Roma: San Basilio Ieri e Domani

Il 20 giugno nei locali del centro culturale Aldo Fabrizi sarà visibile la manifestazione/evento intitolata al quartiere di San Basilio a cura della “UNRRA CASAS”, degli archivi del Presenteismo e con la collaborazione della Università “la Sapienza”.
San Basilio è uno dei quartieri storici della estesa periferia romana, quartiere che ha un’anima e una sostanza tutta sua fatta di tradizione colore e qualità urbanistica finalmente rivalutati alla luce di una necessaria valorizzazione culturale.
Perché la cultura di una città non è fatta solo di aristocratici simposi e di rinomati salotti alto—borghesi; è fatta sopratutto di gente, di persone, di agglomerati umani in cui si esplicano le necessità e i bisogni che fanno la storia e la tradizione di quel determinato perimetro fatto non solo di cortili e di case ma anche di sentimenti e di emozioni.
Oggi San Basilio, dopo i suoi trascorsi storici (ebbe salda partecipazione alla lotta partigiana nei giorni bùi dell’occupazione) vive una specie di popolare rinascimento fatto di decentramento culturale, manifestazioni, concerti, letture, nei quali si porta il senso e il valore artistici della “polis”, della città, nelle estremità finora trascurate dall’antico centro storico.
Non ultimi concorrono al rinnovamento estetico gli interessanti e notevoli interventi pittorici “murali” realizzati da importanti artisti sul corpo stesso degli edifici del quartiere. Riqualificazione e storicizzazione di San Basilio promossa a necessaria continuità con lo spirito tradizionalmente sapido e battagliero delle sue genti.
La manifestazione del 20 giugno attende a tutto ciò e si ispira al colore, agli spazi, all’intera collettività umana che in quel mondo si realizza concretamente.
Nello spirito delle pitture murali del quartiere, il grande pannello che sarà presentato ingloba e accomuna artisti italiani e stranieri con tutto il loro portato creativo singolare in un mosaico che vuole significare la stessa comunità di edifici e di gente, pure eterogenei di vivaci contrasti, ma legati e connessi da un’unica coscienza fatta di speranze e di intenti.

 

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Biblici ammonimenti

Arne Dahl, pseudonimo di Jan Arnald (1963), con Come sigillo sul tuo cuore torna a indagare, dopo l’intrigo internazionale di Brama, sull’odierna società svedese, con i suoi complessi interrogativi morali, dove i poliziotti si trovano a confrontarsi con una Svezia ben lontana da quella delle cartoline: linda e accogliente.

La Svezia descritta da Arne Dahl non è quella degli svedesi ligi e sorridenti, ma quella degli sfruttatori e sfruttati, del lavoro nero e dell’evasione fiscale.

Così un’operazione di polizia contro dei migranti si trasforma in una esecuzione e da un suicidio, consumato nell’indifferenza del vicinato e scoperto da un ladro in un appartamento, prende le mosse un’indagine su di un pluriomicida.

Il Gruppo A, dell’elite della polizia, indaga su i due atti violenti e sui poliziotti coinvolti, dividendosi tra Stoccolma, con la sua periferia, e la provincia meridionale della Scania, mettendo sotto il microscopio il passato dei due defunti che non hanno apparentemente alcun collegamento.

Come nelle indagini del commissario Kurt Wallander, nato dalla penna dallo scrittore Henning Mankell svedese, la trama vive un crescendo da thriller psicologico.

Pazientemente la matassa della trama si srotola, tra viaggi a ritroso e ammonimenti biblici, mentre su tutto la natura nordica, con le sue nuvole e la pioggia, sovrasta le indagini Kerstin Holm e il suo tormentato rapporto con Dag Lundmark.

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Titolo: Come sigillo sul tuo cuore
Autore: Arne Dahl
Traduzione: Carmen Giorgetti Cima
Editore: Marsilio, 2014
Pagine: 368
Prezzo: € 18.00
isbn: 978-88-317-2000-7

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Non è mai troppo tardi

Raramente capita di leggere romanzi che hanno per protagonista un vivace, anzi un verace, pensionato, soprattutto un pensionato del calibro di Cesare Annunziata, un napoletano dall’animo focoso come la terra in cui abita.
Cesare, 77 anni, ancora non ne vuol sapere di fare quella vita che tutti pensano che un uomo della sua età dovrebbe fare, ovvero una vita pacata ormai lontana dai vizi e dagli eccessi (come la pillola blu) per godersi in pace l’ultima fase di una lunga esistenza; anche se lui di morire non ne ha alcuna intenzione.

Questo bizzarro pensionato, nato dalla penna di Lorenzo Marone, riempie le pagine del romanzo “La tentazione di essere felici” che ha portato lo scrittore napoletano al grande salto di qualità, approdando alla casa editrice Longanesi che ne ha riconosciuto le ottime doti narrative. Il merito dell’autore è sicuramente quello di aver creato e caratterizzato un personaggio come Cesare che nonostante l’età è dotato di un carisma prorompente condito con una certa dose di cinismo che per molti lettori può risultare affascinante.

L’anziano protagonista è vedovo, padre e nonno ma nessuna di queste tre cose gli dona particolari emozioni: il rancore nei confronti della defunta moglie si trascina nel tempo per via delle responsabilità nei confronti dei figli a cui lui ha dovuto far fronte, quando invece prima si preoccupava lei. I figli invece sono un capitolo ancor più complicato: Sveva è una madre in carriera infelice della sua vita matrimoniale, mentre Diego è omosessuale anche se al padre non lo ha mai detto, tuttavia Cesare ne ha la certezza ed è questa la cosa che gli fa davvero male. E il nipotino Federico? Diciamo che fare il nonno non è il massimo delle ambizioni del protagonista, anche se tra tutti il piccolo è quello che gli dà meno problemi e più sorrisi.

E poi c’è Emma, quella del presente e quella del passato. La prima è la vicina di casa di Cesare e la seconda è un ricordo che la prima ha risvegliato. Ma se non si può vivere di ricordi lo si può fare riscoprendo se stessi grazie ad una giovane ragazza la cui realtà è molto più difficile e complicata di quella di un vecchio pensionato a cui tutto sommato la vita ha dato tutto. Dal loro incontro sul pianerottolo in poi il passato e il presente di Cesare si intrecceranno facendo luce sul perché delle molte situazioni che oggi lo circondano, rivitalizzando in lui parte di quell’affetto paterno che ai figli è da tempo negato.
La sua è la storia di un uomo che ha vissuto numerose esperienze e il cui cuore ha conosciuto parecchi amori e altrettante delusioni che poco alla volta hanno indurito il suo animo fino a renderlo l’uomo “scorbutico” che è diventato.
Capita però di incappare a volte in situazioni drammatiche che nella sventura sono proprio quelle che aiutano a riaprire il proprio cuore anche se forse questo potrebbe non bastare per risolvere tutto.

L’autore, Cesare e il romanzo trasmettono tra gli altri un messaggio chiaro: la felicità non è dovuta ma va ricercata. A volte magari la stessa non è voluta o si pensa che più di così non si possa avere ma anche in questi casi non è mai troppo tardi per accorgersi che i primi che possono donare felicità sono proprio gli affetti che ti circondano; del resto, proprio come si dice a Napoli: I figli so’ piezz’e core.
E Cesare? Se ne renderà conto?

Libri La tentazione di essere felici cover

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Titolo: La tentazione di essere felici
Autore: Lorenzo Marone
Editore: Longanesi (Collana la Gaja scienza), 2015
Pagine: 268
Prezzo:
Disponibile anche in ebook

Sito

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I Conflitti dopo l’11 settembre

Nei conflitti che si sono susseguiti si è avuta una deriva che non comporta l’uso di fare prigionieri e le vittime collaterali non sono un’eccezione, ma una consuetudine dovuta alla fretta o come sadico monito.

Una vittima collaterale di un drone statunitense è stato Giovanni Lo Porto ucciso, agli inizi del 2015, in un raid in una zona tra Pakistan e Afghanistan.

Conflitti più che guerre, senza un campo di battaglia circoscritto, dove il nemico può essere di fronte come alle spalle o ai fianchi.

Una sfida fatta più come un’esibizione muscolare, dove da una parte c’è chi arriva uccide e si dilegua e l’altra evita il contatto fisico con le vittime grazie alle nuove tecnologie da videogame.

Sembra di assistere da una parte alla guerra dei cent’anni con spadoni e saccheggi fronteggiare dall’altra gli effetti speciali alla George Lucas di Guerre Stellari.

Duellanti anonimi che operano nell’anonimato, tra la popolazione civile, senza farsi riconoscere, per una guerra innominabbile che ha fatto, dall’11 settembre 2001, un milione e 300mila le vittime, dati raccolti dall’International Physician for the Prevention of Nuclear War, Nobel per la pace nel 1985, che vengono ritenute per difetto, non conteggiando i conflitti più recenti di Libia, Siria e l’ultima a Gaza.

Guerre al terrore o umanitarie, all’Occidente e ai crociati, ma in sostanza il tutto si riduce per l’Occidente a un continuo rincorrere le visionarie follie di emiri e calliffati islamici: una vendetta continua con vittime collaterali di piloti virtuali che operano dall’altra parte del Mondo, mentre per i fanatici senza divisa, impegnati ad insinuare il terrore tra la popolazione, è una prassi mietere vittime senza distinzione.

Se da una parte il loro colpire è casuale, finalizzato a fare più morti possibili, senza alcuna “attenzione”, dall’altra si scegono bersagli da colpire con droni o bombe “intelligenti”.

Due epoche allo scontro, per due differenti visioni della società, per scoprire che la Religione non è più l’oppio dei popoli, ma l’adrenalina per un conflitto permanente.

In tutto questo chissà se Kant, criticando la ragione per far posto al trascendentale, avrebbe sospeso il sapere per far posto alla fede?

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