipinto l’artista di origine inglese. Nella seconda sezione, Il paesaggio e la vita rurale: dal classicismo all’impressionismo, sono presenti artisti come Corot, Millet, Bazille, Monet, Pissarro, Sisley, Cezanne, Seurat e quel Paul-Camille Guigou (1834 – 1871) che a ventisei anni dipingerà Lavandaia sollecitato da Emile Loubon che lo spingerà alla passione per il paesaggio spronando lui e altri allievi a dipingere “dal vero”.

Veramente un’altra epoca, fuori dalle insignificanti installazioni a suon di video (viste e riviste) e di suoni che non hanno nulla a che vedere con la vera Pittura. Nella terza sezione: ‘Rappresentare la propria epoca: la vita contemporanea’, ci sono opere di Manet, Renoir, Degas, ancora Pissarro, ancora Monet e poi De Nittis.

Tutte opere abbastanza conosciute ma sempre godibilissime. A seguire la sezione Stati d’animo. La pittura simbolista e nell’ultima sezione, Dopo l’impressionismo verso le avanguardie del XX secolo, si può vedere il famoso dipinto L’italienne di Van Gogh.

Un viaggio di colore e di colori che attraversa poco più di sessanta anni di una pittura alla ricerca del “Bello”.

Ricca visione a tutti voi.

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Musée d’orsay Capolavori

Dal 22 febbraio all’8 giugno 2014

Roma

Complesso del Vittoriano

Ingresso:

12 € intero – ridotto 9,00 €

Orario:

dal lunedì al giovedì 9.30 – 19.30

venerdì e sabato 9.30 – 23.00

domenica 9.30 – 20.30

Informazioni:

tel. 06/6780664

Catalogo:

Skira

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Libero nella Cometa

È stato poeta, scrittore, acuto critico d’arte ed è rimasto famoso, oltre che per le sue attitudini, anche per aver diretto, su richiesta della contessa Anna Laetitia Pecci Blunt, la storica galleria La Cometa, nei pressi dell’Aracoeli. Il titolo della mostra è per l’appunto: Libero De Libero e gli artisti della Cometa. Nonostante anni difficili, mi riferisco al periodo che va dal 1935 al 1938, nelle esposizioni della Cometa non ci sarà retorica, né magniloquenza.

L’esposizione di via Crispi, che ho visitato, è sapientemente illustrata attraverso le opere della Galleria d’Arte Moderna di Roma Capitale, grazie anche al nutrito numero di acquisizioni nel periodo del Governatorato, con un apparato documentario formato da lettere, fotografie, piccoli disegni proveniente dall’archivio privato di Libero De Libero, donato ultimamente alla Quadriennale da Franca De Libero.

Mai come in questa occasione le opere esposte fanno da pendant con i documenti in mostra e viceversa, l’importanza del catalogo ne è una testimonianza. Gli artisti che in quegli anni gravitarono (esponendo) nel micro cosmo della Cometa hanno nomi conosciuti perché diversi di loro sono entrati a far parte della storia dell’Arte italiana del primo novecento come Cagli, Janni, Mirko, Ziveri, Lilloni, Mucchi, Tomea, Sassu, Manzù, Caty Castellucci, Purificato, Melli, Bartoli, Capogrossi, Fazzini, Terrazzi, Maccari, Pirandello, Savinio, Scipione, Severini, Mafai, Montanarini, Afro, Guttuso, De Chirico, Messina, Campigli, Moranti, solo per citarne la maggior parte. Ebbene questi artisti animati da uno spirito libero, di quella libertà che veniva negata (proprio in quegli anni) a normali Esseri Umani, si susseguirono nel locale di Tribuna Tor de’ Schiavi 18, ristrutturato con quella caratteristica tipica dell’Architetto Adalberto Libera. Il tutto con un unico fine, vale a dire portare l’arte italiana fuori dalle Accademie e dalle mortificazioni provinciali, come ricorda Giuseppe Appella in catalogo.

Così tra gli interessi di De Libero e l’attivismo, la curiosità delle passioni di Mimì Pecci Blunt si verranno ad avere in quei tre o quattro anni di vita, una pletora di emozioni le più disparate possibili che resteranno nella storia. E questa storia, oggi, viene così minuziosamente raccontata attraverso opere divenute famose come: Composizione del 1938 di Afro (Basaldella), Giubbetto rosso del 1938 di Felice Castrati, Ninetta piccola del 1935 – 1936 di Ferruccio Ferrazzi o il Ritratto di Afro Basaldella del 1936 di Carlo Levi, così come l’Autoritratto del 1930 di Marino Marini, Palestra (Bagnanti) del 1934 – 1935 di Fausto Pirandello, Paesaggio del 1934 di Alberto Ziveri.

L’acquisizione dell’archivio di Libero De Libero, avvenuta per donazione nel 2012 alla Quadriennale di Roma, ci porta a conoscenza, oltre a tantissimi documenti non inerenti l’attività della Galleria, a ben centoventi documenti tra lettere e cartoline della contessa Pecci Blunt. Tra un biglietto del 1935 nel quale Mimì Pecci si felicita con De Libero perché la Cometa è “cosa fatta”, si passa a diversa corrispondenza fino a una commovente lettera che la Contessa invia a De Libero.

Il catalogo della Palombi editori, è a cura di Maria Catalano, Federica Pirani, Assunta Porciani alle quali va il mio personale ringraziamento per averlo confezionato in maniera fruibile a tutti.

Serena e felice visione a voi tutti.

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LIBERO DE LIBERO E GLI ARTISTI DELLA COMETA

Fino al 27 aprile 2014

Roma

Galleria d’Arte Moderna di Roma Capitale

via F. Crispi, 24

Ingresso:

intero: € 6,50

ridotto: € 5,50

Orario:

da martedì a domenica

dalle 10.00 alle 18.00

lunedì chiuso

Informazioni:

tel. +39 060608 (tutti i giorni ore 9.00-21.00)

http://www.galleriaartemodernaroma.it/

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 Mostre Libertà in De Libero e gli artisti della Cometa foto_1_gallery