Tutti gli articoli di Luigi M. Bruno

La Repubblica che non fu

Purtroppo gli italiani frequentano poco la loro storia, e i romani ancor meno…. La Repubblica Romana del 1849 fu il punto più alto del nostro Risorgimento (fra l’altro pubblicò la prima costituzione democratica d’Europa!)… Il 3 Giugno di quell’anno le truppe dei volontari accorse da tutta Europa agli ordini di un certo Garibaldi inflissero, (da porta san Pancrazio al casino dei quattro venti di villa Pamphili) una memorabile sconfitta alle truppe francesi accorse a Roma invocate da papa Pio IX, truppe convinte di entrare in città senza colpo ferire (“gli italiani non si battono” disse con altezzosa sicurezza il generale Oudinot!)…

I volontari inseguirono le truppe francesi in rotta fino a Castel di Guido e le avrebbero rigettate in mare fino a Civitavecchia se Mazzini non le avesse fermate per “non infierire verso i nostri fratelli francesi” e per guadagnarsi le simpatie dell’0pinione pubblica francese… errore strategico gravissimo al quale dovette sottostare Garibaldi!..

Invito i romani che hanno dimenticato la storia della loro gloriosa Repubblica a visitare l’interessantissimo Museo di porta san Pancrazio che descrive minuziosamente tutti i fatti di quell’assedio fino all’inevitabile resa dopo tanta eroica resistenza!

Luciano Ventrone: Il superrealista

Nella residenza-fondazione di Marcello Aldega anfitrione (fra l’altro riccamente illustrata da pregiati dipinti fine ottocento-primi novecento) e la variegata e non conforme presentazione del sempre vivace Vittorio Sgarbi, è ospite il maestro del realismo Luciano Ventrone da me definito (se permettete) più che “iperrealista” il “superrealista”.
Ma realista in che senso? In competizione con la fotografia, che dico, la scavalca e la umilia con effetti di efficacia microscopica. E questo è pittura? È arte? È poesia? Saranno pure definizioni retoriche e abusate, ma ahimè senza quest’anima trasparente e impalpabile cos’è un dipinto se non manifestazione di pura tecnica e mestiere seppur eccellente e straripante?
Ventrone parla di astrazione nella sua pittura, ma astrazione dove? Come? Quando? Io non vedo che realismo ad alta definizione, maniacale speculazione da anatomista penale. E come insegna l’antico aneddoto: lo scienziato in cerca dell’anima, dopo accurata dissezione di un cadavere, non trovandola tra i visceri sentenziò “l’anima non esiste!”
Così si potrebbe dire del pittore: anatomizza ma non rintraccia l’anima.
Spieghiamoci. C’è realismo e realismo. Caravaggio o Veermer insegnano. Certo, non possiamo sempre aspirare all’intensa, umanissima realtà del maestro bergamasco, alla sua drammatica lezione di dignità, o al concentrato, lirico, “sospeso” realismo del maestro olandese. Ma realismo comunque non si intenda. mai effetto speculare, apparenza superficiale o mero virtuosismo: questi od altri sono sempre stati nemici giurati del grande Realismo, gli equivoci formali che ne hanno distolto e deformato i caratteri essenziali.
Realismo in sé presuppone non solo tecnica obiettiva, ma soprattutto introspezione, meditata qualità di indagine emotiva, sensibilissima attenzione psicologica, astrazione.
Sì, astrazione, necessaria ovunque e sempre nell’opera d’arte. Astrazione ancor più rigorosa e difficile perché nella figurazione realistica c’è da misurarsi con uno spazio prospettico, con la tridimensionalità, con la plasticità, con gli effetti di luce, i rapporti anatomici: tutti elementi tecnicamente affascinanti che possono distogliere dalla “nuce” per così dire astratta della composizione.
Ma l’astrazione deve permeare e sostanziare di sé gli oggetti, le figure, gli spazi, deve prevalere aldisopra di ogni tecnicismo, altrimenti la vita stessa, il senso magico dell’essere verrebbero a mancare lasciando dietro di sé fredde e ceree sostanze inanimate.
Del pittore Ventrone possiamo elogiare l’accanito e dispendiosissimo lavoro di indagine minuta, l’accanimento tenace e rigoroso di un realismo di quasi religiosa attenzione. Ma basta per commuoverci?

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Luciano Ventrone
Matrix. Oltre la realtà / Beyond reality
Dal 19 novembre 2017 al 25 febbraio 2018

Amelia (Terni)
Museo Civico Archeologico e Pinacoteca “Edilberto Rosa”
piazza A. Vera, 10

Informazioni:
infoline 348.9726993
prenotazioni: Call center Sistema Museo 199.151.123;
Museo 0744/978120

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Niente leggiadria quando a salvare il mondo è il dollaro

Il “Salvator Mundi” opera (presunta) di Leonardo è stata venduta per 450 milioni di $ ovviamente ad un anonimo e quindi è diventata invisibile perché un museo avrebbe avuto tutto l’interesse a pubblicizzare l’acquisto….
Che dire? Una piccola sconfortante considerazione: ormai viviamo in una società incapace di creare non dico il Bello e l’Assoluto, ma di creare comunque, una società arida che vive nella violenza come unica affermazione dell’individuo e nell’acquisizione dei beni materiali (soldi e potenza), e quindi non può far altro,come un vecchio ricco e impotente, che comprare la bellezza, la giovinezza dello spirito, la pura creatività.
Non rimane, come in un agone sportivo, che la gara all’asta a chi spende di più ricevendone encomi, applausi (e invidia)!
L’unica arte vera e concreta dei nostri tempi? Il restauro, non resta che restaurare tutto, ma proprio tutto: ogni cosa che appartiene al passato, anche mediocre e di maniera, viene tesaurizzata e ammirata come testimonianza di un’epoca aurea e leggendaria…
L’uomo ha venduto, da tempo,la sua anima,al Dio Denaro e alla sua arida logica. Non resta che raccogliere tracce e reperti del passato e metterli in cassaforte… E pensare che in altri tempi non ci si pensava una volta a buttar giù una scultura,un palazzo, a coprire un affresco per l’urgenza del nuovo talento.. e nessuno si sognava di gridare al misfatto!

Rivisti per Voi: Il Manoscritto del principe

Visto, anzi rivisto (il film è del 2000) il “Manoscritto del principe” di Roberto Andò che ripercorre e vorrebbe documentare i travagli del principe di Lampedusa e del suo “Gattopardo”.
Un salotto letterario più che un film. Una tessitura narrativa infarcita di raffinato, troppo raffinato, intellettualismo.
Ad ogni piè sospinto un incrociarsi di frasi colte, profonde, sorprendenti.
Bello per un incontro poetico/filosofico, ma il cinema è un’altra cosa, magari anche più deviante ed allusivo, ma che si basa comunque su una solidità strutturale che non si imbelletta continuamente di splendide frasi ad effetto.
“Il manoscritto del principe”, fra l’altro pretesa biografia dello scrittore/gattopardo Tomasi di Lampedusa risente (mutatis mutandis) degli stessi difetti della scrittura narrativa di Oscar Wilde: narrazione poca e trascurata, solo pretesto e gruccia per appendervi le sue splendide “uscite” di sorprendente, scandalosa intelligenza.
Il “Manoscritto” è un film tutto in “interni”, di vaghe e lambiccate riflessioni, alla fin fine è solo aristocratico, stucchevole narcisismo letterario.
Si ringraziano comunque i bravi ed illustri attori: Michel bouquet, Jeanne Moreau, Laurent Terzieff, anche loro molto aristocratici e lambiccati, nonché i nostri Paolo Briguglia, Massimo de Francovich e il solito Leopoldo Trieste, nobile prezzemolo di tutte le minestre.
Produttori Francesco e Giuseppe Tornatore.
Ma per fortuna, aldilà di tutti i ghirigori verbali, il vero principe di Lampedusa, poi ci regalò il suo “Gattopardo”!

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Il manoscritto del principe

di Roberto Andò
Con Michel Bouquet, Jeanne Moreau, Laurent Terzieff, Paolo Briguglia, Giorgio Lupano., Massimo De Francovich, Veronica Lazar, Lucio Allocca, Ninni Bruschetta, Sabrina Colle, Vito Di Bella

Paese di produzione Italia
Anno 2000
Durata 106 min
Genere drammatico
Regia Roberto Andò
Sceneggiatura Roberto Andò, Salvatore Marcarelli
Produttore Francesco Tornatore, Giuseppe Tornatore
Casa di produzione Sciarlò
Distribuzione (Italia) Warner Bros. Italia
Fotografia Enrico Lucidi
Montaggio Massimo Quaglia
Musiche Marco Betta
Scenografia Giancarlo Muselli

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Ricordando Idriss Bakay

Venerdì scorso, 23 settembre, nei locali dell’Art-caffè in via dei Coronari, si è voluto ricordare l’opera e la vita del pittore africano Idriss Bakay. Vita e opere purtroppo concluse troppo presto.

Idriss, pittore “rurale” per definizione acquisita, per istinto e per pura necessità espressiva dipingeva e ha dipinto in termini assolutamente elementari la realtà che ha vissuto, realtà fatta di povere necessità, faticosi raccolti continuamente in lotta con la siccità e la difficoltà alimentare.

In lui nessuna accortezza né furberia tecnica, nessuna presunzione intellettuale: solo la cruda necessità del vivere e la speranza, domani, per un mondo migliore. Il suo stile, se di stile si può parlare, è nell’immediatezza di raccontare e illustrare un mondo piccolo, semplice, così dipingeva come un bambino può tradurre nella sua sintesi fantastica il mondo che lo circonda.

Ingenuità, ma anche sincerità e integrità di un uomo in lotta con le privazioni, la fatica LMB Mostre Idriss a Roma IMG_20170925_130121dell’esistere in un mondo ostile, la malattia. In questa occasione si vuole ringraziare Massimo Gioia per la sua cortese disponibilità nell’ospitare la manifestazione che, oltretutto, è promossa dal collettivo Artisti Oltre Confine del MAGIS (opera missionaria gesuiti italiani), ricordando inoltre l’opera generosa e instancabile del padre gesuita Franco Martellozzo per il suo impegno missionario per gli orti e i pozzi comunitari nel Ciad nonché per le sue iniziative nel promuovere la diffusione per immagini pittoriche della realtà comunitaria nel territorio africano.

Si è voluto rendere così omaggio non tanto all’artista ma all’uomo, generoso, ostinato, coraggioso.

Questo è stato Idriss e nell’esporre le sue semplici tele alcuni artisti, romani e non, si sono ritrovati idealmente e concretamente ad esporre al suo fianco, sulle stesse pareti, con l’affetto e l’amicizia per chi come lui, oggi come oggi, è in lotta impari con questo mondo indifferente, incomprensibile nella sua superficialità.

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Idriss Bakay
Un Artista rurale
Prorogata sino al 14 ottobre 2017

nell’Art Gallery Bar
di Massimo Gioia
in via dei Coronari, 85
Roma

Organizzata da Gianleonardo Latini per Magis

Vernissage alle ore 18.00 del 23 settembre 2017

Oltre alle opere di Idriss Bakay cono presenti i lavori di: Claudia Bellocchi, Luigi M. Bruno, Giorgio Fiume, Venera Finocchiaro, Gianleonardo Latini, Janine Claudia Nizza

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http://www.ex-art.it/opere_solidali/adottare_la_cultura/bakay_idriss/bakay_idriss.htm

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Per maggiori informazioni
Fondazione Magis
Tel. 06.69700327
Cell. 339.6656075
Email. segreteria@magisitalia.org

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Ciad. Le opere di Idriss Bakay continuano a parlare con la voce della solidarietà

Italia. A Roma, l’arte di Idriss Bakay diventa solidale

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