Archivi categoria: SCAFFALE DEGLI OZIOSI

E-ditoria gonfiata

Su Facebook ogni settimana vengo invitato a seguire corsi di russo, di lituano, di finanza, ma soprattutto di self-publishing. Che a proporli sia una ragazza o un manager senza giacca non importa, tutti seguono più o meno lo stesso schema, presentato in stile romanzato o aziendale: “avevo un lavoro che non mi soddisfaceva e ora faccio tanti soldi da casa con un impegno di poche ore al giorno”. Ovviamente devi avere un buon collegamento, ma chi legge questi annunci è già attrezzato per questo. Ma andiamo avanti: si dice che non basta scrivere e stampare un libro ma bisogna venderlo (vero) e che serve metodo. E qui propongono sempre corsi online a pagamento con titoli altisonanti come “Da zero a bestseller”, presentati con la promessa di “profittevoli guadagni”, “challenge con premi reali” e altri americanismi. Ma c’è chi va oltre, proponendo di scrivere con l’AI una serie di libri anche essendo digiuni della materia trattata. Uno addirittura si vanta di aver scritto e venduto su Amazon un manuale di sopravvivenza senza averne la minima competenza. Passi per un libro di giardinaggio, ma perché mai dovrei avventurarmi in un trekking con un manuale simile? L’autore stesso ammette la propria ignoranza su una delicata materia tecnica e pretende di essere credibile, il che è surreale. E qui arriviamo alla soluzione del mistero: si sfruttano gli algoritmi di Amazon per mettere in prima linea i libri e si gonfia la scheda di recensioni vere o fasulle. Cito testualmente:

È un sistema testato, che si basa su numeri, non su chiacchiere..

• 📊 È basato sui numeri del business, non sulle “speranze”.

• 🎥 Ti fa partire anche con zero investimento, grazie alla promozione su TikTok.

• 📈 Sfrutta l’algoritmo di Amazon per spingere i tuoi libri in alto.

• 📚 Ti insegna a costruire un sistema costante di pubblicazioni, senza perdere mesi nel perfezionismo.

• ⭐ Crea meccanismi gratuiti e sicuri per accumulare recensioni reali.

• ✅ Tutto nel pieno rispetto delle guidelines di Amazon.

• 👥 Ogni settimana sei in contatto diretto con un coach

Più altre migliorie: copertina ridisegnata, grafica accattivante, “titolo ottimizzato su keyword ad alta domanda” (leggi: appetibile e comprensibile), descrizione scritta con tecniche di conversione (framework AIDA), pricing dinamico per attivare l’algoritmo entro i primi 7 giorni (leggi: politica dei prezzi). Insomma, il libro si vende se sai promuoverlo nel mondo 2.0, indipendentemente dalla sua qualità, il che significa gonfiare il mercato di libri fisici o e-book privi di un vero controllo editoriale. E Amazon che fa? Intanto nel marzo 2024 vince una prima causa civile in Italia sulle recensioni false che hanno tentato di agevolare la pubblicazione di valutazioni a 5 stelle sul portale di e-commerce (Tribunale di Milano). Poi la guerra contro i broker di recensioni false continua (fonte: ZonWizard.com): nel 2024, la piattaforma ha bloccato preventivamente oltre 275 milioni di recensioni sospette (!). In più si continua a portare in tribunale chi gonfia il panorama dell’e-commerce globale. I broker di recensioni a peso si presentano come attività legittime, operando attraverso siti web dall’aspetto professionale, canali social media e servizi di messaggistica criptata. Promettono recensioni a cinque stelle “garantite al 100% sicure”, offrono sconti per ordini in blocco e assicurano persino sostituzioni gratuite se le recensioni vengono rimosse da Amazon. Strategica a questo punto è l’alleanza fra Amazon e aziende come Better Business Bureau in azioni legali congiunte contro operatori di siti fraudolenti. Nel luglio 2025, le due organizzazioni hanno promosso la loro seconda causa congiunta, stavolta contro gli operatori di Skitsolutionbd.com, un sito che vendeva recensioni false non solo per Amazon ma anche altrove. Oltre alle azioni legali, Amazon investe in tecnologia avanzata per combattere le recensioni false alla fonte, utilizzando sofisticati modelli di machine learning che analizzano migliaia di punti dati prima che una recensione venga pubblicata. Le recensioni false non sono solo un problema di Amazon, ma una minaccia per l’intero sistema della fiducia online. Il mercato non ha bisogno di brutti libri, ve n’è già in abbondanza.

Pane … Cibo per la Mente

Dal 28 al 31 agosto Pitigliano torna a essere palcoscenico del Festival Internazionale di Letteratura Resistente, giunto quest’anno alla sua ventiquattresima edizione. Il titolo scelto per il 2025, Pane e… Cibo per la mente, mette al centro il valore del nutrimento culturale e civile, in continuità con un percorso che, anno dopo anno, intreccia memoria, riflessione e attualità.

Nato dall’insegnamento e dallo spirito del maestro Manzi, già sindaco di Pitigliano, il Festival si è consolidato come luogo di incontro tra risorse intellettuali, artistiche e umane, con l’obiettivo di stimolare pensiero critico e consapevolezza.
L’immagine del pane, simbolo di sopravvivenza e dignità, attraversa questa edizione: dal tozzo negato ai contadini della Lega dei Campagnoli all’inizio del Novecento, alla lotta per i diritti dei popoli oggi privati di libertà, pace e giustizia. Le storie locali, dunque, si intrecciano con quelle globali, componendo un affresco che lega passato e presente, memoria e resistenza.

Il Festival si apre con due esposizioni:

  • “L’edificazione del palazzo Orsini/Aldobrandeschi attraverso i secoli nei disegni di Giuseppe Romani”, inaugurata il 1° agosto sulle vetrate delle Macerie;
  • “Pane e identità”, a cura dell’associazione Identity Spirit, inaugurata giovedì 28 agosto alle ore 16 nei sotterranei dell’Associazione Strade Bianche (via Zuccarelli 25).

Accanto alle mostre, spazio a una ricca programmazione che spazia dalla musica di protesta e liberazione al cinema di qualità, dalle letterature di frontiera alle illustrazioni, dai laboratori per bambine e bambini a un’offerta editoriale speciale: ben sedici libri pensati e realizzati per l’occasione.

Il Festival è reso possibile grazie alla collaborazione con la Biblioteca Comunale “F. Zuccarelli”, il Centro Culturale Fortezza Orsini e al sostegno dell’amministrazione comunale di Pitigliano. Quattro giorni intensi in cui cultura, memoria e impegno civile si intrecciano, restituendo al pubblico la forza della resistenza come atto collettivo e vitale.

Dal 28 al 31 agosto, dunque, Pitigliano diventa capitale della letteratura resistente, offrendo a cittadine, cittadini e visitatori un “cibo per la mente” necessario quanto il pane quotidiano.

Due iniziative per Gaza: arte, poesia e solidarietà contro la distruzione

La Striscia di Gaza non è mai stata un luogo facile, spesso descritta come una “prigione a cielo aperto”. Ma lì si viveva: tra case, scuole, ospedali, moschee e chiese. Oggi, dopo mesi di bombardamenti incessanti, Gaza è ridotta a una distesa di macerie, dove la sopravvivenza stessa è diventata una lotta quotidiana, e i bambini sono le prime vittime di questa catastrofe umanitaria.

Nel silenzio assordante della comunità internazionale, e nella tragedia quotidiana vissuta da un intero popolo, tre iniziative culturali e solidali — a Roma, Parigi e Gaza — cercano di affermare un principio essenziale:
Finché la cultura, la musica, la parola e l’immagine resistono, un popolo continua a vivere.

27 Giugno – Happening di Solidarietà al Teatro Porta Portese (Roma)

L’Associazione Gruppo Teatro Essere APS, in collaborazione con Storie Contemporanee – Arti Visuali Scritture Società, Café Voltaire e Artisti Oltre i Confini, promuove un grande evento culturale e artistico venerdì 27 giugno 2025, dalle ore 18.00 alle 21.30 presso il Teatro Porta Portese (Via Portuense 102 – Roma).

Saranno presenti oltre 150 artisti tra pittori, scultori, fotografi, musicisti, poeti e attori. Le loro opere, performance e letture saranno unite da un unico intento: sostenere la popolazione palestinese, raccogliendo fondi destinati a Gazelle per l’invio di generi alimentari a Gaza.

Durante l’happening sarà proiettato anche il video ufficiale della Biennale di Gaza, un lavoro in progress che racconta come l’arte palestinese non abbia cessato di esistere nemmeno sotto le bombe. Gli studi d’artista sono diventati “plein air”, all’aperto, perché i luoghi dell’arte sono stati distrutti insieme agli ospedali, alle scuole, alle case, agli edifici religiosi, ai siti archeologici. Gli artisti lavorano tra le macerie, usando ogni spazio rimasto come atelier improvvisato, a testimonianza della resilienza creativa e della necessità di continuare a produrre bellezza anche nel dolore.

1° Luglio – Presentazione del libro “Il loro grido è la mia voce”

Il 1° luglio 2025, alle ore 17.00 presso la Sala Assunta (Via degli Astalli, 17 – Roma), la Fondazione MAGIS ETS promuove la presentazione del volume:
“Il loro grido è la mia voce. Poesie da Gaza”, edito da Fazi Editore.

Il libro raccoglie poesie di autori palestinesi scritte dopo il 7 ottobre 2023, nel cuore del conflitto. Una voce poetica che non tace, che racconta la morte e la speranza, l’amore e il dolore, in un mondo devastato ma ancora umano.

Durante l’evento interverranno i curatori Antonio Bocchinfuso, Mario Soldaini, Leonardo Tosti, il presidente del MAGIS Ambrogio Bongiovanni, e Adnane Mokrani, presidente onorario del CIPAX. Saranno lette poesie di Hend Joudah, Ni’ma Hassan, Yousef Elquedra, Heba Abu Nada, Haidar al-Ghazali e Refaat Alareer.

Per ogni copia venduta, Fazi Editore donerà 5 euro a EMERGENCY, a sostegno delle forniture mediche nella Striscia di Gaza.

Anche in questa occasione sarà proiettato il video della Biennale di Gaza, documentando la trasformazione della tragedia in espressione artistica, dove ogni spazio è diventato studio, e ogni artista continua a creare per non soccombere al silenzio.

La Biennale di Gaza: arte tra le macerie

Dal cuore della devastazione, gli artisti di Gaza hanno lanciato una Biennale d’arte come dichiarazione di vita, libertà e creatività. Più di 50 artisti partecipano a questa iniziativa, lavorando nonostante la guerra, la fame, la distruzione e lo sfollamento.

Le loro opere non solo raccontano l’orrore, ma lo sfidano con la forza dell’immaginazione:

“Attraverso l’arte, resistiamo al massacro. Nessuna guerra può spegnere la luce nei cuori dei creatori”, scrivono i promotori della Biennale.

La Biennale è un invito rivolto al mondo, alle istituzioni culturali, agli altri artisti: non lasciate spegnere queste voci.
Gli studi d’artista “plein air”, spogli di mura ma pieni di dignità, diventano simbolo della volontà di non arrendersi, trasformando la distruzione in gesto creativo e in memoria condivisa.

Perché partecipare
Queste iniziative non sono solo eventi culturali: sono atti di resistenza civile, spazi di ascolto e di azione. Portano aiuto concreto (cibo e medicine), ma soprattutto custodiscono e diffondono la voce del popolo palestinese, affinché non venga ridotto al silenzio.
Perché un popolo muore davvero solo quando tace la sua voce, si spengono le sue immagini, si perdono le sue melodie.

A testimoniare questa resistenza culturale, anche fuori dai confini di Gaza, è la mostra “Tesori Salvati da Gaza – 5000 anni di storia”, in corso all’Institut du Monde Arabe di Parigi. L’esposizione presenta oltre cento opere provenienti da scavi e collezioni palestinesi, oggi custodite in esilio a Ginevra, in un viaggio emozionante tra le civiltà che hanno attraversato Gaza. In un contesto di distruzione e perdita, la mostra si fa gesto concreto di solidarietà culturale, restituendo dignità e visibilità a un patrimonio millenario oggi minacciato.
Anche questa, come le iniziative romane, è una voce che resiste all’oblio, un invito a non voltarsi dall’altra parte.

📣 #SaveTheDate
• 27 giugno 2025, ore 18.00 – Teatro Porta Portese, Roma
Happening artistico e solidale per Gaza
• 1 luglio 2025, ore 17.00 – Sala Assunta, Via degli Astalli, Roma
Presentazione del libro “Il loro grido è la mia voce”
L’ingresso è libero. La solidarietà è necessaria.

Wild Swimming

Difficile descrivere un romanzo che non accetta schemi in una società ormai senza schemi. Lo stesso titolo – poco chiaro  per un italiano – rimanda a un nuoto non costretto da strutture e limiti. Una trama comunque c’è, più memoir che novel: l’autrice si descrive in prima persona e senza pregiudizi. Vive a Londra e lavora nel mondo dell’editoria e dell’università, è queer e si muove con disinvoltura tra amanti, amiche, concerti e mostre, ripensando tutte le sue azioni in funzione delle sue estese letture, “usando le opere per parlare di noi” (pag.61). Nata in Veneto, l’autrice ha studiato a Bologna e ha seguito la strada dello studio e del lavoro all’estero, ed è ora ben inserita a Londra nella professione accademica e nel mondo dell’editoria. La sua vita non è trasgressiva, nel senso che nella metropoli londinese quello che lei fa è ampiamente permesso, almeno in certi ambienti dove si può vivere senza uscire dalla “comfort zone”. Frequenti anche i viaggi, nello stile letterario che io chiamo (con ironia) internazionale: si prende l’aereo da una capitale all’altra solo per seguire un concerto, vedere un amico o vivere una notte d’amore. Ma se ormai niente e nessuno si oppone ai tuoi desideri e alle tue aspettative è difficile creare il dramma. L’autrice lo sa e fin dalla prima pagina crea l’evento:  entra in scena J., di cui non sappiamo nulla; si sono conosciute su un sito di incontri e arriva a Londra dal Canada, dove ha una ragazza che in quel momento però è in Costa Rica. Ma ha anche un compagno in Inghilterra e vuole incontrare a tutti i costi l’autrice, con cui quasi subito andrà a letto. Quest’ultima si lascia trasportare dal flusso degli eventi, ma vive su diversi piani: quello della realtà, quello letterario e quello della diplopìa, vale a dire immagina di continuo una storia parallela a quella che sta vivendo. Non andrò oltre per non far spoiler, ma tutto il libro è costruito per mondi paralleli, dove i piani si confondono e si sovrappongono: evidente il tentativo di dar senso a una narrazione che procede da una serie di appunti orchestrati in modo razionale, ma senza schemi fissi: “ho sempre preferito le cose indefinite e prive di confini” (pag. 116) dice l’io narrante, a cui fa eco J. , la quale “non pianificava mai niente, ha risposto. Non pianificava più niente”. Tutto dunque è possibile, e poche cose sono prive di confini come l’immaginazione personale, specie se amplificata da quella realtà aumentata chiamata letteratura. E non per niente l’elemento più citato nel libro è l’acqua, materia profonda e pervasiva ma dalla forma indefinita, natabile in superficie come in profondità. E’ la fluidità come dasein, esserci. E qui a metà libro scopriamo Waterlog di Roger Deakin (1), dove impariamo che significa traversare “a nuoto libero” un paese per vie d’acqua e raccontarne i rituali. L’autrice rievoca la laguna veneta e persino l’Istria, ma è Londra ad esser descritta come città d’acqua. E qui mi vengono in mente l’inizio di Cuore di tenebra, quando i legionari romani risalgono il Tamigi, e – perché no? Tre uomini in barca di Jerome K. Jerome.

Altra riflessione frequente nel romanzo è il rapporto con una cultura diversa: identità della diaspora, essere altrove e sentirsi allo stesso tempo estranei e familiari, sforzarsi di capire una società dove non sarai mai accettato del tutto e di cui ti sfuggono alcuni parametri perché sottintesi o espressi con parole per te intraducibili. Chi studia le lingue sa bene che dietro grammatica e lessico vive una civiltà diversa dalla tua, e presto s’impara cosa significa vivere lontano dal proprio paese ma saperlo anche vedere dall’esterno. E qui sono inseriti i ricordi personali: la vita con la nonna, le piccole esperienze di bambina che lasciano il segno, la più aperta realtà bolognese. A far da catalizzatore è sempre il momento di crisi, stupendo termine greco e latino che sta per “giudicare, decidere” e indica il momento della scelta nella fase discendente a seguito della rottura di un equilibrio, in previsione di un nuovo equilibrio temporaneo. E il sottofondo risuona sempre di citazioni letterarie, appena accennate ma capaci di dare un senso più esteso alla propria esperienza e soprattutto a dilatarla oltre i confini della realtà tangibile. La definirei un’esaltazione delle zone fluide. L’autrice ha il tocco leggero, quasi minimalista: i capitoli sono brevi, agile la sintassi, i continui riferimenti letterari non pesano sul ritmo e la narrazione scorre rapida anche quando certe riflessioni sembrano uscite da un corso di strutturalismo. Alcune letture -Virginia Woolf, Flaubert, Orwell, Eliot, Proust – sono scontate, altre meno: Anne Carson, Cortazàr, Annie Ernaux, Stuart Hall, Derek Jarman, Deborah Levy, Zadie Smith, W.G. Sebald, Saidya Hartman e altri. In ogni caso l’elenco completo dei testi e degli autori citati è in fondo al libro, come le coordinate filmografiche e soprattutto musicali.

****************************

Note:

  1. In italiano: Diario d’acqua : viaggio a nuoto attraverso la Gran Bretagna / Roger Deakin ; traduzione di Elisa Comito. Torino, EDT, 2011

****************************

Wild Swimming / Giorgia Tolfo. Giunti / Bompiani, 2025. 297 pag., prezzo 18 euro

****************************

Il mio comandante Alfredo Di Dio

In occasione del 80° anniversario della Liberazione si commemora l’esperienza della Repubblica dell’Ossola, non l’unica Repubblica partigiana nata durante la Resistenza, ma certamente la più considerevole nella storia della Resistenza. La Repubblica dell’Ossola cercò nei suoi quaranta giorni di vita, dal 10 settembre al 23 ottobre 1944, di riformare la scuola, l’assistenza, e la giustizia in una organizzazione statale democratica e strutturata, con precise norme legislative e con tanto di ministeri ai cui vertici comparivano nomi che sarebbero stati in futuro fondamentali per la rinascita dell’Italia nel dopoguerra, come Vigorelli, Malvestiti e Terracini, presidente della futura Assemblea Costituente la quale trovò proprio ispirazione nei principi di libertà e democrazia che caratterizzarono la Repubblica dell’Ossola.
Nell’ottobre 2024 esce finalmente, dopo anni di attente ricerche e di verifiche su documenti anche inediti, un libro che racconta la vicenda di colui che reso possibile la liberazione dei territori che hanno fatto parte di questa repubblica partigiana, il capitano Alfredo Di Dio, medaglia d’oro al valor militare alla memoria, ucciso in un (sospetto) agguato alle gole di Finero (VCO) il 12 ottobre 1944.
La presentazione del volume Il mio comandante Alfredo Di Dio di Grazia Vona e Margherita Zucchi, molto atteso soprattutto nell’ossolano, è avvenuta a Domodossola alla presenza anche di alcuni discendenti del capitano e con la presentazione del prof. Alfredo Canavero, già docente di Storia contemporanea all’Università degli Studi di Milano.
Canavero nel suo intervento ha messo in evidenza come, in un periodo in cui si tenta di svalutare la Resistenza, sia fondamentale ribadirne l’importanza: la Resistenza ha impedito all’Italia di fare la fine della Germania alla conclusione del conflitto e ha avuto un forte significato morale di opposizione al fascismo.
Canavero ha anche sottolineato come per lungo tempo la narrazione della Resistenza sia stata appannaggio della storiografia di orientamento comunista e come, con la caduta del comunismo, se ne sia offuscato il recupero.
La Resistenza però non è stata solo da parte comunista, è esistita infatti anche una Resistenza cattolica, monarchica, badogliana, liberale, socialista, più vicina quest’ultima ai cattolici che ai comunisti.
Ѐ arrivato il momento di riprendere il ricordo di questa Resistenza non comunista, quasi dimenticata, ed è uno degli scopi che si propone questo nuovo volume.
Le autrici nel loro lavoro hanno cercato di dare un’immagine dell’uomo Alfredo Di Dio, sia attraverso testimonianze di chi molto lo stimava, come Ferruccio Parri, sia attraverso quelle di chi gli era avversario, anche tra altri gruppi partigiani, che pur hanno sempre avuto lodi per la sua condotta.
Alfredo Di Dio era di formazione cattolica, diplomato all’Accademia Militare di Modena con borsa di studio, quindi di famiglia non particolarmente facoltosa, e di solida formazione militare.
All’indomani dell’8 settembre, sottrattosi alla cattura insieme al fratello Antonio, immediatamente si era proposto di formare gruppi militari allo scopo di liberare l’Italia dall’occupazione tedesca. Di Dio impose una formazione militare ai suoi gruppi, con studio di tattiche e battaglie a tavolino, non escludendo la possibilità di trattative, previste sempre dalle leggi militari, al fine coinvolgere il meno possibile la popolazione civile. A differenza delle bande partigiane comuniste il cui scopo non era solo quello di liberare l’Italia ma anche di instaurare un nuovo ordine sociale, nella divisione di Di Dio non era ammessa la discussione politica. La priorità restava la liberazione dal nazifascismo, la discussione politica veniva rimandata a dopo la liberazione; la presenza di un commissario politico, che approvasse le operazioni, figura presente nelle formazioni partigiane comuniste, non era quindi prevista né ammessa nella Divisione di Alfredo Di Dio, che ragionando da militare aveva la necessità di decidere e agire rapidamente.
L’attività del capitano durante la Resistenza si inserì poi in un più ampio progetto elaborato da Ferruccio Parri insieme a inglesi, americani e badogliani per creare in Ossola un ponte di passaggio per gli alleati, vista la comoda vicinanza del confine svizzero e arrivare possibilmente fino all’Austria. Il ventiquattrenne capitano Di Dio si assunse quindi, davanti a una riunione di tutti i comandanti del progetto, la responsabilità di liberare l’Ossola, al fine di arrivare alla liberazione dell’Italia.
Il volume si presenta ricco di testimonianze e di documenti inediti, ma non solo: le autrici si sono avvalse della collaborazione Carlo Fedeli, esperto in storia militare, per analizzare le circostanze della morte di Alfredo Di Dio che, come riportano le cronache, cadde in una imboscata alle gole Finero, in Val Cannobina, il 12 ottobre del 1944, insieme al colonnello Attilio Moneta.
Cosa è accaduto veramente? Se era noto che le gole pullulavano di tedeschi come è possibile che dei militari esperti come il col. Moneta, che aveva combattuto anche nella prima guerra mondiale, il maggiore canadese Patterson e il comandante “Marco”, alias Alfredo di Dio siano caduti nella trappola? Si dice che siano andati in ricognizione, ma Fedeli spiega che una ricognizione condotta in tal maniera, con i comandanti in testa e senza un’adeguata copertura, è fuori da ogni logica militare.
Le nuove indagini delle due autrici, con la collaborazione di Fedeli, hanno esaminato tutti gli elementi come mai era stato fatto in precedenza (compresa un’accurata ricerca circa le posizioni dei bossoli sul luogo) e hanno attentamente vagliato tutte le testimonianze che, per quanto a volte discordanti, convergono però tutte su un punto: Di Dio aveva ricevuto un dispaccio che lo assicurava del ritiro dei tedeschi ma l’informazione ricevuta risultava palesemente errata. Chi poteva essere questo messaggero che aveva la totale fiducia del capitano Di Dio e che gli aveva comunicato la certezza che la via era libera? Chi lo aveva inviato?
Se gli esecutori materiali della morte di Alfredo Di Dio sono stati i tedeschi, Vona e Zucchi concludono però che i responsabili vanno ancora cercati altrove.


Il mio comandante Alfredo Di Dio
Grazia Vona – Margherita Zucchi
Edizioni Lampi di Stampa, p. 372
Prezzo: € 25