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Infanzia: i Diritti negati nel rapporto di Save the Children

I media riescono a commuoverci per un minorenne vittima di violenza, ma in un mondo d’immagini è difficile che un rapporto pieno di numeri e statistiche possa coinvolgere il cittadino come un’immagine di un bimbo dal viso sofferente.

Conflitti, carestie e sfruttamento negano a centinaia di milioni di minorenni l’infanzia che non solo Save the Children cerca di fargli vivere, portando all’attenzione la realtà dell’infanzia nelle varie aree del Mondo e nonostante l’Italia occupa l’ottavo posto “migliore” dove bambine e bambini potrebbero vivere, sono 1,2 milioni i minori in povertà assoluta.

Sempre più bambini soffrono e muoiono in un Mondo dove gli adulti violenti dettano legge, distruggendo scuole con raid aerei o attentati, aumentando la schiera dei mancati alunni. Bambini ai quali viene negato il diritto allo studio vengono struttati nel lavoro minorile e sono vittime di matrimoni e gravidanze precoci.

Il Mondo subisce un’ulteriore diseguaglianza nella fortuna per i bambini che possono godere a pieno tutte le potenzialità offerte nel nascere a Singapore o in Finlandia, piuttosto che nella Repubblica Centrafricana.

Nel Rapporto sulla condizione dei bambini in 176 Paesi https://s3.savethechildren.it/public/files/uploads/pubblicazioni/rapporto-sulla-condizione-dei-bambini-nel-mondo.pdf, stilato da Save the Children, è evidenziato come non tutti i bambini di questo millennio hanno la possibilità di crescere in salute, di essere scolarizzati ed essere protetti.

Per i bambini che riescono a fuggire dalle aree di conflitto, come ad esempio la Siria e lo Yemen, la vita in un campo profughi non è priva di pericoli e non sarà facile neanche per quelli che riusciranno a sbarcare in Europa, per essere accettati.

Vivere in paesi come la Svezia, Finlandia, Irlanda, Germania, Slovenia e Norvegia non esenta l’infanzia dai pericoli della pedofilia e dalla violenza familiare, ma sicuramente con minori rischi che incontrano i 420 milioni di bambini nelle aree di conflitto.

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Infanzia in pericolo: Uno più di 100

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Il turbamento che ha suscitato il dramma della piccola Noemi, in una città tra le meno tranquille, è commovente, pensando alla partecipazione del popolo nel far recapitare messaggi di auguri e peluche, oltre alle personalità che hanno dedicato preghiere e promesse di giustizia . Una bimba che viene ferita da un proiettile come se vivesse in una zona di guerra. Una ferita di guerra, come ha dichiarato il primario di chirurgia pediatrica del Santobono, in una Napoli così bella e ricca di violenza.

Quanta commozione può provocare la tragedia di una bimba in una piazza partenopea o di un bimbo sulla spiaggia di Bodrum, paradiso turistico della Turchia, nel tentativo di fuggire dalle guerre e dalla fame, ma quando l’infanzia coinvolta nel dramma della vita è superiore ad uno l’empatia viene meno, forse per la mancanza di dettagli.

La notizia di un adolescente morto in mare con la pagella cucita in tasca o quella di un ragazzo annegato abbracciato al suo violino, trovano spazio nei nostri pensieri, anche se fugacemente, magari perché non sono solo un numero, ma hanno un nome e un cognome, spesso una foto, mentre già 4 bambini uccisi da un missile nel villaggio siriano, nella provincia di Hama, poco importa se erano cristiani durante il catechismo, o decine di morti in una scuolabus nello Yemen, rimangono nell’ambito delle statistiche.

I mezzi d’informazione non hanno lo spazio per umanizzare le vittime di stragi di bombe o missili dei “buoni” o dei “cattivi”.

Un nome commuove più di 100 morti in mare o in un conflitto.

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Dopo che il New York Times aveva commosso con Amal, la bimba yemenita di 7 anni, simbolo della sofferenze della guerra, ha scelto Anailin Nava, venezuelana di 2 anni, immagine della denutrizione.

Un’infanzia vittima non solo delle guerre, ma anche del lavoro minorile e della prostituzione, dei maltrattamenti e della malnutrizione.

Vittime strumentalizzate per fini politici e dove l’Onu e l’Unicef si trovano in attrito con L’Organizzazione Internazionale del Lavoro, un’altra ‘agenzia specializzata delle Nazioni Unite, sul salvaguardare i diritti del lavoratore e  dell’infanzia, per proteggere i minori dal lavoro.

Accordi e trattati internazionali messi a rischio dall’incipienza dei nazionalismi e dei sovranismi e da una mancata sensibilizzazione delle persone ai diritti umani di ogni singolo individuo è anche un nostro diritto, senza differenza di età, sesso, nazionalità, cultura.

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Siria: Un aiuto per una generazione

In Siria 220mila morti in 4 anni di guerra, dilaniata tra Assad e Isis, dove ogni diritto è negato ad ogni persona, soprattutto all’infanzia che gli viene negata non solo la possibilità di giocare per strada senza correre il rischio di saltare su di una mina o essere il bersaglio di un cecchino, ma di un’istruzione.

La tragedia dei bambini siriani non è solo per un’infanzia rubata, è anche il rischio di essere una “generazione perduta”, senza istruzione e con una quotidianità tra macerie o in campi profughi, con una vita fatta sacrifici e lavoro minorile.

Una crisi umanitaria di oltre 2,3 milioni di persone fuggite dal paese per rifugiarsi nei paesi limitrofi e più della metà sono bambini. Mentre sono 9,3 milioni di persone quelle colpite in varie forme dalla guerra civile all’interno della Siria e 4,3 milioni sono bambini.

Una generazione perduta, una lost generation, condannata a subire la guerra e confidare negli aiuti umanitari per poter sopravvivere.

Una guerra all’infanzia e alla cultura, oltre che per il predominio di un modo di vivere sull’altro, costringendo intere famiglie a lasciare le proprie case abbandonare la scuola, gli amici e i parenti, gli affetti più profondi.

 

L’Unicef, insieme ad altri partner, ha aperto una campagna per chiedere ai governi di sostenere i bambini della Siria, per raccogliere 1 miliardo di dollari per aiutare una intera generazione di bambini siriani ad avere l’opportunità di un futuro più stabile e sicuro.

Non solo i governi sono coinvolti in questa raccolta di fondi, ma anche le singole possono aiutare i bambini siriani, con una donazione non solo online per contribuire a salvare la vita dei bambini.

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Urla nel Buio

Claudia Bellocchi artista già nota, oltre che per la sua ricerca pittorica, per il suo impegno umano e civile, produce e allestisce nei locali de “Il moto della mente” un percorso che si snoda sia attraverso una serie di elaborazioni cromatiche splendide e disarmanti ispirate alla gestualità infantile, sia attraverso una scenografia cupa e inquietante dove balenano al buio strisce di luce come piccole urla: una specie di tunnel degli orrori. Tutto ciò lungo una sequenza di animali fantastici, orchi e ombre che vogliono dar lettura e denuncia degli abusi (in tutti i sensi) e della violenza sui bambini.

E meglio di qualsiasi invettiva o proclama qui grida, nell’immedesimarsi pittorico e poetico, l’orrore stesso del piccolo abbandonato all’incubo dei tormenti subiti. Nel brillare sanguigno dei rossi come fiori carnali, nel pallore improvviso che saetta nell’oscurità, sono le lacrime soffocate di chi rifugiatosi ingenuamente sotto un letto tenta di fuggire alle lunghe ombre di fantasmi crudeli.

Poi, nel buio fattosi totale, imbuto di angosce e orrori, l’attrice Luisa Stagni interpreta, dirò meglio vive e soffre un lungo straziante monologo—confessione (il testo è dell’artista Bellocchi) in cui come ferite aperte e dolenti si ravviva la pena di chi ha vissuto e vive con la carne e lo spirito segnato per sempre dalla violenza subita.

“Volevo solo amore!” esclama e ripete l’attrice—vittima, come lacerazione irrimediabile di chi testimonia su di sé l’indegna persecuzione dell’innocente.

La Chiesa Avventista che da anni combatte contro l’abuso sui minori con la campagna “Sette” è in concreto presente nel promuovere e coadiuvare attivamente la manifestazione, così come ognuno di noi se vuol chiamarsi individuo civile degno di appartenere all’umanità è impegnato sempre e dovunque nel combattere questa macchia oscura che ci degrada tutti.

 

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OLYMPUS DIGITAL CAMERATANALIBERATUTTI

Dal 27 settembre al 12 ottobre 2013

Roma

Moto della Mente

via Monte Giordano, 43

 

Informazioni;

Tel. 06/6869974

http://www.motodellamente.eu

Orario:

lunedì al venerdì dalle ore 15.00 alle 19.00

Claudia Bellocchi

Chiesa Avventista

Video

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