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IL COMPLOTTO, ovvero bufale e bisonti

Il Complotto è di moda: il Covid-19, i Vaccini, il Nuovo Ordine Mondiale, la Cabala… inutile dirlo: in fondo ci attira e ci gratifica l’idea che dietro ai rapidi cambiamenti sociali e politici ci sia un’organizzazione segreta che tutto manovra e si pone al di sopra delle nostre possibilità di gestione e comprensione. E’ uno dei tanti modi di metter ordine nel Caos, solo che questo sistema invece crea solo confusione e l’amplifica. E una volta inserita nel web, a quel punto l’idea di partenza diventa un monstrum ingestibile e fa danni planetari. Mentre scrivo ho naturalmente impressa l’immagine dell’armata Brancaleone versione Marvel che ha invaso il Campidoglio. E qui s’inserisce QAnon, misteriosa entità esoterica a metà fra il gioco di società per complottisti e una setta di fanatici, ma oggi organizzazione terroristica riconosciuta dall’FBI. Recente la decisione di chiudere circa 70.000 siti e/o pagine legate a QAnon, un movimento nato in rete che alimenta teorie del complotto oltre il limite del distopico, in cui crede il 17% degli americani. Ma intanto c’è una sorpresa: l’insieme dei post di QAnon –  4952 testi per l’esattezza – è stato scritto praticamente da due persone sole, le quali hanno gestito l’insieme in periodi diversi e potrebbero esser presto identificate. Lo ha stabilito una ditta svizzera specializzata in perizie di documenti per i tribunali, la OrphAnalytics (1). In sé niente di strano; il Libro di Mormon, testo sacro dei Mormoni, è stato scritto da una persona sola, il predicatore Joseph Smith, anche se ufficialmente sarebbe la traduzione di un antico testo, inciso su delle tavole d’oro, che egli avrebbe rinvenuto in seguito all’apparizione di un angelo nel 1823. E come vedremo, le chiese cristiane riformate nordamericane non sono estranee al clima alimentato da QAnon. Nel XIX secolo, p.es. presso certi ambienti evangelici era luogo comune pensare che l’immigrazione cattolica irlandese fosse parte di un piano del Papa per sostituire nel Nuovo Mondo i protestanti con i cattolici, mentre sappiamo che storicamente gli irlandesi emigravano per fame, né più o meno come gli africani che oggi sbarcano a Lampedusa. Ma rifugiarsi nel Mito è comodo: è rassicurante, anche se “significa” (si esprime cioè mediante simboli) ma non spiega, anzi cela il suo significato profondo. Da qui il suo fascino.

Ma torniamo a QAnon. I siti americani e le pagine Facebook sono state chiuse, come prima 8Chan e 8Kun (nate dallo stesso ambiente), ma in rete non è difficile ritrovare tutto, anzi esistono siti italiani affiliati con buone traduzioni, da cui viene fuori che “QAnon è una sofisticata operazione militare mirata ad aggirare i mezzi di informazioni convenzionali”. Tale operazione militare è condotta da «soldati digitali,  attraverso piattaforme non censurabili». Si parla del Grande Risveglio, che ha preso corpo con l’elezione di Donald Trump, il quale spiegava dal primo giorno che le elezioni sono sempre truccate da macchine per il voto elettronico utilizzate in diversi Stati e fornite da una società di proprietà di George Soros, “che in gioventù ha collaborato con i nazisti” (in realtà è sfuggito ai nazisti, nascosto dai rom,  ndr.). Il programma di Trump mira alla «distruzione della borghesia finanziaria», parassitaria Hper colpa di Soros. Peccato che Trump di quella classe sociale  ne faccia parte. Soros in ogni caso è dappertutto: ordisce congiure, finanzia le ONG (vero, ndr.) e mira alla sostituzione di una razza con l’altra; in più gestisce una serie di spregiudicate operazioni finanziarie segrete. Bill Gates col vaccino vuol inserirci sottopelle un chip per controllare il mondo, idea copiata di peso da un film di spionaggio, La lunga ombra gialla (1969) con Gregory Peck

Julian Assange ha scoperchiato documenti riservati (vero), ma Kennedy è stato ucciso perché voleva smantellare la CIA e le società segrete, punta di diamante del Deep State che ci governa coi suoi poteri occulti grazie alla Cabala (sic), un’organizzazione segreta guidata da miliardari e parlamentari democratici, amministrazione parallela che – udite, udite – nasconde una rete nascosta e perversa che pratica pedofilia e riti satanisti. Inutile dire che a un occhio neanche tanto esperto la Cabala rimanda al Protocollo dei Sette Savi di Sion – un falso storico da manuale –  e al noto film nazista  Suss l’Ebreo (1940). La congiura demo – pluto – giudaica dunque funziona sempre, poco importa se ormai la finanza internazionale non è più monopolio degli ebrei, il cui potere palese e/o occulto è sempre sovradimensionato. Quel che è bizzarro è che le perversioni sessuali e/o sataniste invece qui non sono legate agli ebrei, ma a categorie che vanno dai politici democratici a note star di Hollywood.  Quest’ultime avranno pure i loro vizietti (Hollywood Babilonia, un classico), ma non lo fanno certo per nutrirsi di un liquido biologico, l’Adrenocromo, rarissima droga estratta dal cervello di bambini terrorizzati. L’Adrenocromo in realtà è una componente dei medicinali usati per la cura di epilessia ed emorroidi, ma i perversi settari amano riunirsi in apposite pizzerie sataniche per mangiare pizze alla carne di infante bevendo Adrenocromo alla canna. La bufala originaria diventa man mano una carica di bisonti che tutto travolge, ma sembra davvero che tutto si origini da quel gioco che facevamo da ragazzini, il “telefono senza fili”, dove col passaparola il messaggio originario diventa sempre qualcos’altro: chi non capisce, chi aggiunge un pezzo, chi ci scherza sopra… solo che ora quello che sembra un surreale gioco letterario di società viene preso sul serio. Trump stava per mobilitare l’Esercito e imporre lo stato d’assedio… perché a sua insaputa i Cinesi avevano infiltrato dal Canada 50.000 soldati in borghese, e naturalmente Biden l’usurpatore glielo ha impedito. Nella realtà l’unica cosa vera è che il Pentagono ha fatto sempre capire di aver giurato sulla Costituzione e che quindi non avrebbe mai obbedito agli ordini di un uomo solo contro i propri cittadini.

Si dirà: anche in altri tempi si attribuiva la peste a ebrei e untori e si bruciavano le streghe; ma prima la gente era analfabeta e la cultura riservata a un pugno di élites, mentre oggi queste teorie si diffondono fra comunità scolarizzate e addirittura fra professionisti laureati. Ora, come è possibile credere anche in parte a teorie e documenti cui presterebbe fede solo un individuo mentalmente disturbato? Per una persona normale quel delirio suggerisce l’intervento di uno psichiatra. Perché di delirio si tratta: la minaccia è documentata in modo disorganico, accostando spezzoni di realtà a balle a cui non crederebbe un ragazzino e suggerendo accostamenti fra documenti diversi, con forti suggestioni visive e interpretazioni a dir poco arbitrarie. Per darne un’idea, ho qui davanti un’immagine della nota mostra “Carthago”, inaugurata nel settembre del 2019 al Colosseo. Fa bella mostra all’ingresso la riproduzione della statua del dio Moloch pensata per il film Cabiria (un kolossal del 1914). Ebbene, ecco che diventa nell’interpretazione di Lifesite,  con un evidente riferimento al sinodo amazzonico (2): “Statue of ancient god of child sacrifice put on display in Rome … The statue of Moloch was erected seven days prior to an event in the Vatican Gardens where the pagan goddess ‘Pachamama’ was worshipped”. (Statua dell’antico dio del sacrificio di bambini in mostra a Roma … La statua di Moloch è stata eretta sette giorni prima della cerimonia nei Giardini Vaticani, nella quale è stata adorata la divinità pagana Pachamama), L’articolo continua descrivendo lo sconcerto dei cattolici di fronte a Moloch che occupa lo spazio dove i cristiani venivano martirizzati. Ma di questo sgomento non c’è traccia alcuna su Avvenire e dimostra piuttosto la chiusura mentale di una parte del mondo cristiano.

E qui veniamo al nodo centrale. Il complotto e lo stato autoritario sono entrambi figli della religione. E’ di origine religiosa il potere assoluto che da Dio viene in seguito trasferito al Re e con la modernità si laicizza incarnandosi nello Stato (Carl Schmitt); ma è anche di origine religiosa l’idea che esiste un Potere assoluto e inconoscibile, gestito da pochi eletti (Karl Popper). E’ sempre di origine religiosa l’idea di un Popolo Eletto che parte da un concetto di superiorità, è detentore della Verità e ha la missione di distruggere i Cananei, identificati ogni volta in modo diverso (nativi americani in Virginia, Zulu e Bantu in Sudafrica), E’ altrettanto di origine religiosa l’attesa per il Messia, laicizzato in seguito nell’Uomo del Destino incarnato ora nel Duce, ora in Trump. Questa laicizzazione del pensiero politico presenta almeno un vantaggio: una costruzione ideologica scritta da uomini può essere legalmente discussa da altri uomini, mentre la volontà di Dio non si discute, come illustrano ampiamente Bibbia e Corano.

Ora, un sito di cattolici tradizionalisti italiani (3) si chiede perché le teorie complottiste vengono attribuite solo alle destre e mai alle sinistre. La domanda è un’altra: ma perché solo lo destre sentono il bisogno di evocare complotti e demonizzare il nemico? Non che alcuni comunisti non l’abbiano fatto durante la Guerra fredda, ma almeno portavano argomenti razionali. I democratici non hanno bisogno di gestire società segrete e riti esoterici, la loro etica essendo basata sulla partecipazione palese alla gestione della società. Esiste un Nazismo esoterico, ma parlare di democrazia esoterica sarebbe un controsenso. Che poi negli ultimi vent’anni la democrazia abbia governato al ribasso è un altro discorso: è in effetti cresciuta la distanza tra eletti ed elettori; alcune fasce sociali non hanno più trovato la loro rappresentanza e la globalizzazione è stata gestita male dalle élites. Ma altro è dire che i liberali e i democratici hanno ordito tutto questo ai danni della popolazione: piuttosto, hanno fatto grossi errori politici e di comunicazione e adesso ne stanno pagando il conto. Il materialismo storico e il pensiero laico non vedono complotti dietro i movimenti sociali, ma forze dinamiche che interagiscono e si confrontano quando cambiano gli assetti sociali, economici e demografici. La migrazione verso l’Europa vede la convergenza di interessi fra capitalismo in cerca di manodopera a basso costo e masse di profughi affamati, ma non ci sono prove documentate di un complotto fra Africani, Sinistra, Islam e Vaticano, anche se possono non piacere le aperture di papa Francesco. L’Europa ha visto a suo tempo le invasioni barbariche, ma gli Unni non erano parte di un complotto guidato da Attila: cercavano terre migliori, spinti a ovest dai cambiamenti climatici che limitavano il pascolo delle loro migliaia di cavalli. Perché dunque non accettare l’idea che, cambiando i rapporti economici fra le classi sociali, la base e la distribuzione della ricchezza, o se cambia l’atteggiamento della gente comune verso l’aborto o i gay, questo non sia l’esito di un progressivo movimento culturale e politico, nato magari in ambienti colti ma diffuso per lenta osmosi fra le masse? Se Barack Obama è diventato presidente degli Stati Uniti è perché da Martin Luther King in poi gli afroamericani hanno chiesto di partecipare alla vita politica americana. Nessun complotto, solo democrazia.

Un’ultima osservazione. Nella nostra società esiste la libertà di espressione e ognuno può esprimere le proprie opinioni. Il problema – ma questo Umberto Eco lo diceva molti anni fa – è che se un’idea viene diffusa attraverso i mass-media, non è più un’opinione: può influenzare migliaia se non milioni di persone. In più, alcune non sono opinioni – penso ai negazionisti – ma falsi storici e ideologici. E qui si pone un altro problema: l’accoglienza delle idee. Quanto è enunciato in Mein Kampf – il testo teorico scritto da Hitler – può essere discutibile sotto il profilo ideologico, ma è molto più preoccupante il fatto che milioni di Tedeschi ne abbiano condiviso il messaggio. A questo punto il problema non è chi scrive, ma chi legge.

  1. https://www.linkiesta.it/2020/12/qanon-post-due-persone/
  2. https://www.lifesitenews.com/news/statue-of-ancient-god-of-child-sacrifice-put-on-display-in-rome-days-before-amazon-synod
  3. https://www.paginecattoliche.it/campagna-contro-fake-news-pretesto-per-soffocare-la-liberta-del-mondialismo/

Fu-Turismo

Nei mesi di ordinaria follia si è visto di tutto, inutile tornarci sopra; ora si torna alla normalità, anche se non è finita: ogni tanto si accende qualche nuovo focolaio, vuoi per la movida repressa, vuoi per le metastasi d’importazione. La gente non ti guarda più come il nemico da evitare e le mascherine sono ormai disegnate anche dagli stilisti. Ma facciamoci un giro: fa impressione vedere un centro senza turisti, soprattutto se cammini a fontana di Trevi, al Colosseo o verso il Vaticano. Traffico e mondezza in compenso sono tornati ovunque come prima, se non peggio. In autobus tre posti a sedere su quattro sono interdetti, ma chi sta in piedi è serrato accanto al vicino, almeno in certe fasce orarie. Mascherine obbligatorie, ma basta farsi un giro dove si riuniscono i giovani per capire la scarsa disciplina: per incoscienza, sfida o stress differito non vogliono capire che la storia non è finita. Vecchi contro giovani, la storia aggiornata ai tempi. Capisco però la voglia arretrata di socialità: per tre mesi abbiamo usato al parossismo tutti i mezzi offerti dalla tecnologia per comunicare, ma il contatto fisico con le persone è un’altra cosa. Mi accorgo che in questi mesi è stata distrutta la mia vita sociale, fatta non solo di serate con gli amici o gite fuori porta, ma anche – nel caso mio – di cerimonie civili e militari, di parate, cene sociali, attività sportive all’aperto. Chi poi ha descritto compiaciuto una Roma vuota, icona eterna, esaltandone l’estetica e trasfigurandola in una dimensione metafisica, di sicuro non ha mai gestito un negozio o un albergo. Fa effetto vedere la zona di Borgo con decine di negozi di souvenir religiosi e solo poche centinaia di turisti. Stesso discorso verso Fontana di Trevi: se vi avessimo mantenuto la bottega storica gestita in famiglia per più di mezzo secolo, avremmo dovuto chiuderla comunque: quella zona del centro sembra ora spopolata e di fatto lo è. Sia chiaro che non provo nessuna pietà per le decine di negozietti e servizi per turisti low-cost; lo stesso per le decine di B&B che hanno trasformato il centro (e non solo) in un luna park per turisti poveri e ignoranti. Quando ho chiesto ironicamente a un gestore quanti ne faceva dormire, candidamente mi ha risposto: “quanti ce ne entrano”. Coi letti a castello, s’intende. La nostra bottega storica si è alla fine ritrovata priva del tessuto connettivo originario, in mezzo a negozi di dubbio gusto e dubbia proprietà, uno uguale all’altro. La casa di famiglia a Campo di Fiori (venduta) diventerà prima o poi un altro B&B, anche se il crollo del turismo ha rimandato i lavori e per strada non si sente da mesi il rumore continuo dei trolley sui sampietrini. E devo dire che ieri sera, andando a cena con un gruppo di amici dopo la presentazione di un libro, vedendo solo clienti italiani e pochi ma qualificati stranieri pur stando a piazza Navona, ho rivisto la Roma di quarant’anni fa, romana e turistica sì, ma non affollata e low-cost come fino a pochi mesi fa. Sono pieni i ristoranti cari ai romani, ma le mense rapide con pizze surgelate vivacchiano, e devo anche dire che i tanti, troppi tassisti fermi al parcheggio almeno per una volta mi hanno fatto pena. Non so se la classe politica imparerà molto da questa esperienza, ma la lezione è semplice: non si deve mai puntare su un solo tipo di investimento sperando che le risorse crescano illimitate nel tempo. I cicli economici sono sempre più brevi e il Covid-19 – inaspettato, questo sia chiaro – finora ha fatto più danni di una guerra. Su Roma in tempi normali gravitavano 300.000 turisti al giorno, e solo le guide più o meno patentate sono 5.000, per non parlare del personale di servizio di alberghi e ristoranti. Una serie di leggi assurdamente avallate dalla sinistra nel frattempo aveva permesso di aprire qualsiasi negozio in qualsiasi zona, con l’unico risultato di un’omologazione mirata ai servizi per il turismo di massa, e la trasformazione del centro storico in zona di locande a basso costo,  per la metà abusive. Ci voleva la pandemia per capire che al centro non abitavano realmente più di 50.000 persone? La notte si sentiva il rumore dell’acqua dalle fontanelle.

Detto questo, che fare? Il turismo statunitense e sudamericano lo vedremo forse l’anno prossimo, gli aerei della RyanAir stanno ancora a terra e ad agosto qui a Roma non possiamo aspettarci più di poche migliaia di turisti europei. Per fortuna in questi ultimi due mesi c’è stata una ripresa del turismo italiano: le offerte non mancano e si tende a non andare troppo lontano, con un rilancio della costa e dei piccoli centri. Pochi andranno all’estero, almeno rispetto alle abitudini pregresse, quindi in tanti scopriremo l’Italia. L’unica cosa: bisogna assolutamente rimodulare tariffe e orari di musei e monumenti. Il Vaticano l’ha capito subito e ha adeguato l’accoglienza modificando ed estendendo il servizio. I musei statali o comunali forse non hanno capito che chiudere troppo presto o non aprire la sera e mantenere prezzi troppo alti può andar bene agli stranieri in pullman, ma non per la famiglia italiana risparmiosa. Per anni abbiamo visto carovane di turisti in giro per via dei Fori alle tre del pomeriggio di luglio e agosto, ma certi comportamenti sono impensabili per chi può scegliere. Purtroppo i processi decisionali dell’ente pubblico sono sempre lenti, mentre servirebbe più tempismo. Un museo si rilancia non solo con la promozione, ma anche adeguando orari e costo del biglietto alla nuova situazione, spostando il personale dai turni inutili e recuperando risorse per la sera, quando magari la gente esce senza l’assillo del caldo. E all’Auditorium ora intitolato a Ennio Morricone i concerti saranno eseguiti nella cavea, sorta di teatro romano pensato da Renzo Piano accanto alle strutture chiuse. Mai pensare a un solo modello di sviluppo!

L’Arte Pandemica

Pandemic Objects (Oggetti Pandemici) è un progetto editoriale che raccoglie e riflette su oggetti che hanno assunto nuovi significati e scopi durante l’epidemia di coronavirus. Durante i periodi di pandemia, una miriade di “oggetti” spesso trascurati di tutti i giorni (nel senso più ampio possibile del termine) vengono improvvisamente caricati di nuova urgenza. La carta igienica diventa un simbolo di panico pubblico, un termometro frontale uno strumento per il controllo sociale, i centri congressi diventano ospedali, mentre i parchi diventano beni pubblici contestati. Compilando questi oggetti e riflettendo sul loro mutevole scopo e significato, questo spazio mira a dipingere un’immagine unica della pandemia e del ruolo chiave che gli oggetti svolgono al suo interno.


Pandemic Objects

Victoria and Albert Museum
Londra (Gran Bretagna)